protesta e restrizioni per l’ultimo dell’anno

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GALLIPOLI – I pupi artistici di cartapesta, realizzati dai giovani artigiani e dalle associazioni locali (almeno quindici quelli autorizzati ad occupare il suolo pubblico) in mostra in questi giorni in piazza Carducci, sono tornati, o comparsi ex novo, nei rioni di Gallipoli in attesa di essere bruciati nella mezzanotte dell’ultimo dell’anno.

E il conto alla rovescia nella città bella per il San Silvestro day sarebbe già cominciato se nelle ultime ore non si fosse “accesa” l’ennesima polemica legata alle restrizioni sulle procedure di svolgimento, come da tradizione ormai consolidata, dell’atteso appuntamento con i pupi di cartapesta che saranno accesi e bruciati per salutare l’anno vecchio. Bruciati e non fatti esplodere, come prevede ormai da alcuni anni la normativa per la sicurezza imposta dalle forze dell’ordine e dalle istituzioni. Ma non solo.

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Una festa che secondo i referenti dei quindici sodalizi, che hanno allestito i manufatti artistici, rischia di rimanere a metà, o addirittura di “saltare” se entro il 31 dicembre non si troverà una sorta di mediazione o non venga chiarita la questione delle autorizzazioni per i concomitanti festeggiamenti in musica, magari con dj e vocalist, che al momento sono stati assolutamente vietate.

La linea di condotta del comitato per i pubblici spettacoli e quindi del Comune e del commissariato locale è unanime: per garantire la sicurezza pubblica e la tradizione si può procedere solo con il raduno, l’uso di impianti autoalimentati per la filodiffusione per il countdown, l’accensione dei fantoccii di cartapesta e lo scambio degli auguri.

Lo ribadisce anche la determina comunale del 23 dicembre scorso relativa alle autorizzazioni e alla concessione per l’occupazione del suolo pubblico gratuita (atteso che il posizionamento dei Pupi, rientra in una tradizione culturale cittadina ormai riconosciuta a livello regionale), che garantisce sino alla notte del 31 dicembre l’esposizione, nei quindici siti comunali previsti, dei “Pupi di Capodanno”, ed è corredata da tutte le prescrizioni e limitazioni in merito.

Ma c’è di più, ed è quello che ha scatenato la delusione e la protesta dei gruppi che organizzano le serate dell’accensione dei pupi. Il provvedimento infatti prevede inoltre che “durante il periodo di occupazione del suolo pubblico mediante i suddetti manufatti è vietato l’utilizzo di strumentazione alimentata da corrente elettrica atta a diffondere musica, nonché lo svolgimento di esibizioni artistiche con vocalist, deejay o artisti vari”.

Nelle aree di installazione dei pupi è consentito esclusivamente l’utilizzo di strumentazione autoalimentata per la sola filodiffusione musicale in grado di essere posizionata e spostata liberamente, in caso di esigenza, a distanza di sicurezza da utilizzare per eventuali countdown.

“Siamo di fronte ad un altro colpo inferto alla nostra tradizione dei pupi dell’ultimo dell’anno” lamentano in coro i responsabili dei gruppi cittadini, “ancora un’altra restrizione anche per la musica basata su una norma dell’articolo 68 del Tulps per altro in passato già decretata illegittima anche dalla Corte Costituzionale. Ma quello che non riusciamo a capire e l’avvertimento della delibera che impone che qualsiasi Scia che dovesse pervenire in Comune per lo svolgimento di un’eventuale attività di intrattenimento musicale o danzante fino a 200 persone ed entro le 24 è da intendersi irricevibile e, pertanto, priva di qualunque efficacia e validità. Della serie” concludono gli artigiani gallipolini, “anche chi vuole mettersi in regola con la Scia non può farlo a prescindere e questo ci sembra assurdo e penalizza enormemente noi e le tradizioni di Gallipoli”.   

    

La consigliera Pepe: “Facciamo chiarezza”

“In merito a ciò che si legge in queste ore ritengo necessario spiegare bene alla popolazione ciò che è, e non ciò che si vuole far capire, perché è sempre facile dare o attribuire colpe all’amministrazione”. Interviene la consigliera comunale Serena Pepe.

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Sulla questione accensione e concertini annessi alla notte dei pupi nei rioni, la consigliera comunale   intende chiarire che “se si vuole fare uno spettacolo con un dj o un artista, si deve seguire una procedura diversa dalla classica richiesta di occupazione di suolo pubblico”. 

“La richiesta di occupazione suolo pubblico infatti, che è stata fatta da tutti, è stata accolta” continua Serena Pepe, “ciò significa, mettere il pupo, posizionarlo in un luogo definito e li sarà incendiato, con il controllo svolto preventivamente dall’ingegnere pagato dal Comune e dove sono stati impegnati anche i volontari della protezione civile che stanno allestendo le precauzioni antincendio e sono state concesse le transenne comunali. E fin qui ci siamo”.

“Se invece si vuole fare uno spettacolo musicale, la procedura è diversa: e in capo a chi lo organizza, chiama un suo ingegnere, si fa fare una planimetria, si fa fare una analisi delle persone che andranno a partecipare, si fa fare un piano di sicurezza, si paga la Siae e si farà rilasciare le autorizzazioni di rito”. 

Premesso tutto questo, il vice questore aggiunto di Gallipoli, su ordine del prefetto di Lecce ha dato queste indicazioni restrittive: in considerazione del fatto che ci sono 15 location disseminate su tutto il territorio comunale, non è possibile garantire la sicurezza e l’incolumità di ogni singola persona che interviene come spettatore pertanto si può autorizzare il fuoco, secondo le prescrizioni di pubblico spettacolo provinciale e applicato, e al contrario non si può fare musica con dj o quant’altro perché questo prevede una forma autorizzatoria completamente diversa da quella che viene applicata normalmente. 

“Se si deve parlare di tradizione” aggiunge la consigliera Pepe, “la tradizione è quella che viene messo fuoco, ed è normale che se uno mette fuoco su un qualcosa se ne assume la responsabilità. Se al contrario lo stesso vuole fare un’iniziativa di spettacolo si potevano fare solo se si fossero seguite le procedure richieste. Ma siccome il commissariato non voleva nemmeno autorizzare la filodiffusione, almeno lì il Comune è riuscito ad ottenerla. E l’ha ottenuta raccomandandosi, anche al prefetto, che non ci siano fili che passano. Oltre al fatto che ci sono state denunce negli scorsi anni di fuochi d’artificio non autorizzati e vari esposti, il Comune quindi su questo non ha colpe”

“Dispiace enormemente anche a me, pensando all’impegno e alla costanza di ogni associazione e di ogni ragazzo che riesce a dare costanza alle nostre tradizioni, che mai e poi mai dovranno scomparire, ma il rispetto delle leggi e una cosa molto importante” conclude la consigliera, “solo che spiegata così, credo possa essere capita dalla cittadinanza e da tutti coloro che cercano di parlare senza essere a conoscenza di ciò che si parla, perché bisogna mettere la faccia sempre, nel bene e nel male. Bravi e complimenti a tutti i ragazzi”.

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