Ulassai paradiso dei Climber

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Turismo tutto l’anno? Tra il dire e il fare non c’è di mezzo soltanto il mare. Per trasformare in realtà il sogno di avere villeggianti nei centri dell’interno senza soluzione continuità forse bisogna prendere lezioni a Ulassai dove arrampicata, escursioni e un’arte che lega alla montagna come quella dell’icona Maria Lai sono in grado di calamitare vacanzieri in ogni stagione e alzare il morale sotto i tacchi calcarei. Il 2004 che volge al tramonto, in termini di presenze turistiche, ha battuto i risultati, pur lusinghieri, degli anni precedenti. Lo sa bene chi a Ulassai è uno specialista del ramo. «Registriamo una crescita costante per quanto riguarda il turismo dell’arrampicata – esordisce Paolo Stagnoli, referente per la Sardegna di Snar, Scuola nazionale arrampicata sportiva, e gestore dell’ostello Nannai climbing home, 20 posti letto complessivamente-. Negli ultimi anni la stagione si è allungata per dodici mesi l’anno. Non abbiamo buchi nelle presenze in ostello. Per qualche settimana notiamo qualche flessione. Chiudiamo per due mesi, a febbraio e a marzo, soltanto perché abbiamo necessità di eseguire lavori».

Il Nannai team climbing (foto concessa)
Il Nannai team climbing (foto concessa)Il Nannai team climbing (foto concessa)

Il Nannai team climbing (foto concessa)

Gli arrivi non si contano. E una moltitudine raggiunge Ulassai perfino da Oltreoceano. «Il 99 per cento dei nostri clienti sono ovviamente arrampicatori. E gli americani – precisa il climber – sono sempre di più. L’incremento dei flussi è dovuto al lavoro che facciamo tutto l’anno, gratuitamente, con la creazione di nuovi settori. Ultimamente collaboriamo con alcuni ragazzi di Ulassai che con noi si impegnano a chiodare nuove vie e pulire nuovi sentieri, trovare altre pareti da scalare. Tutto ciò lo dobbiamo alle nostre forze. Sia economiche, che di tempo che di materiale, in assenza di sovvenzioni pubbliche». L’auspicio è che la situazione possa cambiare. «Ultimamente – continua Stagnoli – abbiamo anche proposto al Comune di impegnarsi nella sistemazione di vecchi settori, dove il materiale è obsoleto. Attendiamo risposte».

Un climber e sullo sfondo l'abitato di UlassaiUn climber e sullo sfondo l'abitato di Ulassai
Un climber e sullo sfondo l'abitato di UlassaiUn climber e sullo sfondo l'abitato di Ulassai

Un climber si arrampica su una falesia del Canyon Sa Tappara; sullo sfondo Ulassai (Us)

Nel frattempo Ulassai continua a crescere. E crea valore aggiunto sul fronte delle vacanze. Guai a chiamarle mordi e fuggi. «Gli ospiti che arrivano – osserva l’operatore turistico – soggiornano qui almeno una settimana. Abbiamo connessioni con tutte le strutture turistiche del paese, che crescono con noi. Stanno nascendo diversi air b&b, molta gente del paese sistema le proprie seconde case che erano abbandonate in funzione dell’accoglienza. I cittadini di Ulassai stanno dando una seconda vita a queste abitazioni. Il paese sta cambiando faccia anche in questo senso».

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Non solo. Nel paese dei tacchi, per tanti, è bello vivere tutto l’anno. «Molta gente, in gran parte di nazionalità italiana», racconta Stagnoli, «sta comprando casa a Ulassai per venire a vivere qui. Stando alla cerchia delle mie amicizie, almeno una dozzina di persone si sono stabilite a Ulassai». Siccome l’Ogliastra non è fatta a compartimenti stagni, il mondo del climbing da Ulassai si apre anche ad altri comuni. «Qualche anno fa, grazie alla collaborazione del Comune di Ussassai, abbiamo chiodato una nuova falesia in zona Niala, dove si è tenuta una bella festa di inaugurazione. E ora la parete è inserita nella guida di arrampicata. Anche a Jerzu abbiamo chiodato nuovamente una falesia che si chiama Isola del tesoro. Un posto incantevole dove i climber temevano di andare perché il materiale era fatiscente».

Escursionisti a Ulassai (foto Ceas)Escursionisti a Ulassai (foto Ceas)
Escursionisti a Ulassai (foto Ceas)Escursionisti a Ulassai (foto Ceas)

Escursionisti a Ulassai (foto Ceas)

Con il settore dell’arrampicata si espande anche quello del trekking e delle escursioni. «Il turismo è sicuramente cresciuto negli ultimi anni», sostiene Cinzia Moi, responsabile del Ceas Anemos di Ulassai. «Questo grazie al contributo dell’amministrazione comunale, alle associazioni presenti, come la Pro Loco, che organizza eventi durante l’anno, all’associazione che organizza il festival nel mese di giugno, ma anche al lavoro di Forestas che si occupa della sistemazione e pulizia dei sentieri. Il Ceas collabora con le associazioni durante gli eventi e le manifestazioni organizzati durante l’arco dell’anno e inserisce le escursioni sul territorio in tutti i progetti di educazione ambientale finanziati dalla Regione Sardegna».

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