Mosca punisce la Moldavia, Kiev ferma il gas russo per Slovacchia e Austria

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Quello dell’energia è uno dei fronti, neanche troppo secondario, della guerra tra Russia e Ucraina, che il prossimo febbraio toccherà il terzo anniversario dall’inizio dell’invasione. Un tema sensibile, tra l’altro, che investe altri Paesi europei, alla luce del loro rapporto con Mosca. Ieri il Cremlino ha alzato nuovamente il tiro nei confronti dell’Europa con una delle sue armi a disposizione, quella del gas, annunciando l’interruzione delle forniture alla Moldavia, candidata all’adesione all’Ue. Ufficialmente, perché non ha onorato i suoi debiti (709 milioni di dollari).

Gazprom (afp)

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La “ritorsione” di Mosca su Chisinau, dal 1° gennaio stop al gas fornito da Gazprom

Così facendo, Putin spera di mettere pressione sugli europei, per piegarli alle sue condizioni in vista di un’eventuale, difficile trattativa con Kiev per la fine delle ostilità, come ribadito solo a parole da Putin due giorni fa. La motivazione per cui Gazprom chiuderà il rubinetto che rifornisce Chisinau parla di un rifiuto, da parte delle autorità moldave, di “saldare i propri debiti”. Il colosso russo, inoltre, “si riserva il diritto” di intraprendere ulteriori azioni, tra cui rescindere il contratto con la Moldavia. Immediata si è levata la protesta del premier moldavo Dorin Recean: “Il governo condanna questa tattica repressiva e ribadisce di non riconoscere alcun presunto debito, che è stato dichiarato non valido da una verifica internazionale”.

Il contenzioso sul gas tra Mosca e Chisinau risale a prima dell’inizio della guerra in Ucraina, ma i rapporti sono ai minimi termini da quando le autorità moldave hanno accelerato nel percorso di integrazione verso l’Ue, culminato con un referendum che ha sancito il sì all’adesione (seppur con uno scarto minimo). Inoltre, la presidente moldava Maia Sandu, fervente europeista, è stata appena confermata per un secondo mandato al termine di un’elezione offuscata dalle accuse di ingerenza del Cremlino nell’ex Repubblica sovietica.

L'incontro al Cremlino tra Vladimir Putin e Robert Fico

L’incontro al Cremlino tra Vladimir Putin e Robert Fico (AFP)

La mossa di Fico, dietro la minaccia di interrompere il flusso di elettricità verso Kiev

La lotta per il gas, con azioni e ritorsioni, si è innestata nel più grande gioco di mosse e contromosse legate ai tentativi di portare i due belligeranti principali a provare a intavolare delle trattative. Robert Fico ha spiazzato l’Ue, volando a Mosca per un faccia a faccia con Putin, con l’offerta di ospitare i colloqui di pace a Bratislava. Il premier slovacco si è allo stesso tempo scagliato contro Zelensky, accusandolo di non essere interessato a un cessate il fuoco. E minacciando poi di interrompere il flusso di elettricità verso Kiev, o altre azioni, se l’Ucraina, come annunciato, bloccherà la fornitura di gas russo alla Slovacchia, sempre a partire dal primo gennaio. Col nuovo anno, infatti, si prevede – come arma di ricatto – un blocco dei gasdotti che dalla Russia passano per l’Ucraina e raggiungono Slovacchia, Ungheria, Austria e indirettamente anche l’Italia.

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Robert Fico/Volodymyr Zelensky

Robert Fico/Volodymyr Zelensky (ansa)

Dura la replica del leader ucraino: Fico fa una “politica miope agli ordini di Mosca, che tra l’altro danneggerà il popolo slovacco” e allontanerà il suo Paese dall’Ue. La Commissione europea ha poi chiarito che prevede che l’impatto della fine del transito di gas russo attraverso l’Ucraina sarebbe “limitato” sulla sicurezza dell’approvvigionamento nell’Unione europea, eccetto in Austria e Slovacchia. Lo hanno assicurato fonti comunitarie alla EFE. “L’impatto della fine del transito attraverso l’Ucraina sulla sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE è limitato”, hanno sostenuto le fonti dell’esecutivo comunitario, poiché l’interruzione del flusso attraverso il territorio ucraino decisa da Kiev è una situazione “prevista” e la Ue è “pronta”. Tuttavia, l’Austria e la Slovacchia saranno gli Stati membri “più colpiti”, poiché il gas russo rappresenta circa il 60% della loro domanda, secondo le fonti. La chiusura avverrà alla scadenza del contratto esistente dal 30 dicembre 2019 tra la russa Gazprom e l’ucraina Naftogaz Ukrainy e il rifiuto dell’Ucraina di negoziare un nuovo contratto, che consentirebbe alla Russia di guadagnare denaro per finanziare la guerra.

 

In Italia aumenti del 30% nei prossimi 12 mesi

Tuttavia, anche l’Italia si appresta a un sensibile aumento dei costi delle bollette. Secondo le previsioni, nei prossimi 12 mesi il prezzo dell’energia aumenterà di quasi il 30% con un impatto significativo sulle bollette di chi ha un’offerta a prezzo indicizzato; Facile.it ha stimato che, per una famiglia tipo nel mercato libero, il rincaro sarà di 272 euro tra luce e gas, con una spesa complessiva che arriverà a 2.841 euro, rispetto agli attuali 2.569 euro (+11%). L’analisi è stata realizzata prendendo in considerazione l’andamento degli indici Psv e Pun negli ultimi 12 mesi (dicembre 2023 – novembre 2024) e le previsioni elaborate dall’European Energy Exchange (Eex) per i 12 mesi successivi, a parità di consumi e altre condizioni economiche che gravano in bolletta.

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