I dati esclusivi dell’ultimo monitoraggio Arera: il Servizio a tutele graduali il contratto più conveniente, segue la Maggior tutela dei vulnerabili. Sul libero mercato in media si paga di più
Le bollette dell’energia tornano a far preoccupare, complice l’inverno freddo e i prezzi del gas (a cui sono legati quelli dell’energia elettrica) saliti ai massimi da un anno. È poi imminente la scadenza dell’accordo per il transito del gas russo attraverso l’Ucraina: dal 31 dicembre il metano di Gazprom che ancora in parte rifornisce l’Europa — e in piccola parte anche l’Italia (5-10%) — potrebbe non arrivare più, mentre ieri Mosca ha annunciato anche l’interruzione delle forniture alla Moldova.
Gas ai massimi da dicembre 2023
Per scrutare l’orizzonte, si guarda all’andamento delle quotazioni sul mercato europeo, il Ttf di Amsterdam, dove oggi per acquistare gas con consegna a gennaio servono 47,7 euro al megawattora, il 16 dicembre ne bastavano 40. Il contratto future con consegna a febbraio vale già 48 euro contro i 40,5 euro del 16 dicembre. Si tratta di rialzi di circa il 20% che rischiano di scaricarsi anche sulle bollette delle famiglie italiane.
L’aggiornamento tariffario: a gennaio +18,2%
A dare il segnale di una spesa energetica in aumento è stato venerdì 27 dicembre l’aggiornamento dell’Autorità Arera sulle bollette di 3,4 milioni di clienti cosiddetti vulnerabili (chi ha più di 75 anni, disabili, percettori di bonus sociale e altre categorie deboli) rimasti nel Servizio maggior tutela: dal primo gennaio 2025 le tariffe saliranno del 18,2% rispetto al quarto trimestre 2024. Nel primo trimestre 2025, il prezzo dell’energia elettrica (la materia prima) sarà di 16,64 centesimi per kilowattora. «I prezzi — commenta Furio Truzzi, presidente di Consumers’ Forum — sono destinati a salire nei primi mesi del 2025 e le cause risiedono nelle tensioni internazionali e nella elevata finanziarizzazione dei mercati delle materie prime». Se un rincaro del 18,2% può sembrare alto, i vulnerabili comunque spenderanno meno per la luce rispetto a chi è passato al mercato libero.
I dati Arera: tutele graduali le più convenienti
In base all’ultimo monitoraggio Arera del mercato retail (i clienti domestici) datato novembre 2024 e non ancora pubblicato, emerge che i prezzi dell’energia sul mercato libero sono risultati finora più alti rispetto a quelli dei mercati tutelati: la rilevazione più recente, quella relativa a settembre 2024, mostra che un cliente del Servizio a tutele graduali (il regime in cui è entrato chi era in tutela al 30 giugno 2024 e non è passato al libero mercato) per la materia prima spende meno di tutti: 10 centesimi al kilowattora. I vulnerabili in maggior tutela hanno speso 13 centesimi, mentre chi ha scelto un contratto nel libero mercato a prezzo variabile ha speso in media 24 centesimi e chi con prezzo fisso 25 centesimi, sempre facendo una media. Con un emendamento alla legge Concorrenza del deputato Alberto Gusmeroli, tutti i vulnerabili potranno chiedere, fino al 30 giugno 2025, di passare al Servizio a tutele graduali che dà uno sconto di 113 euro all’anno.
Mercato libero, difficile scegliere
Dal monitoraggio emerge anche che scegliere tra le centinaia di offerte sul mercato libero è complicato. Prendendo l’ultimo dato disponibile – settembre 2024 – solo un consumatore su dieci tra coloro che hanno cambiato fornitore a prezzo fisso ha trovato un’offerta più conveniente dal punto di vista del prezzo della materia prima (senza tener conto dei servizi aggiuntivi): 38.029 persone hanno optato per contratti più cari, 27.834 quelle che hanno scelto offerte più convenienti. Tra chi cercava contratti con prezzo variabile: 251.783 utenti hanno scelto un’offerta non conveniente e solo 28.9935 consumatori tra quelle più convenienti.
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