di D.B.
Le province di Perugia e Terni si posizionano nella parte alta della classifica nazionale per quanto riguarda la percentuale di imprese guidate da donne. Il quadro emerge da un’analisi dell’ufficio studi della Cgia di Mestre pubblicata sabato e basata sui dati – aggiornati al 30 settembre – delle Camere di commercio. Perugia si piazza al 28esimo posto con il 25 per cento di imprese femminili sul totale, mentre Terni fa meglio posizionandosi al 15esimo posto con un’incidenza del 26,6 per cento. In termini assoluti in provincia di Perugia le imprese “rosa” sono 14.837, mentre in quella di Terni 4.908. Entrambe le province umbre superano la media nazionale (22,7 per cento), dimostrando una buona presenza femminile nel tessuto imprenditoriale locale.
La classifica A guidare la classifica nazionale sono le province del Mezzogiorno. Cagliari si aggiudica il primato con il 40,5 per cento di imprese guidate da donne, seguita da Benevento (30,5 per cento) e Avellino (30,2 per cento). All’opposto, le province con la minor presenza femminile nel mondo imprenditoriale si trovano prevalentemente al Nord: in coda alla classifica ci sono Bolzano (18,9 per cento), Trento (18,6) e Milano (17,9).
In Italia A livello nazionale, l’Italia vanta il primato europeo per numero di donne imprenditrici, con 1,6 milioni di lavoratrici autonome nel 2023. Questo dato per Cgia assume una rilevanza ancora maggiore se si considera che la popolazione femminile italiana in età lavorativa è inferiore rispetto a quella di Francia e Germania. Come sottolinea l’ufficio studi, questo primato «evidenzia ulteriormente la notevole propensione degli italiani, sia maschi che femmine, all’imprenditorialità».
I settori In quali settori le percentuali sono più alte? In Italia circa il 56 per cento delle donne imprenditrici lavora nel settore dei servizi alla persona (quali parrucchiere,
estetiste, tatuatrici, massaggiatrici, pulitintolavanderie e così via) e nei servizi alle imprese (in qualità di titolari o socie di agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, imprese di pulizie, noleggio di veicoli, agenzie pubblicitarie, fotografe, video maker, studi di commercialisti e
consulenti del lavoro). Poco meno del 20 per cento invece opera nel commercio, mentre poco oltre il 10 per cento è attivo nell’Horeca e un ulteriore 6 per cento nell’industria e un altro 6 per cento nell’agricoltura. E in Umbria? Cgia non fornisce dati ma diversi studi e analisi hanno messo in evidenza come anche nel Cuore verde il settore dei servizi alla persona sia quello predominante, seguito da commercio al dettaglio, turismo e ospitalità e servizi di consulenza. Forte presenza di donne anche per quanto riguarda l’artigianato artistico e agriturismi; percentuali significative si registrano anche per le aziende agricole.
I fattori Diversi fattori motivano le donne a intraprendere un percorso imprenditoriale. Da un lato, spiega Cgia, ragioni strutturali come la disoccupazione o la presenza di incentivi economici spingono a considerare l’imprenditorialità come una necessità. Dall’altro lato, motivazioni intrinseche come la flessibilità nella gestione degli impegni lavorativi e familiari e la volontà di realizzare i propri sogni contribuiscono a rendere l’autoimpiego uno strumento per «riconquistare protagonismo nella propria vita professionale». Inoltre, l’imprenditoria femminile si dimostra un motore per l’occupazione femminile. Come evidenziato da diversi studi internazionali, «le donne che fanno impresa tendono ad assumere altre donne in misura significativamente maggiore rispetto ai loro colleghi maschi».
Scoccia «L’imprenditoria femminile – commenta la consigliera comunale di Perugia Margherita Scoccia – ha potenzialità straordinarie, sostenerla e valorizzarla significa costruire un futuro più equo e innovativo nel quale ogni donna può trasformare le sue idee in realtà per contribuire al progresso della società». «È un dato da valorizzare e da sostenere – spiega Scoccia a proposito della percentuale della provincia di Perugia -. Dobbiamo impegnarci per fare di più in quanto l’imprenditoria femminile è un moltiplicatore di crescita fondamentale. Un ulteriore importante elemento del quale tener conto, secondo lo studio, risiede nel fatto che le donne che fanno impresa tendono ad assumere altre donne in misura significativamente maggiore rispetto ai loro colleghi maschi. Per tutte queste ragioni continuare a sostenere le donne che creano e guidano imprese significa investire in un futuro più prospero, inclusivo e sostenibile».
Source link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Source link