Viareggio, furti in chiesa e satanismo: chi c’è dietro ai colpi sacrileghi

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VIAREGGIO. Sarà aumentata la videosorveglianza alla chiesa di Santa Maria Assunta nel quartiere Migliarina. La chiesta è finita un paio di giorni prima di Natale nel mirino di un gruppo di ladri, autori di un furto sacrilego di ostie e oggetti sacri – oltre a un computer e vari gioielli trafugati dagli appartamenti sopra la canonica – che ha scosso l’intera comunità anche per l’ipotesi, quanto mai concreta, di una matrice di stampo satanista. La decisione sembra ormai prossima, tant’è che la parrocchia ha già incaricato un elettricista per avere un primo preventivo per l’intervento.

Dopo l’incendio

Il progetto era in cantiere da tempo ma ancora non era stato possibile realizzarlo. A settembre, dopo l’incendio che danneggiò seriamente il vicino oratorio distruggendo il gazebo solitamente utilizzato per le sagre della parrocchia, l’intenzione di aumentare il numero di telecamere presenti nella zona era stato rispolverato senza però, ancora una volta, essere messo in pratica. «Abbiamo dovuto far fronte alle spese per quanto avvenuto – spiega don Daniele Ricci, parroco della Migliarina e del Terminetto – ma dopo quanto avvenuto nei giorni scorsi ci siamo attivati anche con un elettricista per capire tempi, modi e costi per aumentare la videosorveglianza, in particolare intorno alla chiesa».

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Fedeli preoccupati

Intanto pochi giorni dopo il furto sacrilego subito, alla chiesa della Migliarina tutto sembra tornato alla normalità. O quasi. Perché se le attività della parrocchia sono riprese e le porte forzate dai ladri sono state rimesse a posto, i segni di quanto avvenuto – soprattutto al tabernacolo violato da cui sono sparite soltanto le ostie (lasciando lì il loro contenitore) – sono ancora ben visibili. E ancora più marcata è la preoccupazione nei fedeli, che in gran numero hanno fatto quadrato intorno al loro parroco. La consapevolezza che quanto avvenuto non sia un semplice furto o un atto derubricabile a una “ragazzata” ha scosso fortemente le coscienze dell’intera comunità.

E l’ombra del satanismo – paventata anche dallo stesso arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti nella sua omelia durante la partecipatissima messa di riparazione all’atto sacrilego tenutasi nella serata di lunedì – non ha fatto che alzare l’asticella della preoccupazione generale. Soprattutto perché domenica pomeriggio, quando è avvenuto il furto, la chiesa e la canonica erano deserte (solo don Ricci era presente nei suoi alloggi e si è accorto di qualche rumore sospetto). «Ma se ci fosse stato qualcuno, ad esempio le tre ragazze ventenni che collaborano con un progetto della Caritas e vivono negli appartamenti sopra la canonica, non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere – ribadisce il parroco della Migliarina – è questo pensiero quello che più mi ha messo preoccupazione». Da qui, l’esigenza di aumentare l’apparato di videosorveglianza della chiesa e della piazza antistante. Ad oggi infatti le telecamere non coprono tutta l’area ma soltanto una parte della zona dell’oratorio e una porzione della piazzola retrostante gli edifici. Lasciando così scoperta proprio la chiesa e la piazza principale.

Le indagini

Un elemento in meno a cui potranno attingere i carabinieri di Viareggio – a cui don Daniele ha presentato denuncia per il furto subito – che stanno proseguendo nelle indagini: dopo i primi rilievi effettuati anche dal comparto scientifico dell’Arma però non sembrano ancora esserci novità sull’identificazione dei ladri che – vista l’attenzione riservata proprio alle ostie e ad alcuni oggetti sacri, come calici e contenitori di acqua santa – si teme siano in qualche modo collegati a gruppi di stampo satanista. Che potrebbero non essere necessariamente versiliesi, ma intenzionati a rifornire un mercato nero particolarmente florido e che serve un bacino più ampio: secondo quanto riportato dagli esperti del Gris di Roma (il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa) il prezzo sul mercato nero di un ostia consacrata, riutilizzata per messe e rituali satanici, può spingersi tra i 50 e addirittura i 250 euro. Solo così la refurtiva ottenuta alla Migliarina – di per sé di scarso valore: alcune migliaia di euro, considerando anche il computer e i gioielli rubati – risulterebbe particolarmente troverebbe una giustificazione anche a livello economico.

 



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