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Finito l’anno ed è giunta l’ora di Mainstream 2024 nel trarre bilanci. Le analisi di matrice digitale esclusive sulle interazioni di X rendono giustizia all’attività delle testate giornalistiche analizzate nel corso dell’anno. Nel 2024, l’anno nero del giornalismo, il pubblico ha conosciuto per la prima volta su X un modo per mettere in discussione in tempo reale, attraverso le community notes, le notizie fornite dai quotidiani di tutto il mondo. L’Italia e la sua community non hanno esitato nel portare avanti questo dibattito.
Stampa su X: tutti i numeri del 2024
L’analisi di Matrice Digitale di fine anno racchiude la somma di tutte le analisi svolte nel corso di questi 12 mesi. I profili analizzati sono quelli del Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Il Tempo, Il Giornale, La Verità, L’Avvenimento, il Manifesto e, sulla base di queste attività dei profili, Matrice Digitale è riuscita a trovare e ad analizzare ben 2.429.610 tweet che hanno generato 13.555.586 “Mi piace”, 2.706.683 condivisioni, 353.899 citazioni, 2.817.902 commenti.
Vedendo l’attività dei profili su X, notiamo come il Corriere della Sera sia quello che ha tweetato di più (23.616 tweet). Repubblica e La Stampa hanno un numero approssimativamente simile di tweet (19.786 e 19.666). All’ultimo posto troviamo il Manifesto con 2.852 tweet e l’Avvenire con 5.352 tweet. La Verità ha ottenuto 6.577.000 tweet pubblicati. Tuttavia, il numero delle interazioni cambia e infatti notiamo come la Verità, con soli 8.657 tweet, abbia ottenuto gli stessi like del Corriere della Sera.
Testata | Tweet | Mi piace | Condivisioni | Citazioni | Commenti |
Corriere della Sera | 23.616 | 804.607 | 126.746 | 70.91 | 360.620 |
Repubblica | 19.786 | 822.031 | 166.461 | 56.514 | 446.638 |
La Stampa | 19.666 | 587.854 | 121.991 | 37.497 | 282.58 |
Il Fatto Quotidiano | 13.09 | 907.04 | 414.493 | 32.65 | 218.307 |
IL TEMPO | 12.309 | 405.924 | 82.704 | 10.102 | 133.784 |
ilGiornale | 9.868 | 174.167 | 31.964 | 6.057 | 74.705 |
La Verità | 6.577 | 803.094 | 264.162 | 16.885 | 114.457 |
𝐀𝐯𝐯𝐞𝐧𝐢𝐫𝐞 | 5.352 | 140.837 | 45.863 | 3.622 | 18.435 |
il manifesto | 2.852 | 261.648 | 102.759 | 6.532 | 24.949 |
Dal punto di vista degli indici di gradimento, viralità e dibattito, la classifica è sicuramente interessante. Perché? Perché innanzitutto il profilo che ha ottenuto più like è Il Fatto Quotidiano con 907.040, che ha ottenuto anche maggiori condivisioni. Mentre il numero di citazioni appartiene al Corriere della Sera (70.910), il numero dei commenti (lo scettro) appartiene a Repubblica e Corriere.
Indice di gradimento, viralità e dibattito
Dal punto di vista dell’indice di gradimento, troviamo una situazione interessante dove risulta che La Verità e il Manifesto sono i giornali più graditi insieme a Il Fatto Quotidiano. Non male Repubblica molto contestata in quest’ultimo anno; ultimi in classifica Il Giornale, l’Avvenire e La Stampa. Il dato della Stampa è sicuramente più preoccupante degli altri perché ha pubblicato un numero di tweet simile a Repubblica senza riscuotere il gradimento del pubblico.
La sorpresa Tempo, invece, si dimostra in crescita ma non tanto. La Verità è il giornale che ha avuto maggiori condivisioni insieme al Manifesto e al Fatto Quotidiano, seguiti da Repubblica e, allo stesso tempo, da Avvenire. Male Il Giornale, Il Tempo e La Stampa.
Per quanto riguarda l’indice di dibattito, il giornale più commentato, negativamente nella maggior parte dei casi, risulta essere Repubblica, seguito da La Verità, Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera e La Stampa. I giornali più famosi, a parte La Verità, di dimensioni minori, che comunque ha assunto posizioni ben precise sulla pandemia e sul Covid, sono stati bersagliati da un maggior numero di commenti in media per tweet.
Gli influencer della Carta Stampata
Per quanto riguarda l’analisi dei giornalisti che hanno ottenuto maggiore successo e gradimento, collegati alle varie attività dei media analizzati, Peter Gomez (Il Fatto Quotidiano) e Paolo Berizzi (Repubblica), seguiti dal direttore del Tempo, Tommaso Cerno, sono stati quelli più apprezzati, seguiti da Mauro Biani e Daniele Capezzone, direttore di Libero. Mauro Biani, a differenza dei giornalisti citati, è vignettista su Repubblica.
Spazio anche in classifica per Jacopo Iacoboni del La Stampa (famoso per le sue notizie di guerra), e Francesca Totolo, che si è contraddistinta per le notizie sull’immigrazione. Massimo Giannini è il giornalista che chiude la classifica, anticipato da Claudio Borghi, che risulta essere l’unico politico presente nelle alte sfere. Nella classifica è presente anche il giornalista del Tempo, Filippo Biafora, il primo degli outsider che compongono il quinto posto. Una menzione speciale va agli utenti Chiara, Simona e Non Son Pago, per i “mi piace” ottenuti, pur essendo estranei al mondo del giornalismo.
Chi è stato quello più menzionato nel Mainstream 2024?
Dal punto di vista delle menzioni, Repubblica è il giornale che ha raccolto 600 mila menzioni, insieme a Corriere della Sera, Fatto Quotidiano e La Stampa. Seguono Il Tempo, La Verità e Il Giornale. Questo dato è molto importante perché, nelle menzioni, nella maggior parte dei casi, non c’è solo un aspetto di condivisione di un post, bensì ci troviamo dinanzi a una contestazione nei confronti dei quotidiani che pubblicano le notizie.
Non è un caso che, ad aver avuto maggiore risalto, siano stati Berizzi, Gomez, ma anche Giannini, che sale di posizione pur avendo un gradimento minore: questo è indicativo di come sia stato effettivamente penalizzato da commenti negativi. C’è spazio anche per il direttore de La Verità, Maurizio Belpietro, e il giornalista Francesco Borgonovo. Dal punto di vista delle menzioni, Daniele Capezzone è l’ultimo, anticipato dall’unica politica presente in classifica, che è Giorgia Meloni il cui 2024 sui social gode di grandi soddisfazioni.
Gli argomenti del Mainstream 2024
Il 2024 si è contraddistinto anche per diverse tematiche. Le tematiche rappresentate da Matrice Digitale trovano come hashtag più condiviso il tempo quotidiano. Ciò dimostra quanto già anticipato, ossia che il Tempo è cresciuto sia grazie al governo Meloni, sia grazie alla figura di Tommaso Cerno, spesso chiamato come opinionista in televisione.
Per quanto concerne la parola più twittata al di fuori del contesto editoriale, la leader indiscussa è Giorgia Meloni, seguita dal Partito Democratico, Salvini e Giuseppe Conte. Gaza, che insieme a Israele arrivano a un 9%. Si registra in realtà un interesse simile attraverso diverse parole chiave che rappresentano Putin, e Russia. Anche loro ottengono un 10%, una cifra quasi simile complessivamente a quella del conflitto israelo-palestinese, con Trump e USA che occupano insieme un 6%. Tra i politici, figura anche Elly Schlein, che ricordiamo essere la politica con meno attività su X: con il suo 3% che rafforza comunque la presenza del Partito Democratico nel dibattito.
Il sentiment sul Mainstream 2024
Al netto di tutte le attività, Matrice Digitale ha realizzato un’analisi molto approfondita del sentiment dei tweet che citano e menzionano le testate giornalistiche. Il risultato è sorprendente: infatti, si può notare come l’Avvenire sia il quotidiano più gradito nei commenti. Il Tempo è polarizzante perché ha una fetta impercettibile di commenti neutri e presenta una nutrita fetta di commenti negativi. Il Fatto Quotidiano e il Manifesto hanno una percentuale di commenti simili, anche se il Fatto ha più commenti negativi e meno commenti neutri.
Il Giornale presenta commenti sia positivi sia negativi. La Verità si avvicina a un bilanciamento del 50%, cosa che in realtà avviene anche per Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa. Questo testimonia il fatto che i grandi media siano stati messi sotto osservazione dal pubblico con un occhio particolarmente critico. Seguici su X
Analisi dell’autore
L’anno nero del giornalismo su X è dovuto al fatto che le community notes hanno iniziato a mettere in discussione in tempo reale molte notizie che sono state date dalla stampa, definita mainstream in tono spesso sprezzante. Infatti, il trend che si è visto su X è stato quello di una maggiore sensibilità alle notizie diffuse dai principali organi di stampa, e questo dovrebbe, in un certo senso, spingere a un processo di autocritica dell’informazione se vuole sopravvivere con una credibilità simile a quella degli anni passati.
Manca autocritica
In realtà, sembrerebbe che l’unica giustificazione che il mondo dell’informazione abbia, sia quella secondo cui i social network siano pieni di disinformazione. Purtroppo, però, è stato dimostrato più volte che a fare disinformazione sono stati gli stessi media, e questo non ha fatto altro che contribuire al risultato negativo del sentiment del pubblico. Le condivisioni di articoli spesso, quando riguardano delle menzioni o delle citazioni, si trovano ad avere una percentuale maggiore di persone che dissentono dalle notizie diffuse e, in alcuni casi, le smentiscono, non sempre con teorie complottistiche. Non è detto, infatti, che qualsiasi critica nei confronti della stampa possa essere bollata come complottismo e la controinformazione spesso risulta essere più accurata dell’informazione di massa.
Giornalisti o propagandisti?
Un altro problema è quello dei contenuti polarizzati espressi da determinati giornalisti su determinate tematiche come la guerra, l’immigrazione e, in alcuni casi, anche la politica, che contribuiscono ad aumentare la portata e la visibilità dei post, ma allo stesso tempo creano un problema di credibilità dell’intero sistema, soprattutto quando i giornalisti smettono di raccontare i fatti e imbracciano il megafono, diffondendo non sempre notizie oggettive, bensì una verità nettamente parziale.
La questione che sorprende è il fatto che le elezioni degli Stati Uniti d’America non siano state così polarizzanti in Italia, in termini di attenzione, come lo sono stati i conflitti. Viene confermato ancora una volta che il ruolo istituzionale di Meloni è quello che ottiene maggiori successi dal punto di vista di una politica che cambia e che, grazie a X, soprattutto, guadagna una forte visibilità ed autopromozione. Diverso il discorso anche per Salvini, che risulta tenere lo stesso passo del maggiore rappresentante sui social della contestazione a Meloni, cioè Giuseppe Conte. Salvini ha una comunicazione al limite tra l’istituzionale e l’attivismo politico grazie anche al processo che l’ha visto assolto su Open Arms
Non stupisce che Gomez, Berizzi e Cerno siano i giornalisti che hanno ottenuto più successo e con Daniele Capezzone al quinto posto ed escluso Mauro Biani, che è un vignettista, possiamo dividere il successo tra “giornalismo di maggioranza e d’opposizione”. Nel caso di Berizzi, è un’opposizione pura al governo nel segno dell’antifascismo mentre nel caso di Peter Gomez, è un’opposizione ibrida contro il governo contro le posizioni sui conflitti in essere. Daniele Capezzone e Tommaso Cerno si confermano i top player schierati in campo dall’informazione vicina alle posizioni del governo Meloni.
Il 2025 come sarà?
Il 2025 è difficile da prevedere per quanto riguarda l’informazione soprattutto se X sarà messa alle strette come l’Europa sta insinuando nell’immaginario politico sottovalutando che ci troviamo dinanzi a un pubblico che in realtà non corrisponde alla fattispecie degli “analfabeti funzionali” del nostro Paese, che ha mostrato una capacità di ragionamento critico, di analisi, di valutazione e di ricerca delle fonti che, oramai, i giornali – per tempo o per disponibilità economiche – hanno cessato nella maggior parte dei casi di fare attenendosi alle fonti delle note agenzie sovranazionali.
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