Eredità Agnelli a Report, ecco tutti (gli altri) documenti segreti della Dicembre – Torino Cronaca

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Una cassaforte piena di segreti, la Dicembre dei fratelli Elkann, che permette il controllo dell’impero. Di incongruenze, di cessioni e donazioni di quote, di passaggi di denaro non documentati e forse persino di firme falsificate. Sono questi i temi con cui la questione dell’Eredità Agnelli torna al centro della puntata di Report, in onda questa sera sui Rai3. Ma oltre al documento esclusivo che la trasmissioni di Sigrido Ranucci mostrerà, ci sono altri punti oscuri su cui la Procura indaga e che noi siamo in grado di mostrarvi.

Sappiamo bene che la Dicembre è stata costituita dall’Avvocato Gianni Agnelli e dai suoi consulenti come società semplice, divisa in quote, per operare in un solo modo: il controllo dell’accomandita di famiglia Giovanni Agnelli BV che raduna i cento discendenti del fondatore della Fiat e nella quale comanda John Elkan. Da qui, il controllo azionario di Exor e dunque di Stellantis, Ferrari e tutto l’impero valutato oltre 35 miliardi di euro.

Microcredito

per le aziende

 

In che modo, ora, questa società diventa importante? La contestazione di Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, è da sempre che, se ci fossero passaggi irregolari, fra donazioni e cessioni, allora la Dicembre dovrebbe ricadere nell’asse ereditario di Marella Agnelli, dunque parte delle quote dovrebbero ora essere di Margherita. E il controllo pieno della società cambierebbe. Ricostruiamo i passaggi salienti, e più “attenzionati” dalla Procura di Torino che indaga per truffa ai danni dello Stato nei confronti dei tre Elkann, passaggi tutti successivi alla morte dell’Avvocato, nel gennaio del 2003.

Ci basiamo su documenti che abbiamo potuto consultare, ma come per la Procura e la stessa Margherita, non si tratta degli originali. Bensì di copie. Gli originali non sono stati trovati neppure nel corso delle perquisizioni a casa di John Elkann o negli studi del commercialista Gianluca Ferrero – indagato anch’egli come gli Elkann – o, lo scorso 7 dicembre, del notaio Morone, a sua volta indagato.

Il 24 febbraio 2003 Marella Agnelli dona a John una quota della Dicembre nominale di poco più di un milione e 965mila euro della Dicembre. Nel documento, le parti però stabiliscono che il valore di quella quota è attorno ai 65 milioni di euro. Dunque una stima che porterà al valore attuale della società, preludio di un aumento di capitale a quel tempo non ancora effettuato.

Il 26 giugno 2003 arriva l’aumento di capitale della Dicembre. Nei documenti si parte dai valori precedenti, dunque attorno ai 7 milioni di euro. Margherita – per lei firma l’avvocato Emanuele Gamna – sottoscrive l’aumento di capitale di una trentina di milioni, Marella rinuncia per fare in modo che Margherita possa avere una quota superiore, come da suo desiderio. Alla fine dell’atto, John ha una quota che vale 56 milioni di euro (i 60 di febbraio, diluiti dall’aumento di quota della madre) ma il notaio annota soltanto il bonifico alla Simon Fiduciaria di Margherita.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

5 aprile 2004: Margherita cede le proprie quote di Dicembre alla madre, il prezzo stabilito è 105 milioni “che è stato pagato prima d’ora”. Per Margherita firma ancora l’avvocato Gamna. La certificazione di conformità di questo atto, però, da parte del notaio Morone è soltanto del 14 giugno 2021.

il 19 maggio 2004 Marella cede le sue quote di Dicembre a John (un milione appena), Lapo e Ginevra (20 milioni di euro ciascuno). Anche questo atto ha la dichiarazione di conformità a giugno 2021. Ma è su questo che si concentra l’attenzione della Procura e di Report. Secondo il perito Silvia Benini, nei documenti trovati dal giornalista Manuele Bonaccorsi, la firma di Marella “potrebbe essere stata falsificata” seppur solo con un “grado probabilistico”. Nel corso degli anni, infatti, sui vari documenti la firma di Marella cambia sensibilmente: addirittura il 1 settembre 2015, ossia l’atto che sancisce l’assetto definitivo di Dicembre, sembra fatta con il pennarello.

Ma anche le firme degli altri membri sembrano modificarsi. John, per esempio, passa nel tempo da “John Elkann” a “John Philip Elkann”, con una firma aggraziata e tondeggiante, veloce in certe linee. Lapo, che ha la firma più complessa, molto indirizzata verso l’alto e con occhielli generosi, alterna il “Lapo Elkann” al “Lapo Edvard Elkann”. Quella di Ginevra, invece, è la più strana. Molto “scolastica” in alcune fasi, ma chiaramente leggibile, arriva alla fine di alcuni atti – quelli del 2021 con le certificazioni del notaio – che sembra composta solo dal nome. 

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Ma la Procura, che indaga sulla residenza svizzera – che considera fittizia – di Marella Agnelli, si sofferma appunto solo su quella della vedova dell’Avvocato. E, dato anche interessante, sui pagamenti delle cessioni delle varie quote. Come vi aveva spiegato il collega Federico Gottardo in un articolo passato, nei documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza non compaiono mai bonifici e disposizioni dei pagamenti. Abbiamo visto che la formula usata dal notaio è sempre “pagata prima d’ora”. 

Compaiono in compenso tre posizioni presso la Gabriel Fiduciaria – dove aveva sede la Dicembre – la 421, 422 e 423 riferite ai tre fratelli Elkann. Da qui sarebbero partite le disposizioni per pagare le quote di Marella, circa 80 milioni di euro, in data 19 maggio 2004. Al di là che Margherita da tempo si chiede dove avessero trovato tutti quei soldi i suoi figli – per generose che fossero le retribuzioni di John e Lapo in Fiat a quei tempi, non risultava fossero milionari “di loro” -, le posizioni in questione – definiamoli pure “conti correnti” per spiegarci meglio – risultano chiuse il 17 maggio. Dunque, questa la domanda della Procura fatta sua da Report, come poteva operare?

Come detto, se il tribunale – in sede civile è stato ottenuto di far confluire i documenti dell’inchiesta penale – dovesse invalidare alcuni atti, per via del diritto ereditario Margherita arriverebbe a detenere una quota della Dicembre attorno al 36%, con Lapo e Ginevra che quasi scomparirebbero. John Elkann resterebbe più che azionista di maggioranza, in virtù di quelle donazioni di Gianni Agnelli in vita e di quelle di Marella non considerate – ancora – sospette e, in ogni caso, anche se vi fosse l’intenzione di indagare ci sarebbero gli estremi della prescrizione, ci spiega una fonte giuridica. Dunque, come si troverebbe John a operare, dovendo condividere l’azionariato con la madre o, peggio ancora, con i fratellastri figli del secondo matrimonio con Serge de Pahlen – peraltro considerato un oligarca di Putin – e più nello specifico con Pietro?

Prestito personale

Delibera veloce

 

Gli avvocati degli Elkann, già nella giornata di ieri, hanno diffuso una nota secondo cui “John, Lapo e Ginevra Elkann sono legittimi titolari di tutte le quote della Dicembre che essi detengono e pertanto l’attuale assetto proprietario di tale società non può essere messo in discussione in alcun modo. Gli atti del 19 maggio 2004, mostrati da Report, sono stati validamente sottoscritti con autentica notarile e sono validi” e tutte le considerazioni o affermazioni della controparte sono state “soccombenti” in sede di giudizio. Finora. La battaglia continua.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link