PERUGIA – «Il 2025 sarà l’anno della concretezza». Parola della sindaca Vittoria Ferdinandi che con la sua giunta ha fatto il punto sui primi sei mesi di mandato amministrativo e sui progetti per il nuovo anno.
Dalla sicurezza, alla 13 case della partecipazione, dal turismo al piano strade e marciapiedi, numerosi sono stati gli argomenti trattati dalla prima cittadina e dai componenti dell’esecutivo, alla presenza anche del nuovo segretario e direttore generale, Roberto Gerardi.
«Al centro della nostra visione e del nostro metodo politico, così come della mia storia professionale – ha proseguito – c’è il tema della cura. Un tema complesso e ampio: cura significa avere a cuore e prestare attenzione ai servizi, alle relazioni, alle persone, ma anche sapere attendere un tempo di cura, cioè quello dello studio e dell’analisi. Una politica che troppo spesso si muove a spot ci ha spesso abituato a voler vedere grandi cambiamenti repentini; invece, questa nuova alleanza politica ha sempre parlato di cura perché per poter creare e mettere in campo risposte efficaci ci vuole un’attenzione analitica, il primo sforzo che ho chiesto a tutti i membri della mia giunta. Quest’estate, come sapete, siamo saliti su un treno in corsa. Abbiamo guadagnato la testa del treno velocemente, abbiamo studiato il sistema di controllo e prima di cambiare direzione abbiamo dovuto accompagnarlo verso destinazioni che si sono rivelate fermate obbligatorie affinché non deragliasse». «In questo periodo – ha precisato la sindaca – infatti abbiamo sentito molto parlare delle grandi opportunità che la nostra giunta ha ereditato da quella precedente, ma se in alcuni casi si può parlare di opportunità, in altri si tratta di vincoli che abbiamo dovuto studiare e calare all’interno dei processi reali della nostra città per mitigarne l’impatto, come per il Brt. Per questo abbiamo fatto un grande studio dei dossier così come della struttura amministrativa, che deve rispecchiare un indirizzo politico».
A tale riguardo la prima cittadina ha voluto per la prima volta presentare alla stampa e alla città il nuovo segretario e direttore generale, «una figura di grande competenza che abbiamo scelto per valorizzare il personale e la struttura del Comune capoluogo di Regione e in poco tempo già diventato per noi un valido supporto e punto di riferimento». Gerardi, già direttore generale in altri Comuni e Province, curerà una riorganizzazione «mirata prima di tutto ad apportare correttivi». Si punterà, in particolare, a «favorire una maggiore integrazione tra gli uffici e quindi anche tra l’azione politica degli assessori», e a «semplificare quanto più possibile i processi anche grazie al dialogo partecipato e alla digitalizzazione». La stessa revisione della macchina amministrativa «è partita dal grande elemento della partecipazione», dunque come un “processo bottom-up”, chiedendo a tutti i dipendenti di presentare proposte e idee (circa 90 i contributi pervenuti). A breve saranno approvati i principi generali della riorganizzazione. Intanto, la giunta ha già dato il via libera alla costituzione di un nuovo Ufficio della Partecipazione, «tema su cui i nostri cittadini si aspettano risposte concrete ed essenziale per la salute delle nostre democrazie e degli organi istituzionali». Per far sì che la partecipazione non si traduca in «un confronto sporadico e occasionale tra chi governa e chi è governato», e per costruire, al contrario, «strumenti e spazi che rimettano i territori davvero al centro del governo». «Non c’è una ricetta che va bene per tutti perché ogni Comune, ogni città, esprime caratteristiche peculiari e Perugia necessita di strumenti di partecipazione davvero radicati, in quanto città estesa e frammentata». Di qui la creazione di un ufficio ad hoc e la previsione di un accordo «con la nostra grande industria del sapere, quindi con le università che ormai da anni stanno studiando i processi di partecipazione, per riuscire a concretizzare le nostre linee programmatiche».
A febbraio si terrà una conferenza in cui sarà reso noto «il cronoprogramma secondo cui tradurremo le linee programmatiche sulla partecipazione in realtà». Già a settembre 2025 si prevedono le prime azioni di animazione territoriale per l’individuazione delle 13 Case della partecipazione: più in dettaglio, saranno messi in campo dei tavoli di coprogettazione per la stesura dei patti di collaborazione che regolamenteranno l’utilizzo e la vita delle Case della partecipazione.
Nel frattempo, gli assessorati già nei primi mesi dell’anno saranno impegnati a costituire le consulte comunali, tra cui quella della sanità, che aiuterà l’amministrazione nel fornire il proprio contributo a “un grande percorso di ricostruzione della sanità pubblica per il nostro territorio”, e quella dei giovani, “altro tema per noi centrale connesso alle contraddizioni strutturali del nostro tempo”. Previsto anche “un bilancio intergenerazionale dove saranno loro a stabilire quelle che dovranno essere le priorità per la nostra città”. Insieme alle consulte, in questo 2025, grazie ai facilitatori e all’Ufficio della partecipazione, l’amministrazione intende poi dare vita ai consigli di quartiere, “l’embrione che dovrà poi occuparsi della gestione delle case della partecipazione”.
La sindaca Ferdinandi ha parlato del 2025 come dell’anno “della concretezza”. «Da un lato – ha detto – ci occuperemo di vigilare e di mettere a terra i tanti progetti che l’amministrazione precedente ci ha lasciato in mano. La continuità che abbiamo scelto in alcuni ambiti è mirata esclusivamente a evitare un peggioramento, come nel caso del Brt, visto che fermare un progetto Pnrr così importante avrebbe portato Perugia davanti alla Corte dei Conti per danno erariale. La continuità, quindi, per noi è stato un vincolo di cui ci siamo assunti la responsabilità andando nei territori e cercando di mitigare quelli che potevano essere gli impatti peggiorativi». «Credo sia stato fatto un errore – ha anche affermato la sindaca -: rincorrere continuamente risorse e progettualità senza fare i conti con le risorse di organico e strutturali presenti all’interno della macchina comunale», sicché ora la gestione di progettualità complesse da parte degli uffici si affianca al lavoro amministrativo ordinario. «Porteremo a terra i tantissimi cantieri che riguardano la nostra città, dai contenitori del centro storico al BRT», ha sostenuto ad ogni modo Ferdinandi.
«Dall’altro lato, il 2025 sarà finalmente l’anno in cui cominceremo a mettere a terra i nostri progetti e potremo farlo grazie al grande impegno dell’assessora Sartore e dei suoi uffici tecnici che sono stati in grado, cosa per niente scontata per un’amministrazione che si è insediata non più di sei mesi fa, di portare in approvazione il bilancio previsionale triennale 2025-2027 dando a ciascun assessorato gli strumenti e le risorse necessarie per mettere in campo sin dai primi giorni del 2025 gli obiettivi e i progetti che ci siamo dati. Ringrazio tutti i miei assessori per il grande lavoro di studio che è stato fatto e per il bilanciamento tra la gestione dell’ordinario e la progettazione del futuro, così come per tutte le risposte emergenziali finora date». Al riguardo la sindaca ha citato le risposte offerte dall’assessorato guidato da Francesco Zuccherini ai territori colpiti da eventi meteorologici estremi e il lavoro compiuto dalle assessore Costanza Spera, Alessandra Sartore e Francesca Tizi a pochissime settimane dall’insediamento per scongiurare tagli alle ore di assistenza e di sostegno per persone disabili nel settore dell’istruzione in modo da «garantire uguali condizioni di partenza per tutti e tutte».
LA SICUREZZA E FONTIVEGGE: «I SINDACI SONO CHIAMATI A FARE GLI SCERIFFI»
Sollecitata dalle domande dei cronisti, Ferdinandi si è soffermata sul tema della sicurezza: «La situazione di Fontivegge, che ci preoccupa e ci occupa moltissimo, è il risultato delle politiche messe in atto su quel quartiere e a livello di sicurezza urbana dalla precedente amministrazione. Infatti niente ad oggi è stato modificato dell’assetto di tutela della sicurezza urbana della nostra città. Il Nucleo decoro urbano di Fontivegge in questo momento opera con le stesse forze e le stesse mansioni stabilite dalla precedente amministrazione». La sindaca ha ricordato che anche durante la campagna elettorale in quella zona si sono verificati episodi «che nessuno di noi ha voluto cavalcare in maniera criminale e strumentale», perché, a suo avviso, certi fatti dovrebbero piuttosto servire a «ripensare in maniera critica le politiche messe in atto finora». Per il resto, «è stato fatto un grande lavoro di interlocuzione con la Polizia locale e i comitati» incontrando i cittadini e anche invitandoli nei tavoli provinciali deputati al coordinamento della sicurezza. «C’è stata un’enorme attenzione e disponibilità al dialogo per comprendere i sogni e le necessità di quel quartiere, esempio plastico della complessità del tema della sicurezza, che non può essere affrontato esclusivamente con misure repressive». Ferdinandi ha in particolare sottolineato l’esigenza di non confondere i ruoli a cui sono chiamati i vari attori in campo, a partire dalle forze dell’ordine e dall’amministrazione comunale: «I sindaci non sono chiamati a fare gli sceriffi». L’amministrazione comunale, a suo avviso, è chiamata a costruire un pensiero sulla sicurezza che sia “di ampio respiro” e favorisca l’integrazione delle politiche. La sindaca ha dato atto che il presidio delle forze dell’ordine è costante, anche se si deve certo fare i conti con una carenza di organico, un problema che dovrebbe essere alleviato con l’arrivo di unità aggiuntive anche grazie all’intervento del sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco. «Riteniamo che la Polizia locale debba svolgere principalmente una funzione di presidio e di prevenzione», ha comunque chiarito la prima cittadina, che ha ricordato gli sforzi in atto per la riqualificazione dell’immobile Inps e per il rilancio dell’Ottagono attraverso un progetto mirato a favorire l’insediamento di nuove attività. Quanto al taser da dare in dotazione alla polizia locale, «su questo strumento si sono espresse autorità sanitarie, Amnesty International, l’Onu», ed è emerso che, se impiegato con persone con determinati problemi, anche originati da alcol e droga, può diventare un’arma letale”. Pertanto, se si vogliono strumenti per tutelare gli agenti, «credo che dobbiamo cercare delle strade alternative e già stiamo studiando la possibilità di sperimentare altri strumenti», ciò per garantire la tutela dei diritti umani fondamentali, «valore non negoziabile». In programma, inoltre, c’è il potenziamento della videosorveglianza, in particolare in via Canali e in via Angeloni, e si sta costruendo anche una nuova centrale operativa dotata di tecnologie moderne per la Polizia locale; una risorsa full time, grazie ai fondi ministeriali, si occuperà proprio di videosorveglianza. Nella logica degli interventi integrati per Fontivegge, rientra anche il rifacimento di strade e marciapiedi.
Rispetto alle polemiche sulla mancanza di un assessorato alla sicurezza, la sindaca ha infine ribadito di aver tenuto per sé le materie a cui tiene di più, ossia proprio questa oltre alla partecipazione, dotandosi anche di uno strumento operativo come un consigliere delegato, Antonio Donato, necessario anche per rimarcare la centralità del Consiglio comunale nell’elaborazione delle politiche.
DAL BILANCIO DI GENERE AL TURISMO: TUTTI I PUNTI DEI PRIMI SEI MESI DI GIUNTA FERDINANDI
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