Roma, 28 dicembre 2024 – La manovra 2025 è legge: il via libera arriva dal Senato tra le polemiche. Palazzo Madama ha approvato il ddl di bilancio con la fiducia, in seconda lettura dopo un esame lampo che ha creato frizioni anche all’interno della maggioranza. La commissione bilancio non ha votato nessuno dei circa 800 emendamenti presentati e ha inviato in Aula il provvedimento senza mandato al relatore. Resta quindi confermato il testo modificato alla Camera dove la manovra è arrivata il 23 ottobre, con ampio margine per la discussione, come rivendicato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ma dove si è dovuto attendere quasi due mesi, fino al 13 dicembre, per vedere gli emendamenti del governo e iniziare la discussione sul merito, come denunciato dalle opposizioni.
Senatori della maggioranza festeggiano al termine del voto finale sulla manovra 2025
Di “una manovra di grande equilibrio che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere” ha parlato la premier Giorgia Meloni. Mentre il ministro Giorgetti ha sottolineato: “C’è un piccolo problema di procedure parlamentari che va risolto e che fa riferimento anche a come funzionano le aule e le commissioni” quindi “la revisione della legge di contabilità a questo punto si rende necessaria sia per le nuove regole europee sia perché l’esperienza ha dimostrato l’inefficienza degli attuali meccanismi”.
Le principali misure, cosa cambia per gli italiani
Di fatto vengono mobilitate risorse per circa 30 miliardi di euro, utilizzate in gran parte per stabilizzare il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote. Ma ecco le principali misure
Il taglio del cuneo viene rimodulato e stabilizzato. I dipendenti con reddito fino a 20.000 euro riceveranno un bonus esentasse. Chi guadagna tra 20.000 e 32.000 euro avrà una detrazione fissa di 1.000 euro, oltre i 32.000 euro la detrazione diminuisce gradualmente fino ad azzerarsi a 40mila euro.
Stabilizzata l’imposta a tre aliquote: 23% fino a 28.000 euro, 35% oltre 28.000 e fino a 50.000 euro e 43% oltre i 50.000. Novità per le detrazioni che vengono rimodulate e ridotte per i redditi sopra i 75.000 euro, prevedendo tetti a seconda della composizione del nucleo familiare. Non rientrano nel computo del tetto le spese sanitarie e quelle per i mutui e anche le somme investite in star up e pmi innovative.
Taglio dell’aliquota del 4% (dal 24% al 20%) alle imprese che accantonano a riserva l’80% degli utili e che destinano il 30% di questo ammontare a investimenti per l’acquisto di beni strumentali nuovi e comunque non meno del 24% nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023. Gli investimenti non devono, in ogni caso, essere inferiori a euro 20.000. Oltre agli investimenti, per godere dell’agevolazione fiscale le aziende devono anche assumere personale a tempo indeterminato e non fare ricorso alla cassa integrazione.
E’ richiesto agli istituti di credito un contributo di 400 milioni di euro per la copertura finanziaria degli sgravi fiscali alle imprese. La misura, in sostanza, per il solo anno 2025 riduce dal 65% al 54% la quota delle perdite pregresse e delle eccedenze risidue dell’Ace da portare in deduzione sul maggior gettito imponibile che emerge per effetto del rinvio delle Dta.
Si amplia la platea dei lavoratori dipendenti che può usufruirne sulle prestazioni da lavoro autonomo o collaborazioni. La soglia di reddito da lavoro dipendente che consente di applicare la tassa piatta al 15% aumenta da 30.000 a 35.000 euro.
Si applica solo sulle grandi aziende con un fatturato superiore di 750 milioni di euro. Sono quindi escluse le piccole imprese. Ma salta il secondo requisito, quello dei 5,5 milioni di ricavi prodotti in Italia, che attualmente è in vigore. Cripto attività – la tassazione sulle plusvalenze da cripto attività torna al 26% nel 2025, invece del 42% previsto nel testo originale del ddl di bilancio. L’aliquota aumenta al 33% nel 2026. La misura approvata prevede però che le aliquote si applichino su tutte le plusvalenze, mentre nel ddl di bilancio era prevista una franchigia fino a 2000 euro.
Mentre va ad esaurimento il 110%, dal 2025 la detrazione del 50% in dieci anni sulle ristrutturazioni si applicherà soltanto sulla prima casa, fino ad una spesa massima di 96.000 euro. Per gli altri immobili scende al 36%. Nel 2026 e 2027 anche sulla prima casa si applicherà il 36% per ridursi ancora al 30% nel 2028.
Previsto un contributo per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficenza, non inferiori alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento dell’elettrodomestico sostituito. Il contributo è pari al 30 per cento del costo di acquisto e comunque per un importo non superiore a 100 euro per ciascun elettrodomestico, che sale a 200 euro se l’Isee del nucleo familiare dell’acquirente è inferiore a euro 25.000. Sono fuori dall’incentivo le caldaie.
Lle risorse complessive aumentano di 1,5 toccando quota 13,1 miliardi. Pensioni – La principale novità il pensionamento anticipato per coloro che rientranocompletamente nel sistema contributo (ossia che versano i contributi a partire dal 1996). Attualmente si può lasciare il lavoro con 64 anni di età e 20 di contributi, se si raggiunge un assegno pari almeno a tre volte il minimo. Dal prossimo anno resta confermato che si può andare in pensione a 64 anni ma aumenta a 25 anni il requisito contributivo. Inoltre, per raggiungere il trattamento richiesto di 3 volte il minimo può essere utilizzata la rendita maturata con la pensione integrativa.
Stretta sulle consulenze esterne della a partire dal 2025. I costi per le consulenze esterne il prossimo anno non potranno superare quelli sostenuti nel 2023. Nel 2026 la Rai dovrà ridurre i costi per consulenze del 2% rispetto alla media del triennio 2021-2023. Per il 2027 la riduzione è elevata al 4%.
Da gennaio 2025 il lavoratore percepisce la Naspi, l’indennità di disoccupazione, anche se si dimette volontariamente. Deve però essere riassunto e avere almeno 14 settimane di contribuzione dal giorno in cui si è dimesso volontariamente.
Ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma possono usufruire dei rimborsi delle spese di trasferta ‘da e per il domicilio o la residenza’ per l’espletamento delle proprie funzioni. Risorse a disposizione 500.000 euro l’anno.
Si tratta della cosiddetta norma ‘anti-Renzi’. E’ vietato riceverli per i titolari di cariche di governo, i parlamentari nazionali, presidenti di regione e di province autonome. Questi ultimi, a differenza dei componenti del governo, potranno però chiedere un preventiva autorizzazione agli organi di appartenenza a patto che il compenso percepito non sia superiore a 100mila euro.
E’ istituito un Fondo presso il Mef con uno stanziamento di 30 milioni di euro per il 2025, da utilizzare per contribuire alle spese per le attività sportive e ricreative dei figli. Il contributo per i figli tra 6 e 14 anni è riconosciuto alle famiglie con Isee pari o inferiore a 15.000 euro.
Gli straordinari del personale infermieristico sono tassati ad aliquota agevolata del 5%. Novità anche per gli specializzandi dell’area sanitaria (biologi, farmacisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, chimici e fisici) che potranno beneficiare di borse di studio. Molise – per il sistema sanitario della Regione gravato da perdite pregresse significative, vengono stanziati 45 milioni l’anno per il 2025 e il 2026.
Il fondo utilizzato anche per i ristori degli amministratori dei Comuni vittime di atti intimidatori è incrementato di 5 milioni l’anno per il 2025 e il 2026.
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