“Quei minerali sono insanguinati”: il Congo denuncia Apple perché usa materiali provenienti da zone di guerra

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Che le grandi società del mondo sfruttino lavoro minorile in miniere per lo più illegali, è cosa risaputa da anni. Ma questa volta la Repubblica Democratica del Congo non ci sta e presenta denunce penali in Francia e Belgio contro le filiali del gigante tecnologico Apple, accusandolo di utilizzare minerali provenienti da zone di conflitto

Minerali insanguinati. Ancora una volta arrivano agli onori delle cronache e questa volta grazie alla decisione della Repubblica Democratica del Congo di presentare denunce penali contro Apple, in particolare alle filiali in Francia e Belgio, accusando l’azienda di utilizzare minerali provenienti dalle zone dei conflitti nella sua catena di approvvigionamento.

Da sempre, il Congo è una delle principali fonti di stagno, tantalio e tungsteno, i cosiddetti minerali 3T (oltre a cobalto), usati nei computer e nei telefoni cellulari. Ma alcune miniere artigianali sono gestite da gruppi armati che sono coinvolti in massacri di civili, stupri di massa, saccheggi e altri crimini, secondo esperti delle Nazioni Unite e gruppi per i diritti umani.

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Potrebbero esserci altri casi simili nei prossimi mesi – spiegano l’avvocato Robert Amsterdam e gli altri legali che sostengono l’esecutivo africano – ma Apple è senza dubbio uno degli obiettivi più importanti dal punto di vista simbolico per la forza finanziaria di cui dispone e per l’insistente comunicazione sul tema.

Apple, secondo gli avvocati, è insomma complice di crimini commessi da quei gruppi armati che controllano alcune delle miniere nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Apple, da parte sua, ha dichiarato di “contestare fortemente” le affermazioni e di essere “profondamente impegnata nell’approvvigionamento responsabile” dei minerali.

Intanto, le autorità di Francia e Belgio esamineranno se ci sono prove sufficienti per portare avanti l’azione legale.

Congo vs Apple, in cosa consiste la denuncia

Nella loro dichiarazione, gli avvocati della Repubblica Democratica del Congo hanno parlato della contaminazione della catena di approvvigionamento di Apple con “minerali del sangue“.

La loro tesi è che lo stagno, il tantalio e il tungsteno vengano prelevati da aree di conflitto e poi “riciclati attraverso catene di approvvigionamento internazionali”.

Queste attività hanno alimentato un ciclo di violenza e conflitti finanziando milizie e gruppi terroristici e contribuiscono al lavoro minorile forzato e alla devastazione ambientale.

Perché il caso viene perseguito in Europa?

L’Unione Europea, composta da 27 membri, ha adottato norme per garantire che “gli importatori di 3TG soddisfino gli standard internazionali di approvvigionamento responsabile, stabiliti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE); garantire che le fonderie e le raffinerie globali e dell’UE di 3TG si approvvigionano in modo responsabile; contribuire a spezzare il legame tra i conflitti e lo sfruttamento illegale dei minerali, a porre fine allo sfruttamento e all’abuso delle comunità locali, compresi i minatori, e a sostenere lo sviluppo locale“.

Gli avvocati congolese hanno scritto anche alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen chiedendo che affronti la responsabilità dell’Ue per la fine della “violenza armata nelle catene di approvvigionamento minerario dell’Africa subsahariana“.

Finora, secondo il portavoce degli avvocati della RDC, non hanno ricevuto risposta.

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Inoltre, come riporta Reuters, a marzo 2024 una corte federale americana aveva stabilito che non c’erano basi sufficienti per condannare Apple e altre aziende per presunti casi di sfruttamento del lavoro minorile nell’estrazione di cobalto nel Paese africano.

La replica di Apple

Apple nega le accuse. In una dichiarazione, dice:

Con l’intensificarsi del conflitto nella regione all’inizio di quest’anno, abbiamo notificato ai nostri fornitori che le loro fonderie e raffinerie devono sospendere l’approvvigionamento di stagno, tantalio, tungsteno e oro dalla RDC e dal Ruanda.

Abbiamo intrapreso questa azione perché eravamo preoccupati che non fosse più possibile per i revisori indipendenti o i meccanismi di certificazione del settore eseguire la due diligence richiesta per soddisfare i nostri elevati standard.

Il gruppo ha aggiunto che i minerali utilizzati nei gadget Apple vengono riciclati.

Apple per ora ha dunque respinto le accuse affermando che tiene i suoi “fornitori ai più alti standard del settore“.

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