Superbonus, Prevenzione Sismica e Equo Compenso: Le Sfide della Fondazione Inarcassa nel 2025 | Articoli

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Le figure professionali dell’architetto e dell’ingegnere liberi professionisti ricoprono un ruolo di fondamentale importanza nello sviluppo sostenibile del nostro Paese, ma spesso si trovano a dover affrontare sfide complesse legate a normative, equo compenso e valorizzazione della professione.

In questo contesto, la Fondazione Inarcassa opera come punto di riferimento, sostenendo oltre 175.000 professionisti con iniziative mirate e battaglie normative.

Abbiamo deciso di approfondire questi temi con un’intervista ad Andrea De Maio, presidente della Fondazione, per capire come l’ente stia affrontando questioni centrali come il superbonus, la prevenzione sismica e la collaborazione multidisciplinare.

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L’obiettivo è offrire uno sguardo sulle prospettive future della professione e sul ruolo fondamentale della Fondazione nel rappresentare gli interessi di architetti e ingegneri, favorendo innovazione, prevenzione e sinergia. Un approfondimento necessario per chi opera nel settore e guarda al futuro con responsabilità e ambizione.

Andrea De Maio, ingegnere, presidente di Fondazione Inarcassa

Presentazione della Fondazione Inarcassa

Andrea Dari. Presidente, può raccontarci brevemente la missione e le principali attività della Fondazione Inarcassa?

Andrea De Maio. La Fondazione Inarcassa nasce, su iniziativa di Inarcassa nel 2011, con l’obiettivo di porre in essere, in un periodo di forte difficoltà per le nostre categorie, ogni attività utile o necessaria alla tutela e alla promozione, sviluppo e sostegno della figura dell’architetto e dell’ingegnere che esercita la libera professione in forma esclusiva.

In questo passaggio, presente all’interno del nostro Statuto, ci sono due elementi centrali dell’attività della Fondazione.

Innanzitutto, migliorare e accrescere la percezione verso l’esterno dell’immagine dell’architetto e ingegnere libero professionista, sia nei confronti della politica, che della società civile. L’altro elemento è il ruolo che la Fondazione assolve in termini di rappresentanza delle istanze della categoria professionale.

Oggi la Fondazione è diventata un punto di riferimento degli oltre 175 mila iscritti Inarcassa, un megafono degli interessi professionali della categoria da portare ai tavoli di ogni livello istituzionale.

Dal 2011, la Fondazione ha promosso studi, ricerche e formulato proposte puntuali finalizzate in primo luogo a risolvere quelle criticità sul piano normativo che ancora oggi impediscono il pieno sviluppo e la crescita dell’attività professionale.

Grazie anche all’attività promossa dalla Fondazione, possiamo finalmente registrare significativi passi in avanti. Valga un esempio su tutti, la parabola normativa sull’equo compenso.

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La Fondazione è stata tra le protagoniste dei ricorsi amministrativi, circa dieci anni fa, contro quelle procedure di affidamento dei servizi di progettazione a titolo gratuito. Abbiamo lavorato, in sinergia con gli Ordini professionali, le associazioni di categoria, i Consigli nazionali, Inarcassa, per portare ai tavoli decisionali un concetto chiaro ed inequivocabile: il lavoro, anche quello libero professionale, merita rispetto e la giusta retribuzione.

Oggi abbiamo una legge sull’equo compenso che va in questa direzione e i cui indirizzi sono stati ampiamente accolti dal Correttivo al codice dei contratti pubblici.

 

Il Superbonus: eliminazione o stabilizzazione?

Andrea Dari. Presidente, Fondazione Inarcassa è stata tra i sostenitori del Superbonus, evidenziandone il ruolo nell’efficienza termica e nella sicurezza sismica. Ora che il Superbonus non esiste più, ritiene sia stata una scelta corretta eliminarlo? O sarebbe stato più opportuno stabilizzarlo introducendo regole diverse?

Andrea De Maio: Qualunque valutazione sul superbonus non può prescindere dal contesto politico, economico e sanitario nel quale è stato introdotto. Il superbonus è stata una misura economica forte, dettata anche dalla necessità di rispondere alla crisi pandemica che stava impoverendo ampie fasce della popolazione. Occorreva una risposta importante che facesse leva sul settore trainante dell’economia italiana, l’edilizia, lo stesso che ha fatto crescere il paese nei decenni passati durante la stagione del boom economico.

Che la risposta sia stata insufficiente lo dimostrano purtroppo i fatti, sia dal punto di vista dei numeri (sono circa 496.588 gli edifici interessati, secondo dati ENEA), sia dal punto di vista della gestione amministrativa e burocratica delle pratiche di accesso al 110%.

Già dopo alcuni mesi dall’introduzione del superbonus abbiamo lamentato diverse criticità, a partire dall’istituto del general contractor, verso cui la Fondazione Inarcassa ha sempre mostrato una posizione fermamente contraria; per non parlare poi dell’assenza di un contesto normativo chiaro e di facile applicazione e interpretazione. Ricordiamo tutti, infatti, i continui interventi legislativi, se ne contano decine, che hanno creato una stratificazione normativa dannosa e confusa, nonché i richiami interpretativi dell’Agenzia delle Entrate circa gli ambiti di applicazione. Occorreva porre un freno al 110% e finalmente dopo i primi tentativi del governo Draghi, l’esecutivo a guida Meloni è riuscito a raddrizzare la barra dei conti che rischiava di arrecare grossi danni in termini di finanza pubblica.

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Da parte nostra siamo soddisfatti di essere riusciti a sollecitare il legislatore sulla questione della cessione dei crediti che rischiavano di diventare carta straccia in mano ai professionisti impegnati nelle pratiche di superbonus.

L’altro elemento sul quale abbiamo sollecitato l’attenzione è stato l’eccessivo schiacciamento sul tema dell’efficientamento energetico che ha messo un po’ ai margini invece quello della messa in sicurezza sismica.

Su questo punto Fondazione Inarcassa è sempre stata molto chiara e a più riprese – sin da dicembre 2020 nell’ambito delle Osservazioni formulate per lo Strepin – aveva proposto alcune semplici e importanti correzioni alla normativa:

  1. maggiore premialità per l“accoppiamento” di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico;
  2. semplificazione della documentazione da produrre per accedere ai bonus afferenti la riqualificazione energetica ed il recupero edilizio e la velocizzazione dell’iter autorizzativo;
  3. introduzione del format standard di As-built con documentazione progettuale (grafici e relazioni) recante anche informazioni collegamenti tra ciascuna parte d’opera e documentazione video e fotografica;
  4. rendere obbligatoria per tutti gli edifici pubblici (in via prioritaria per edilizia scolastica ed ospedaliera) la diagnosi energetica.

Oggi, quindi, dobbiamo fare i conti con il superamento del superbonus e approcciare ad una nuova stagione di incentivi fiscali più ragionevoli sotto il profilo della tenuta dei conti pubblici, che sappiano offrire una riposta concreta a quei cittadini che devono mettere in sicurezza la propria casa, sia sotto il profilo energetico che strutturale.

Del resto, non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione del green deal che ci mette a disposizione l’Europa in termini di risorse e opportunità. Della stagione del 110, salverei gli istituti della cessione del credito e sconto in fattura almeno per i cittadini incapienti.

  

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Polizza assicurativa obbligatoria per edifici industriali

Andrea Dari. Tra le recenti decisioni del Governo figura la proroga della polizza assicurativa obbligatoria sugli edifici industriali, per affrontare la vulnerabilità agli eventi catastrofici. Qual è la sua opinione in merito?

Andrea De Maio. Quella del governo è stata una scelta importante che risponde principalmente ad una esigenza di finanza pubblica. Purtroppo, considerata la portata in termini di distruzione di porzioni di territorio a seguito dei più recenti eventi calamitosi – pensiamo alle alluvioni che hanno interessato alcune regioni centrali del paese – la risposta economica che può offrire lo Stato rischia di non essere più sufficiente. Occorre allora pensare, in prospettiva, ad una compartecipazione dei privati attraverso l’introduzione equilibrata della sottoscrizione di polizze assicurative.

È evidente il cambio di paradigma, dalla ricostruzione alla prevenzione, fondamentale per salvaguardare i conti pubblici. Un cambio di paradigma che la Fondazione ha sempre sollecitato in relazione al tema dell’adeguamento sismico.

Riprendendo il tema degli incentivi fiscali, per quanto concerne la messa in sicurezza sismica, diciamo che occorre intervenire su tre livelli.

Il primo è quella della conoscenza, volta a promuovere una intensa attività di monitoraggio per definire i livelli di vulnerabilità degli edifici e, con riferimento alla specifica pericolosità, gli indicatori di rischio sismico; il secondo riguarda l’istituzione del fascicolo del fabbricato, tema sul quale, peraltro, a novembre scorso abbiamo promosso un dibattito a Bologna nell’ambito del SAIE; il terzo, infine, riguarda proprio l’obbligo graduale per tutti gli immobili di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale.

Per evitare disparità, tra aree territoriali a maggiore o minore rischio, occorrerà garantire, attraverso un fondo perequativo, che i costi delle polizze siano uguali quantomeno su tutto il territorio nazionale.

   

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Collaborazione tra architetti e ingegneri

Andrea Dari. La Fondazione Inarcassa rappresenta un esempio concreto di collaborazione tra architetti e ingegneri. Crede che questa esperienza possa ispirare un’evoluzione nelle rappresentanze di categoria? Ad esempio, unendo gli ordini di architetti e ingegneri o, quantomeno, creando società di servizi comuni?

Andrea De Maio. La Fondazione adotta da sempre un approccio integrato nella formulazione di proposte condivise da portare ai tavoli istituzionali; grazie alla grande sinergia che si è creata con i Consigli Nazionali degli Ingegneri e degli Architetti, abbiamo sviluppato numerose iniziative insieme, altre ci auguriamo presto seguiranno.

Nel rispetto delle prerogative e specificità della professione di architetto e ingegnere, il mondo di oggi ha bisogno di risposte che uniscano le forze in campo.

Ci sono diversi temi, su tutti quello fiscale, ma non solo, che vanno affrontati superando le divisioni tra le categorie per creare una unione tra le professioni anche di diversa origine disciplinare. Occorre, infatti, uno sforzo comune per sollecitare l’attenzione del legislatore sulle aggregazioni professionali.

Oggi, la multidisciplinarietà è il carattere vincente alla base della crescita e sviluppo della libera professione e per rispondere alle esigenze del mercato dei servizi tecnici. A luglio del 2022 abbiamo promosso e presentato uno studio ben articolato dal quale è emerso che le società tra professionisti (StP) assumono ancora oggi un ruolo marginale rispetto, ad esempio, alle società di ingegneria. Eppure, le StP, per la loro specifica conformazione – possibilità̀ di condividere spese e costi, integrare competenze e conoscenze specialistiche, effettuare investimenti nella dotazione di strumenti informatici e per la facilità di accedere al credito – rispondono meglio alle dinamiche e alle sfide della competitività, anche sul piano internazionale.

Nonostante l’evidenza scientifica, stiamo assistendo, invece, ad un processo di atomizzazione della realtà professionale, che si pone in contrasto con le attuali esigenze del mercato dei servizi tecnici. E’ indubbio che il forfettario, per come oggi concepito, rischia di limitare l’aggregazione professionale, per questo noi continuiamo a chiedere, in tutte le nostre interlocuzioni con la politica, di estenderlo a tutte le forme aggregate di esercizio della libera professione.

   

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Obiettivi della Fondazione Inarcassa per il 2025

Andrea Dari. Quali sono i principali obiettivi che la Fondazione Inarcassa si propone di raggiungere nel 2025?

Andrea De Maio. L’obiettivo del 2025 sarà quello di continuare ad essere un punto di riferimento per la categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Sta per concludersi un 2024 molto intenso che ci ha visti impegnati in tante attività. Solo il 17 dicembre scorso insieme ai Consigli Nazionali, e con il patrocinio, tra gli altri, di Inarcassa, abbiamo promosso la settima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, la vetrina annuale per discutere insieme ai rappresentanti delle istituzioni e agli esperti in materia di proposte e soluzioni in materia di prevenzione del rischio sismico. Quest’anno il Ministro Musumeci ha annunciato il nuovo programma nazionale per la prevenzione sismica che partirà con una dotazione di 250 milioni di euro, destinato a durare almeno 10 anni, e ci ha chiesto, già per la prossima edizione, di portare il tema della prevenzione tra gli studenti nelle scuole. Lo faremo senza dubbio, anche in collaborazione con il dipartimento della Protezione Civile con il quale siamo già attivi per quanto concerne l’organizzazione della mostra “terremoti d’Italia” che contiamo di realizzare nella prossima primavera.

Nel 2025 vogliamo inoltre ritornare a promuovere i concorsi di progettazione in una prospettiva di rigenerazione e riqualificazione urbana dei territori, tema sul quale continueremo a interloquire al livello parlamentare nell’ambito dell’esame dei disegni di legge in materia e sul quale realizzeremo un evento/dibattito già nelle prossime settimane a Torino di cui presto sveleremo tutti i dettagli.

Dovremo poi continuare a vigilare sulla corretta applicazione dell’equo compenso, seguendo eventuali pronunce giurisprudenziali che potranno arrivare con il nuovo anno.

Proveremo a rafforzare ulteriormente la nostra capacità di fare sintesi con le altre professioni ordinistiche per irrobustire le proposte comuni e condivise da portare ai tavoli istituzionali. Ma, soprattutto, cercheremo di essere attenti nel raccogliere le indicazioni e i suggerimenti che ci arrivano da parte dei nostri iscritti, riteniamo fondamentale avere un rapporto costante e di ascolto continuo con chi, come noi, ogni giorno vive la libera professione.

Per garantire loro migliori opportunità, quest’anno abbiamo siglato un protocollo d’intesa ad hoc con il Sen. Castelli Commissario sisma 2016, nel campo della formazione continua, al fine di soddisfare la domanda di esperti nel campo della prevenzione del rischio sismico e assicurare il supporto necessario alle attività tecniche di ricostruzione dei territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici del 2016-2017; una delle tante occasioni nelle quali Noi liberi professionisti siamo chiamati a svolgere la nostra insostituibile funzione sociale al servizio della collettività.

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