Tajani glissa su Abedini. Trattativa segreta come per Alessia Piperno. E la Procura vuol sapere come è stato preso l’iraniano a Milano

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di Angelo Vitale





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Come era normale che fosse, il ministro degli Esteri Antonio Tajani esclude al Senato, ove era in corso il voto sulla Legge di Bilancio, che la situazione di Cecilia Sala possa dipendere da quella del cittadino iraniano arrestato in Italia tre giorni prima del fermo della giornalista italiana a Teheran.

Alla domanda “Diplomazia degli ostaggi per liberare la giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran?” Tajani ha risposto: “Noi stiamo lavorando per liberare Cecilia Sala, è inutile che si facciano dietrologie: è importante che torni a casa il prima possibile e grazie al lavoro della diplomazia, con la collaborazione tra presidenza del Consiglio e il ministero degli Esteri”.

A chi gli chiedeva espressamente se Sala sia stata vittima di una sorta di rappresaglia di Teheran per l’arresto di un cittadino svizzero-iraniano fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre, il titolare della Farnesina ha risposto: “C’è un detenuto svizzero-iraniano, che è stato arrestato a Malpensa prima di Cecilia Sala perché c’era un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti d’America. Il detenuto – ha proseguito Tajani – è trattato con tutte le garanzie che noi dobbiamo dare ai detenuti non condannati, ha ricevuto la visita consolare, il suo avvocato ha avuto la possibilità di conoscere i capi di imputazione, ma sono capi di imputazione che vengono da un mandato di cattura internazionale: l’Italia non è competente per il procedimento penale di questo iraniano. C’è stato un mandato di cattura e poi si vedrà l’estradizione, sarà la magistratura a decidere. Al momento è trattenuto in carcere ma con tutte le garanzie che spettano a un detenuto non italiano”, ha ribadito il titolare della Farnesina.

Rimangono, però, inevase le domande su una possibile richiesta dell’Iran circa il rilascio di Abedini. E appaiono questa volta significative le sottolineature che da Tajani arrivano alla stampa circa le condizioni di garanzia in cui l’Italia mantiene Abedini. Così come significativa è stata la presa di posizione del ministro della Difesa Guido Crosetto circa la ricerca di “ogni strada” per liberare Sala. A questo proposito va oggi ricordato che non fu, l’anno scorso, mai rivelato come si arrivò alla liberazione della blogger Alessia Piperno dopo 45 giorni di detenzione nel carcere di Evin. Piperno, mai ufficialmente imputata con accuse precise – la stessa attuale condizione della giornalista italiana fermata il 19 dicembre -, mai processata, fu improvvisamente liberata e riportata in Italia su un aereo militare. quel giorno, al suo fianco, l’ambasciatore italiano Giuseppe Perrone, gli uomini dei nostri Servizi segreti oltre a David Balloni, primo segretario della sezione economica e commerciale all’ambasciata italiana di Teheran, primo segretario della sezione economica e commerciale all’ambasciata italiana di Teheran dopo essere stato console a Perth in Australia. Una persona che Piperno ha più volte pubblicamente ringraziato, in quella circostanza ufficialmente titolare nella capitale iraniana di un incarico economico che evidentemente fu fatto valere nella trattativa segreta per liberare Piperno.

Intanto, come ha appreso l’Ansa, la Procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo a modello 45, senza indagati e senza titolo di reato, sulle modalità con cui è avvenuto l’arresto di Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano bloccato il 16 dicembre scorso su ordine della giustizia americana all’aeroporto milanese di Malpensa, dove era appena atterrato da Istanbul. L’indagine potrebbe riguardare i tempi stretti tra la emissione del mandato di arresto ai fini di estradizione, datato 13 dicembre, e il fermo dell’uomo avvenuto nel giro di meno di tre giorni.

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