Ennesimo furto al Depuratore di Ciachea… e se già ci fossero stati collegati gli scarichi di Terrasini e Cinisi?

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Nei giorni scorsi è avvenuto l’ennesimo furto ai danni dell’impianto di depurazione di Ciachea, al confine tra Carini e Capaci, come già accaduto nel dicembre 2016 addirittura in 4 giorni differenti: 24 dicembre 2016; 5, 13 e 16 gennaio 2017, e nel luglio 2017, provocando gravi danni all’impianto per centinaia di migliaia di euro.

Il depuratore di Ciachea da Google Earth

L’impianto di Ciachea smaltisce i reflui dei comuni di Carini, Capaci, Isola delle Femmine e Torretta, e gli scarichi civili della Zona Industriale di Carini.

E’ in funzione dalla fine degli anni ’90, con alti e bassi, ed in questi ultimi anni è oggetto di una diatriba tra un cartello di associzioni ambientaliste e le scelte politiche che propendono per collettare in questo impianto anche gli scarichi fognari di Terrasini, Cinisi ed Aeroporto “Falcone Borsellino, con una serie di stazioni di sollevamento che dalla “Praiola” di Terrasini sino a Ciachea a Carini, farebbero viaggiare i reflui per circa 17 km.

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Le preoccupazioni degli ambientalisti

La preoccupazione degli ambientalisti è che il collettamento degli scarichi fognari di altri 30-40.000 utenti (che potenzialmente durante l’estate arrivano anche ad oltre 60.000, considerato che l’aeroporto “Falcone Borsellino” ha ormai una media di oltre 25.000 utenti al giorno) metterebbe a rischio il già delicato equilibrio del Golfo di Carini.

Per capire cosa sta accandendo è necessario ripercorrere la storia dell’impianto degli ultimi anni. Ci abbiamo provato in questo lungo articolo, supportando la vostra lettura con tutti i documenti che abbiamo avuto la possibilità di recuperare.

Il Depuratore di Ciachea, 25 anni di guasti, furti e scarichi anomali.

Attualmente l’impianto di Ciachea è dimensionato per circa 100.000 utenti o “abitanti equivalenti”, ma lavora non a pieno regime in quanto buona parte delle abitazioni di Carini non sono allacciate alla rete fognaria comunale (circa il 60% del totale), quindi a conti fatti al momento all’impianto arrivano gli scarichi di circa 50.000 utenti.

Il progetto portato avanti in questi 6 anni dal Commissario Unico Depurazione, prevede un potenziamento del depuratore di Ciachea, sino a  155.000 abitanti equivalenti, per consentire di aggiungere il trattamento degli scarichi di Terrasini, Cinisi ed Aeroporto.

Ma come si è arrivati a questa idea avversata da tanti?

Abbiamo cercato di ricostruirne la storia in maniera cronologica, mettendo in fila quanto accaduto dal 2015 ad oggi. 10 anni di storia locale fatta da promesse, atti, iniziative. 10 anni per risolvere “nel più breve tempo possibile” le contestazioni mosse dall’Unione Europea e che oggi costano alle tasche dei cittadini milioni di euro di sanzioni. 10 anni per essere ancora allo stesso punto di allora.

Tutti gli scarichi a Carini… da un’idea del Sindaco Monteleone.

Bisogna fare un passo indietro sino al 28 aprile 2018, quando in occasione di un incontro pubblico organizzato dall’allora Deputato di M5S Claudia Mannino, tenutosi ad Isola delle Femmine, 2 interventi diedero il via alla scelta: l’intervento di Carlo Bommarito dell’Associazione “Peppino Impastato” e quello successivo del Sindaco di Carini Giovì Monteleone (clicca sui nomi per vedere i video degli interventi).

Prima di questo incontro, da qualche mese si era assistito a delle polemiche politiche tra il Sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci e quello di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, sul possibile collettamento degli scarichi di Terrasini nel depuratore di Cinisi, decisione presa dal Commissario Straordinario della Regione Siciliana l’Assessore Regionale Vania Contraffatto e comunicata alle parti interessate a fine novembre 2016Questo perché dal 2012 il Comune di Terrasini non è riuscito a trovare un sito per la collocazione del suo impianto, mentre quello di Cinisi necessita solo di un ampliamento ed ammodernamento.

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Nel 2015 mancava poco all’appalto per il nuovo depuratore di Cinisi mentre Terrasini temporeggiava

Circa 1 anno prima (novembre 2015) il Comune di Cinisi era pronto a mandare in gara di appalto l’ampliamento del proprio depuratore, grazie ad un finanziamento di circa 7 milioni di euro ricevuto nel 2012 dal CIPE, mentre il Comune di Terrasini, destinatario di un finanziamento CIPE di 15,2 milioni di euro, ancora non era pervenuto nemmeno alla localizzazione del sito dove realizzarlo. Poi il Commissario Regionale ha rilevato il tutto e nulla è stato più fatto.

Si ipotizza un unico depuratore per Cinisi e Terrasini

Il 18 novembre 2016 il Commissario Regionale Vania Contraffatto, aveva convocato i sindaci di Cinisi e Terrasini ad un riunione operativa alla presenza di tecnici ed esperti. Nella riunione erano state valute le varie opzioni tecniche possibili ed il sindaco di Cinisi, Palazzolo, si era reso dispoonibile a valutare la fattibilità tecnica della realizzazione di un impianto consortile in ampliamento all’esistente depuratore di Cinisi.

Arriva il Commissario Unico alla Depurazione

Il 26 aprile 2017 viene nominato il prof. Rolle quale Commissario Unico Depurazione da parte del Governo Italiano, per risolvere le numerose infrazioni contestate dall’Unione Europea. Tra queste, le 2 sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2012 e 2014: 1 nei confronti dei comuni di Cinisi e Terrasini (per l’inquinamento del Golfo di Castellammare) e la seconda per Carini, Capaci, Isola delle Femmine e Torretta (per l’inquinamento del Golfo di Carini). Lo Stato si sostituisce alla Regione Siciliana, mettendo fine all’incarico di Commissario Regionale dell’Assessore Vania Contraffatto.

A gennaio 2018 accade qualcosa. Ce ne occupiamo come giornale con un articolo del 23 gennaio 2018. Il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, ha cambiato idea. Non vuole più l’impianto consortile con Terrasini, ma che si proceda con il vecchio progetto. Ognuno si tenga i propri reflui.

Il 6 aprile 2018 l’Assemblea dei Sindaci soci dell’ATI Idrico, rivolgendosi al Commissario Unico, delibera che: ““ogni scelta e conseguente decisione in merito alla più opportuna soluzione tecnica mirata al superamento definitivo e più celere possibile della condizione d’infrazione in atto pendente rientra pienamente ed esclusivamente nella sfera di autonomia che (le) è stata conferita con il D.P.C.M. del 26 aprile 2017 e norme ad essa collegate“.

Cosa prevedeva il collettamento dei reflui di Terrasini a Cinisi.

A seguito di questa delibera, il Commissario Rolle ha posto in essere d’intesa con la Segreteria Tecnicale necessarie iniziative volte a definire una soluzione che, nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili, potesse portare gli agglomerati di che trattasi fuori dalle condizioni che hanno determinato la condanna comunitaria nel più breve tempo possibile“.

A Giugno 2018 si ipotizza ancora il depuratore consortile Cinisi-Terrasini, ma comincia a fare capolino l’ipotesi Carini.

Il 19 giugno 2018 il Commissario Rolle partecipa ad una riunione all’ARS nella Quarta Commissione Ambiente e Territorio, alla presenza dei sindaci di Terrasini e Cinisi. In quella occasione il Commissario dichiara: “In merito alla succitata problematica del depuratore di Cinisi,  riporta gli intendimenti del precedente commissario sulla necessità di centralizzare il servizio coinvolgendo più comuni, riporta la contrarietà del sindaco del comune di Cinisi a tale opzione, illustra l’effettuazione di ulteriori valutazioni tecniche sulla questione anche tenendo conto della pianificazione e del Piano d’Ambito. Ritiene oggi possibile realizzare un impianto a Cinisi o centralizzare la depurazione, comunica che entro la prossima settimana sarà presa una decisione in merito“.

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La Relazione della Segreteria Tecnica è stata trasmessa a tutti gli interessati con nota prot. UCU0769 del 23/7/2018 ed è stata discussa in una apposita riunione convocata presso la sede del Comune di Palermo (cosa c’entra il Comune di Palermo?) il giorno 24/7/2018.

Ma perché il Sindaco di Cinisi improvvisamente diventa contrario al progetto?

Ma perché il sindaco di Cinisi, avv. Giangiacomo Palazzolo, era contrario? Lo aveva chiarito lui stesso in una seduta del Consiglio Comunale di Cinisi, quella del 19 febbraio 2018 (leggi qui), evidenziando quanto fatto dal suo insediamento sino al novembre 2015 e quanto accaduto dopo, quando il Comune di Cinisi viene esautorato del progetto del proprio depuratore.

La seduta sembra una risposta ad un volantino redatto qualche settimana prima, da un cartello di associazioni di Cinisi e Terrasini, che chiedevano al Commissario Rolle di andare spedito sul progetto consortile tra Cinisi e Terrasini per lo smaltimento degli scarichi fognari, vedi Il Vespro del 27 gennaio 2018.

Intanto il Commissario Rolle va avanti, nonostante la contrarietà non solo del sindaco di Cinisi, ma anche dei “malumori” che intanto iniziano a montare nei consigli comunali interessati dal progetto, fino a quel momento tenuti all’oscuro di tutto da parte dei propri sindaci, componenti dell’ATI Idrico ed informati sulle intenzioni della struttura commissariale quantomeno da aprile 2018.

Il più informato di tutti doveva essere il sindaco di Carini, Giovì Monteleone, che già tra ottobre e novembre 2017 aveva incontrato i funzionari della struttura commissariale a Palermo (o anche il Commissario Rolle?), ai quali aveva chiesto una soluzione per risolvere il problema del funzionamento e della gestione del depuratore di Ciachea. Ma non aveva mai informato il Consiglio Comunale e pare nemmeno la maggior parte dei componenti della sua Giunta.

E’ forse a questo incontro ed agli accordi fatti tra le parti che si riferisce il Commissario Rolle quando lo incontriamo nel dicembre 2019 a Roma presso la sede di Sogesid.

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A Ottobre 2018 cambia tutto…

Tracciato collettamento a Ciachea

Le prime notizie “pubbliche” sul progetto di collettamento a Carini vengono rese note dall’ex senatore del Movimento 5 Stelle, Francesco Mollame da Partinico, a fine ottobre 2018, con un comunicato stampa. Nessuno, tranne pochi “eletti”, sino a quel momento sapeva di questa scelta operata dal Commissario Rolle, concordata non si sa con chi ed all’oscuro dei consigli comunali dei paesi coinvolti.

A fine novembre il Consiglio Comunale di Carini chiede chiarimenti.

I primi a muoversi per chiedere chiarimenti sono stati i Consiglieri comunali di opposizione di Carini, con una convocazione straordinaria del Consiglio Comunale in seduta aperta il 30 novembre 2018 (vedi qui il video della seduta) per chiedere chiarimenti al Sindaco Monteleone e direttamente al Commissario Rolle. Quest’ultimo non si è presentato inviando alcuni tecnici della struttura commissariale a chiarire.

Il Consiglio Comunale si chiude con una richiesta unanime di un incontro con il Commissario Rolle, esprimendo la propria contrarietà al progetto. Incontro che non avverrà mai!

Intanto il Commissario Rolle corre…

Nel mese di febbraio 2019 il Consiglio Comunale di Carini viene a conoscenza di una nota inviata a gennaio dal Commissario Rolle  al Sindaco di Palermo, nella sua  qualità di Presidente dell’ATI Idrico, e per conoscenza ai Sindaci di Carini, Terrasini e Cinisi, al quale comunicava che in mancanza di ulteriori provvedimenti nella prima decade di febbraio avrebbe proceduto ad definitivo incarico per la progettazione del collettamento a Carini (vedi nostro articolo in merito del 19 febbraio).

Il 5 marzo 2019 il Senatore Mollame presenta una interrogazione al Ministero dell’Ambiente per chiedere se ha intenzione di potenziare i poteri del Commissario Unico per la Depurazione (leggi qui).

Il Consiglio Comunale di Carini insiste ed a marzo 2019 ci riprova.

L’11 marzo 2019 nuovo Consiglio Comunale aperto a Carini con oggetto il collettamento dei reflui a Carini. Invitati tutti i sindaci del comprensorio interessati ed il Commissario Rolle, che ovviamente non si è presentato. Qui il video della seduta e qui la trascrizione del verbale con l’atto deliberativo.

Nella seduta l’accorato intervento del Sindaco di Capaci, Pietro Puccio, che dichiara di essere pronto a ricorrere al TAR del Lazio ed al Consiglio di Stato per fermare questo progetto (qui il suo intervento). Da ascoltare con attenzione anche gli interventi dei collaboratori del Commissario Rolle.

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Cominciano a muoversi gli ambientalisti e nasce il primo comitato civico.

Il primo passo è interlocutorio. Lo fa la Prof.ssa Di Lorenzo dell’Associazione per la difesa del mare e del territorio di Isola e Capaci, con una serie di note scritte direttamente al Commissario Rolle. Anche in questo caso seguono promesse mai mantenute.

In Consiglio Comunale a Carini si insiste: richiesta di un tavolo tecnico (mai convocato), richiesta di audizione in Commissione Ambiente Regionale (mai avvenuta), finanche la proproposta di un referendum consultivo comunale da parte di alcuni Consiglieri Comunali di minoranza, per chiedere ai cittadini di Carini di esprimersi in merito, bocciata però dall’amministrazione Monteleone con una puerile scusa burocratica fatta formulare agli uffici.

Si costituisce pure il primo Comitato Civico Cittadino a Carini contro il progetto di collettamento degli scarichi a Ciachea. Ma si infrange in quello che accadrà da lì a poco…

Tra elezioni amministrative 2020 e Covid19 il progetto corre

A far calare l’attenzione sul progetto contribuiscono di certo 2 eventi contemporanei nel 2020: la pandemia da Covid19 e le elezioni amministrative comuali a Carini ed Isola delle Femmine, inizialmente previste a maggio e poi rinviate per il Covid19 ad ottobre.

E mentre i cittadini sono rinchiusi nelle proprie abitazioni, il Governo cerca soluzioni per impedire che l’apparato burocratico dello Stato di si impantani. Nascono così le videoconferenze, le riunioni decisorie online, le conferenze di servizio ognuno a casa propria, con lo snellimento di protocolli e semplificazioni burocratiche.

Ed è proprio quasi in coincidenza con la dichiarazione di pandemia che la gara per la progettazione del “masterplan” prende corpo. Il bando è del 20 febbraio 2020 e le proposte dovranno arrivare entro il 20 marzo 2020 (vedi qui il bando).

Intanto le associazioni ambientaliste fanno cartello ed agiscono all’unisono: alla già citata Associazione della Prof.ssa Di Lorenzo si associano Legambiente Sicilia, WWF Sicilia Occidentale, Italia Nostra, Liberambiente, Liberacqua, Marevivo, Lipu. Partono, e non si fermeranno più sino ad oggi, decine di richieste di informazioni ed in seguito diffide legali sulle procedure seguite dalla struttura commissariale ed AMAP, oltre che all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente.

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Sempre grazie al lavoro incessante delle Associazioni citate, si arriva anche ad interrogare il Parlamento Europeo, per avere chiarimenti in merito alle procedure seguite.

L’avvio del Tavolo Tecnico con i Comuni interessati

Per la stesura del Masterplan verranno istituiti dei tavoli tecnici con in comuni interessati. Masterplan che poi dovrà andare in Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) da parte dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente della Regione Siciliana.

Anche in questo caso, per la stesura del Masterplan nessuno ha informato i Consigli comunali di quanto stava accadendo. Coinvolti soltanto i sindaci. A Dicembre 2021 la prima versione del Masterplan è pronta e viene condivisa con le amministrazioni comunali interessate  (vedi qui nota di condivisione).

Completato il Masterplan la struttura commissariale si è subito attivata per il PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale), presentando istanza online (vedi qui) al competente Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana l’1 giugno 2022, che ne ha dato comunicazione a tutti gli enti interessati (vedi nota Assessorato).

Si avvia così la procedura VIA, che vedrà partecipi non solo gli enti, ma anche tutte le associazioni ambientaliste portatrici di interesse, ovvero quelle che dal primo momento hanno mostrato perplessità e dubbi (Link al portale Valutanzioni Ambientali).

A questo link potrete leggere tutti i documenti della procedura, compresi i verbali delle sedute. Ma noi abbiamo qualcosa in più, avendo partecipato agli incontri on line in video conferenza.

Nelle sedute di Conferenza di Servizi si svelano le carte…

Due documenti, prodotti durante la procedura VIA, chiariscono chi davvero sta cercando di salvare il Golfo di Carini e tutto quello che ne consegue, e chi invece sta in “altalena” dichiarando pubblicamente cose e poi facendo l’esatto contrario nelle stanze dove si prendono le decisioni.

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Il primo è una nota congiunta del 19 giugno 2023 a firma dei sindaci di Carini, Capaci e Torretta con la quale si rilascia “parere favorevole a condizione“… in occasione della Conferenza di Servizi nella stessa data. La trovate citata a pagina 16 del verbale della Conferenza di Servizi del 19 giugno 2023.

Durante la discussione in Conferenza, dopo la presentazione della nota da parte del sindaco di Carini, interviene il sindaco di Torretta per evidenziare la presentazione di una diffida da parte dell’avvocato Maria Giustiniano per conto del cartello delle associzioni ambientaliste, e chiede un ulteriore approfondimento (qui trovi la diffida).

La Conferenza dura sino al pomeriggio, quando il sindaco di Torretta,dopo aver sentito i vari interventi dei convenuti e dopo aver letto con attenzione la diffida dell’avvocato Giustiniano, ritira il proprio parere “favorevole a condizione” nel documento sottoscritto con i sindaci di Carini e Capaci, esprimendo il proprio parere contrario.

Il sindaco di Isola delle Femmine esplicita ulteriormente il proprio parere contrario come già ribadito più volte e sottoscritto pure dal Consiglio Comunale.

Anche il rappresentante di Capaci, l’Arch. Giambona su delega del sindaco, si dichiara contrario, lasciando il solo sindaco di Carini “favorevole a condizione“.

Alla Conferenza successiva, anche il sindaco di Carini si troverà costretto a ritirare il parere “favorevole a condizione“, visto che era rimasto l’unico favorevole.

Ad aprile 2024 l’Amministrazione di Carini scopre il taglio di 30 km di rete fognaria

Il secondo documento è relativo alla Conferenza di Servizi del 18 aprile 2024, in pratica l’ultima prima della decisione finale. Ed è in quella occasione, dopo quasi 2 anni dall’inizio della procedura il sindaco di Carini ed i suoi assessori ai Lavori Pubblici e Servizi a Rete scoprono che nel progetto in esame mancano oltre 30 km di rete fognaria rispetto a quanto promesso a suo tempo (qui un estratto video della seduta non riportato nel verbale).

In pratica non avevano mai letto le carte del progetto dal 2021…

Si arriva così alla conferenza definitiva del 3 giugno 2024, con l’approvazione del PAUR.

7 anni persi e siamo ancora agli inizi, la parola al TAR.

L’istituzione del Commissario Unico per la Depurazione, istituito nell’aprile 2017 per accelerare tutte le procedure di appalto per far uscire l’Italia dall’infrazione comunitaria che ci costa decine di milioni di euro l’anno di sanzioni, dopo 7 anni ancora si trova praticamente allo stesso punto della sua istituizione.

Dopo aver speso un paio di milioni di euro in progettazioni, che non gli competono istituzionalmente, in tutto questo tempo e con il cambio di 3 Commissari, siamo ad un progetto di massima, approvato con tanti rinvii e richieste di approfondimento, e sotto la spada di Damocle dei ricorsi ai tribunali amministrativi da parte dei Comuni coinvolti e dal cartello delle associazioni ambientaliste che hanno già presentato ricorso al TAR di Palermo contro l’approvazione da parte dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), oltre l’ennesima diffida agli enti preposti.

I perché delle paure degli ambientalisti: gli sversamenti anomali…

Il 16 gennaio 2018 la ditta DONDI SpA scrive all’IRSAP, all’ARPA ed a tutti gli enti interessati una nota (scaricala da qui) con la quale segnala sversamenti anomali (idrocarburi) nel torrente Ciachea, per il tramite di un bypass a monte dell’impianto di depurazione che ha il compito di evitare che le acque piovane vengano scaricati insieme ai reflui (scolmatore).

Il dipendente segnala che lo sversamento è durato 3 giorni, dal 13 al 16 gennaio, e che l’impianto di sollevamento a monte del depuratore era attivo nonostante non piovesse. Il dipendente in servizio all’impianto dichiara pure che nel passato più volte si era verificato lo stesso evento.

Il 3 luglio 2019 l’AMAP segnala al Comune di Carini, all’ARPA, all’Assessorato Regionale Energia e Servizi ed all’ASP la presenza di uno scarico anomalo all’ingresso dell’impianto di depurazione di Ciachea, consistente in materiale olioso, probabilmente idrocarburi. Il Sindaco di Carini convoca una riunione operativa il 18 luglio, essendo competenza del Comune la competenza sui controlli (qui il documento).

Dal momento in cui AMAP prende in gestione il depuratore di Ciachea si susseguono nel tempo le segnalazioni alle amministrazioni comunali coinvolte (qui i documenti) di scarichi non comformi (idrocarburi ed oliosi) che con una certa frequenza arrivano a monte dell’impianto di depurazione. I dati in nostro possesso si fermano al 2021, ma sappiamo con certezza che sono continuati sino a pochi mesi fa.

Lo schema del sistema di depurazione di Carini

Nel giugno 2020, durante un’ispezione a sorpresa di alcuni consiglieri comunali di Carini ed i rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste, si trova la conferma di quanto denunciato più volte dalla ditta Dondi SpA: a monte dell’impianto di depurazione la stazione di sollevamento dell’impianto di scolmatura (quello che separa le acque piovane dagli scarichi fognari) era attiva (guarda il video girato il 16/06/2020) nonostante non piovesse da almeno 2 mesi, facendo si che parte degli scarichi fognari invece di entrare nell’impianto di depurazione andassero direttamente alla stazione di sollevamento a valle, mischiandosi a quelli depurati, per poi essere scaricati direttamente nel Torrente Ciachea (guarda uno dei tanti video realizzati negli anni dalla nostra testata).

Conclusioni

I dubbi ci sono e sono tanti. Tutta la vicenda parte da 2 condanne dell’Unione Europea per inquinamento ai comuni di Cinisi, Terrasini, Carini, che portano ad una serie di finanziamenti del CIPE per uscire dall’infrazione.

Un progetto finanziato e pronto ad andare in gara per potenziare il Depuratore di Cinisi e che viene esautorato dall’allora Commissario Regionale; da un altro finanziamento relativo al Comune di Terrasini che però non ha un progetto esecutivo e da anni sposta e rinvia la scelta su dove realizzare il proprio impianto di depurazione. Anche questo esautorato dal Commissario Regionale.

C’è poi Carini, con una gara esitata ed i lavori in corso per realizzare una condotta fognaria, ed un’altra esautorata sempre dal Commissario Regionale, con un impianto di depurazione consortile che funziona non si sa come e con evidenti e più volte denunciati sversamenti di idrocarburi ed oli da parte di ignoti che danneggiano l’impianto, senza che nessuno prenda alcun provvedimento se non la solita “carta a posto” per dire che qualcuno è intervenuto a far cosa non si sa.

Arriva poi il “super” Commissario Nazionale alla Depurazione, che esautora a sua volta il Commissario Regionale ed ha il compito di mandare a gara il prima possibile quanto già pronto nel 2017 e risolvere le altre criticità.

Sono passati 7 anni, nulla è andato in gara, le somme disponibili per gli impianti di Cinisi (7 milioni di euro circa) e Terrasini (15 milioni di euro) ed i poco più di 2 milioni per Carini per un tratto fognario, vengono accorpati per risolvere le criticità, con la scelta politica di qualcuno che indica al Commissario Nazionale di collettare gli scarichi a Carini ottimizzando le risorse.

Un’ottimizzazione che ha fatto passare 7 anni senza una soluzione, ad oggi, del problema ed i costi del progetto passati da poco più di 24 milioni di euro a circa 80 milioni, con il rischio che i ricorsi blocchino il tutto per anni.



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