«Bellocco incontrava i suoi compaesani. Mandava soldi al suo paese»

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MILANO «Antonio ha riallacciato tutti i rapporti con tutti i vari paesani suoi. Si vedeva coi suoi parenti, s’incontrava con i suoi parenti. Io in un paio di incontri (…) perché ogni tanto alla mattina… ho fatto questo ragionamento con lui: “Se vedi che non ti frequento, non è perché non ti voglio frequentare, è perché tu c’hai i cazzi tuoi e io c’ho i cazzi miei, non voglio che i tuoi problemi vengono su di me e i miei vengono su di te. Non prendere questa cosa che magari non ci frequentiamo”». E ancora: «(…) ho cercato di fargli capire, perché eravamo già arrivati allo scontro per ‘sta storia dei 2.000 euro, “non prendere questa cosa negativa, che io magari sto in disparte, non voglio avere…” (…) per esempio con Marco andavamo sempre a giocare a Padel, sempre…».   
È un fiume in piena Andrea Beretta, l’ormai ex capo ultrà dell’Inter in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, il rampollo dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta ucciso a Cernusco sul Naviglio lo scorso 4 settembre proprio da Beretta, coinvolto anche nell’inchiesta “Doppia Curva” della Distrettuale antimafia di Milano.


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La collaborazione

Andrea Beretta ha scelto di collaborare con la magistratura nelle scorse settimane mentre la notizia era stata resa nota il 14 novembre scorso. Una scelta quasi “obbligata” dopo l’omicidio di Antonio Bellocco e la paura di eventuali ritorsioni, oltra alla consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima. a notizia è rimasta top secret per alcuni giorni, soprattutto per consentire di disporre tutte le misure di sicurezza necessarie per i familiari di Beretta. Una scelta sofferta ma, probabilmente, necessaria. L’omicidio di Totò Bellocco, infatti, già da subito aveva aperto una voragine sotto i piedi dello storico amico e fatale esecutore Beretta, lasciandolo di fatto senza altri assi da giocare. 

I primi verbali

Le dichiarazioni del reoconfesso, risalenti al 22 novembre, sono coperte da tantissimi “omissis”, ma quello che emerge è uno spaccato delle attività svolte dal tifo organizzato dell’Inter, legato al business sui biglietto del Meazza o al merchandising. Ma aiutano gli inquirenti a far luce sui rapporti instaurati con il giovane Bellocco che, forte del proprio casato ‘ndranghetista, si sarebbe ritagliato i suoi spazi all’ombra della Nord. Davanti al pm Storari, Beretta ha descritto tra le altre cose i rapporti proprio con Totò Bellocco. «(…) cercavo di andare magari una volta ogni tanto, ma non sempre assiduamente così, no? Dico: “non prendere questa cosa in maniera negativa perché non è così, capito? Però intelligentemente tu dovresti… a parte che dovresti trovare un lavoro veramente, venire qua per cercare di fare qualcosa, per cercare di (…) di dar meno nell’occhio… E so che si beccava con dei suoi compaesani… un paio di volte l’ho visto a un bar a Pioltello che faceva questi incontri con questi personaggi qua…», spiega ancora Beretta ai pm della Procura di Milano.  

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«Lui mi aveva detto che questi soldi li mandava alla famiglia (…) ogni volta che ci dividevamo i soldi: “questi li mando ai miei familiari, questi li mando a mio fratello, questi li mando perché sto cercando di costruirmi una casa nuova giù al mio paese”, mi diceva che i soldi li mandava ai suoi parenti, che venivano portati giù…». E alla domanda del pm su chi, effettivamente, “portava giù i soldi”, Beretta spiega: «(…) io penso il suocero (…) aveva un buon rapporto con il suocero, il padre di sua moglie… E, secondo me, il veicolo, era lui che portava i soldi (…) perché secondo me c’aveva un rapporto di fiducia, erano in sintonia, si vedeva che erano in sintonia…» ha spiegato Beretta ai pm. L’attenzione di Storari, poi, si sposta su Marco Ferdico, altro capo tra gli ultrà nerazzurri. «Marco aveva un rapporto proprio, aveva conosciuto i parenti, era andato giù. Marco teneva proprio i rapporti stretti con Antonio e con la famiglia di Antonio (…) avevo conosciuto anche il fratello una volta (…) quello che era in Germania, è venuto una volta a trovarlo a Pioltello, l’ho conosciuto lì. Però diciamo che i rapporti stretti li teneva Marco con Antonio. Sono andati anche in ferie insieme a Riccione, cioè, erano sempre insieme…». (g.curcio@corrierecal.it)

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