Manovra al rush finale, il testo della Legge di Bilancio verso la fiducia. Pensioni, web tax e stretta sulle consulenze Rai: tutte le novità

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Manovra al rush finale, il testo della Legge di Bilancio verso la fiducia. Le novità

La legge di Bilancio 2025 si avvicina al via libera definitivo: oggi la discussione generale in aula al Senato, domani la votazione finale – con fiducia – sul provvedimento. Il testo, giunto all’assemblea di Palazzo Madama pressocché blindato, ha subito, durante il primo step a Montecitorio, numerose modifiche: dall’introduzione dell’ires premiale per le aziende che investono, al bonus elettrodomestici, passando per le novità in materia previdenziale fino al nuovo divieto per i parlamentari e membri del Governo di ricevere compensi extra-Ue (norma ribattezzata dai media ‘anti-Renzi’).

Non sono mancati neppure i ritocchi alle norme già inserite nel testo, come quella che riguarda la presenza di revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici e quella che rimodula – escludendo alcune categorie – il blocco del turn over. Semaforo rosso, invece, per la misura che prevedeva l’aumento delle tariffe autostradali dell’1,8%. Più che sui contenuti, in Senato, i riflettori sono stati puntati tutti sul ‘metodo’ di esame. Con il relatore Guido Liris (FdI) che, in assenza di mandato, per l’impossibilità di effettuare un’effettiva seconda lettura del disegno di legge, ha chiesto che “si ritorni alla doppia lettura, che non è stata più fatta dal 2018”.

Oltre all’istanza avanzata da Liris, espressione di una “volontà della maggioranza”, critiche sul metodo seguito in commissione sono arrivate anche dal capogruppo Pd in commissione Bilancio, Daniele Manca: “Se tutte le volte, anche quando non ci sono scadenze, i disegni di legge vengono di fatto blindati dopo una lettura, significa che la maggioranza che governa ormai da tre anni, sceglie di utilizzare il Parlamento come un passaggio burocratico, non come un luogo di elaborazione di proposte”, ha messo in chiaro Manca. Ecco le principali novità inserite nel testo, dopo l’esame parlamentare, riassunte dall’agenzia di stampa politica e parlamentare PublicPolicy. 

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Le novità nel dettaglio dopo l’esame parlamentare 

CONCESSIONI ELETTRICHE, OK ALLA PROROGA. MASSIMO 20 ANNI

Con apposito decreto interministeriale, saranno stabiliti termini e modalità per la presentazione, da parte dei concessionari dell’attività di distribuzione elettrica, di appositi piani straordinari di investimento pluriennale. Il decreto interministeriale dovrà essere adottato entro 180 giorni dall’entrata in vigore della disposizione, da parte del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, su proposta dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), previa intesa, per gli aspetti di competenza, con la Conferenza unificata, e previo parere delle commissioni parlamentari competenti per materia. Con lo stesso decreto, saranno definiti termini e modalità per la valutazione e l’approvazione dei piani di investimento, le quali saranno in capo al Mase, sentita Arera e il Mef per i profili di stretta competenza.

L’approvazione dei Piani comporterà la rimodulazione delle concessioni in essere, anche sotto il profilo della durata, in coerenza con la durata degli investimenti previsti dai medesimi Piani e comunque per un periodo non superiore a venti anni. Il decreto interministeriale stabilirà i criteri per la determinazione degli oneri che i concessionari sono tenuti a versare in ragione della rimodulazione. Gli oneri saranno inclusi da Arera nel capitale investito ai fini del riconoscimento degli ammortamenti e della remunerazione attraverso l’applicazione del tasso definito per gli investimenti della distribuzione elettrica. Le eventuali maggiori entrate derivanti dalla misura in esame saranno destinate prioritariamente alla riduzione dei costi energetici delle utenze domestiche e non domestiche.

STRETTA SU BONUS CALDAIE

Per quanto riguarda, invece, i bonus per ristrutturare casa e l’ecobonus per la riqualificazione energetica, entrambi restano al 50% per il 2025 per le prime case, e al 36% per le seconde, come previsto dalla manovra. Arriverà, però, con un emendamento approvato nel corso dell’esame in commissione, una stretta sulle caldaie alimentate a combustibili fossili che non potranno essere più portate in detrazione. Nonostante lo stop agli sconti fiscali, le caldaie potranno essere vendute ancora fino al 2040.

BONUS ELETTRODOMESTICI

Per il 2025 viene introdotto un contributo economico per incentivare l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica prodotti in Europa, favorendo il risparmio energetico, il riciclo degli apparecchi obsoleti e il sostegno all’industria. Il contributo – che sarà destinato agli utenti finali, per incentivare l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica (classe non inferiore alla B e prodotti in Europa) – coprirà fino al 30% del costo di un singolo elettrodomestico, con un limite massimo di 100 euro per ciascun elettrodomestico. Questo limite è elevato a 200 euro per le famiglie con un Isee inferiore a 25.000 euro. In ogni caso, ogni nucleo familiare potrà beneficiare del contributo per un solo elettrodomestico. Per finanziare il contributo, è istituito un fondo pari a 50 milioni di euro per il 2025 (tetto massimo di spesa per la misura de qua) presso il ministero delle imprese e del Made in Italy.

RITOCCHI A TRANSIZIONE 5.0

Introdotte, in fase di esame, in sede referente, modifiche in materia di credito d’imposta Transizione 5.0. In particolare: il credito d’imposta potrà essere riconosciuto, in alternativa alle imprese, alle società di servizi energetici (ESCo) certificate; per alcune fattispecie relative all’acquisizione di moduli fotovoltaici si modifica l’incremento della base di calcolo del credito d’imposta; si eleva al 35 per cento del costo l’importo del credito d’imposta per la quota di investimenti d’importo compreso tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro (precedentemente pari al 15 per cento), prevedendo specifiche modifiche normative di coordinamento; si prevede che, per le società di locazione operativa, il risparmio energetico conseguito possa essere verificato rispetto ai consumi energetici della struttura o del processo produttivo del noleggiante, ovvero, in alternativa, del locatario; viene definita la misura della contribuzione al risparmio energetico degli investimenti beneficiari del credito d’imposta industria 4.0.

E ancora: si prevede che la riduzione dei consumi energetici sia considerata in ogni caso conseguita nei casi di progetti di innovazione realizzati per il tramite di una società di servizi energetici (Esco) in presenza di determinate condizioni; si prevede la cumulabilità del credito d’imposta con il credito per investimenti nella Zona Economica Speciale (Zes unica – Mezzogiorno) e nella Zona Logistica Semplificata (Zls); si precisa che il credito d’imposta è cumulabile con ulteriori agevolazioni previste nell’ambito dei programmi e strumenti dell’Unione europea, a condizione che il sostegno non copra le medesime quote di costo dei singoli investimenti del progetto di innovazione. Si prevede, infine, che le misure si applichino agli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024. Per quanto riguarda gli incrementi delle aliquote del credito d’imposta, la loro fruizione sarà subordinata ad una comunicazione del Gse nei limiti delle risorse destinate al finanziamento della misura.

TAGLIO AL 50% PER ACCISE BIRRA

Procedure semplificate di accertamento, a partire dal 2025, per i cosiddetti microbirrifici (con produzione non superiore a 10.000 ettolitri): per questi, è introdotta dall’anno prossimo la decurtazione dell’accisa al 50% (già prevista, in realtà per gli anni 2022 e 2023). Ripristinate anche le altre riduzioni di accisa (in vigore nel 2022 e 2023): del 30% per i birrifici con produzione annua superiore ai 10.000 ettolitri e fino ai 30.000 ettolitri; del 20% per i birrifici con produzione annua superiore ai 30.000 ettolitri e fino ai 60.000 ettolitri.

RIMODULAZIONE FONDI MIT. 425 MLN PER METRO C

Tra gli emendamenti approvati nel corso dell’esame della manovra in commissione Bilancio della Camera quello per il ripristino dei fondi della Metro C. Nel dettaglio, alla metropolitana della Capitale saranno destinate le risorse previste per la Missione 13 del Mit ‘Diritto alla mobilità e sviluppo dei sistemi di trasporto; programma 06- Sviluppo e sicurezza della mobilità locale’: 350 milioni per il 2027 e 75 milioni per il 2028 per un totale di 425 milioni. L’impegno è stato confermato dal sottosegretario Freni a nome del Governo durante i lavori della Commissione Bilancio su esplicita richiesta del deputato Pd Andrea Casu. La previsione di questi ulteriori 425 milioni, inserita in uno degli emendamenti dei relatori, nel testo depositato, non specificava infatti la destinazione dei fondi per la metro C. La garanzia dell’impegno a destinare tale fondi alla metropolitana romana ha permesso la votazione all’unanimità della singola tabella rimodulata, contenuta nell’emendamento dei relatori, abbinata agli emendamenti di Pd ( a prima firma Casu) e FdI (a prima firma Foti) così riformulati, insieme a tutte le altre proposte avanzate dalle altre forze politiche che ne hanno fatto richiesta.

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PENSIONE ANTICIPATA CON IL CONTRIBUTIVO

Potrà accedere alla pensione anticipata a 64 anni, con 20 di contributi, chi abbia cominciato a lavorare dopo il 1995 – con il sistema contributivo – a condizione che maturi un importo di pensione pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale, quindi più di 1600 euro al mese. Viene inoltre previsto che per superare questa soglia, sempre nel 2025, possa essere utilizzata l’eventuale rendita maturata presso un fondo di previdenza integrativa: per uscire a 64 anni, in questo scenario, saranno necessari 25 anni di contributi ( e 30 dal 2030).

NORMA ‘ANTI RENZI’

Introdotto, a carico dei titolari di cariche di Governo, dei presidenti delle giunte regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano e dei parlamentari della Repubblica non eletti all’estero, il divieto accettare, durante il proprio mandato, contributi, prestazioni, controprestazioni o altre utilità erogati, direttamente o indirettamente, da parte di soggetti pubblici o privati, anche mediante interposizione di persona o di società o enti, non aventi sede legale e operativa nell’Unione europea o negli Stati aderenti allo Spazio economico europeo. Fatta eccezione per i titolari di cariche di Governo, tale divieto non si applica nel caso in cui gli organi di appartenenza dei soggetti destinatari del divieto, secondo le procedure stabilite dai rispettivi ordinamenti, li autorizzino preventivamente ad accettare gli emolumenti menzionati. Tale autorizzazione, in ogni caso, può essere rilasciata unicamente nel caso in cui il compenso percepito non sia superiore a 100.000 euro all’anno. Tale divieto viene anche esteso ai membri del Parlamento europeo eletti in Italia.

RIMBORSO SPESE GOVERNATIVI NON PARLAMENTARI

I ministri e i sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma avranno diritto al rimborso delle spese di trasferta da e per il domicilio o la residenza per l’espletamento delle proprie funzioni. A tal fine, viene istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri un apposito fondo, con una dotazione di 500.000 euro annui a decorrere dall’anno 2025. Le risorse del fondo saranno destinate alle amministrazioni interessate con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze. Agli oneri derivanti, pari a 500mila euro annui a decorrere dal 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili

FONDO PER SOSTEGNO PSICOLOGICO STUDENTI

Viene istituito il Fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore delle studentesse e degli studenti, con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2025 e di 18,5 milioni di euro a decorrere dal 2026, per l’attivazione, in via sperimentale, di presìdi territoriali di esperti psicologi a supporto delle istituzioni scolastiche, finalizzati a fornire il servizio di sostegno psicologico alle studentesse e agli studenti. La copertura è posta a valere sul Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili.

INCREMENTATE RISORSE PER PONTE STRETTO MESSINA

Stanziati 1,532 miliardi di euro in più, per il periodo 2024-2032, da destinare al Ponte sullo Stretto di Messina. Lo prevede uno dei ritocchi inseriti in fase di esame in commissione Bilancio alla Camera. Viene altresì autorizzata, per la realizzazione delle opere connesse alla realizzazione del ponte, la spesa complessiva di 500 milioni di euro per il periodo 2027-2030.

CONVENZIONE UNICA ANAS-MIT

Con emendamento riformulato alla manovra, a prima firma Riccardo Molinari (Lega), viene autorizzato il ministero dei Trasporti a sottoscrivere una nuova convenzione unica con Anas, da approvare con decreto del Mit di concerto con il Mef. La durata della concessione relativa è “adeguata al termine massimo” di 50 anni. IRES PREMIALE Tra le misure inserite, in ultima battuta, nella legge di Bilancio anche quella che prevede una riduzione del 4% dell’Ires per le imprese che rispettino determinati requisiti. Il meccanismo, contenuto in un emendamento dei relatori poi modificato da un subemendamento di Luca Cannata di Fratelli d’Italia, garantisce la riduzione dell’Ires a quelle imprese che accantonino almeno l’80% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 in una riserva apposita, e che investano almeno il 30% di quella somma nell’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. La somma investita dovrà essere in ogni caso “non inferiore al 24%” degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023, e comunque non inferiore a 20mila euro. Inoltre, per accedere all’agevolazione le aziende non possono aver fatto ricorso alla cassa integrazione nel corso dell’esercizio 2024 o in quello successivo, e dovranno invece incrementare dell’1% gli occupati a tempo indeterminato. 

WEB TAX SOPRA I 750 MILIONI DI RICAVI

Cambia, rispetto al testo base della MANOVRA, la web tax, inizialmente estesa a tutti “i soggetti esercenti attività d’impresa” che realizzassero “ricavi derivanti da servizi digitali” senza specificare limiti di ricavi oltre i quali sarebbe scattata l’imposta. La misura era stata difesa dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che aveva spiegato durante l’audizione di fronte le commissioni Bilancio di Camera e Senato, come l’estensione della platea di soggetti colpiti dalla web tax eliminasse “la caratteristica di ‘discriminazione’ alla base della contestazione Usa che avevano originato ritorsioni commerciali al momento dell’introduzione”. Nel testo approvato da Montecitorio, la web tax torna ad essere applicata solo a quelle aziende che registrino ricavi da servizi digitali, ovunque realizzati, non inferiori a 750 milioni di euro l’anno.

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AUMENTO TASSA CRIPTO AL 2026

Per quanto riguarda la tassazione dei profitti derivanti da cripto attività, l’aliquota su questi profitti rimarrà ferma al 26% nel 2025 per poi salire al 33% a partire dal 2026. Viene anche eliminata la no-tax area, che garantiva l’esenzione dalle tasse per i profitti derivanti dalle cripto attività che fossero inferiori a 2mila euro. Il testo base della legge di Bilancio prevedeva di portare la tassazione sui profitti da cripto attività al 42% dal 2025

PAGAMENTI ELETTRONICI

Nei casi di pagamento effettuato attraverso strumenti elettronici, diversi dai bonifici, l’accredito degli importi giornalieri in favore del beneficiario avverrà “entro le ore 12 del giorno lavorativo successivo alla ricezione dell’ordine di pagamento ed in ogni caso con valuta il giorno della ricezione dell’ordine medesimo”. I prestatori di servizi di pagamento saranno tenuti ad adeguarsi alla nuova normativa entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di Bilancio.

FLAT TAX DIPENDENTI

Viene incrementata nel 2025 la soglia contributiva massima per l’accesso al regime forfettario (la cosiddetta ‘flat tax per dipendenti’). La misura, inserita in un emendamento dei relatori, approvato in commissione, prevede infatti di aumentare da 30mila a 35mila euro la soglia massima da lavoro dipendente oltre la quale non si può accedere alla flat tax al 15%.

FLAT TAX STRAORDINARI INFERMIERI

Dal 2025 gli straordinari degli infermieri verranno tassati con una flat tax al 5%. La misura, contenuta in un emendamento dei relatori, prevede infatti che “i compensi per lavoro straordinario del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità”, vengano assoggettati ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef “pari al 5%

REVISORI MEF

Cambia, in ultima battuta, anche la norma contenuta nel testo base della legge di Bilancio, che includeva la presenza di un revisore del Mef nelle società che ricevono finanziamenti pubblici. A ricevere il semaforo verde da parte della V di Montecitorio è stata la riformulazione che non prevede più la presenza di revisori ministeriali, pur introducendo una stretta sui controlli. Il controllo sul corretto utilizzo di contributi pubblici “di entità superiore a 100.000 euro annui” ricevuti da società, enti, organismi, e fondazioni sarà di responsabilità “in base alla normativa vigente” dei revisori dei conti interni delle stesse organizzazioni. Questi, dovranno quindi “effettuare apposite attività di verifica intese ad accertare che l’utilizzo dei predetti contributi sia avvenuto nel rispetto delle finalità per i quali i medesimi sono stati concessi” e dovranno inviare annualmente al Mef una “relazione contenente le risultanze delle verifiche effettuate”.

DECONTRIBUZIONE SUD

Tra le misure approvate dalla Camera anche la cosiddetta ‘decontribuzione Sud, ovvero l’esonero del 25% dei contributi previdenziali a favore delle piccole e medie imprese che occupano lavoratori a tempo indeterminato nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. La norma prevede un meccanismo di decalage, con l’esonero che scenderà al 20% dal 2026 al 2028, per un importo massimo di 125 euro nel 2026 e 2027 e di 120 euro nel 2028. Nel 2029 l’esonero sarà pari al 15% dei complessivi contributi previdenziali per un importo massimo di 75 euro su base mensile per dodici mensilità, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto alla data del 31 dicembre 2028.

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 TURNOVER PA

Il testo approvato dalla Camera prevede anche il blocco parziale del turnover per la pubblica amministrazione. Nel 2025 e nel 2026, quindi, le amministrazioni dello Stato, le agenzie e gli enti pubblici non economici con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato, possono procedere, nel medesimo 2025, ad assunzioni a tempo indeterminato di personale per una spesa non superiore al 75% di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente. Diverso il discorso per forze dell’ordine, vigili del fuoco (che dovranno applicare la riduzione al 75% solo nel 2026) e università statali (per le quali il blocco al turnover sarà in vigore nel solo 2025). Nel corso dell’esame alla Camera è stato soppresso il comma 9, che prevedeva una riduzione del 25 per cento del turn over, modificando per il 2025 la vigente normativa in materia di facoltà assunzionali delle Regioni a statuto ordinario, degli enti locali con più di 20 dipendenti in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, precisando che le economie derivanti dall’attuazione del presente comma restavano annualmente acquisite ai bilanci degli enti.

FONDI TAV TORINO-LIONE

Viene autorizzata la spesa complessiva di 1 miliardo di euro dal 2027 al 2033, per gli interventi relativi alla costruzione collegamento ferroviario ad alta velocità tra Torino e Lione. 

STRETTA SU CONSULENZE RAI

Tra gli emendamenti approvati alla MANOVRA, infine, anche quello dei relatori che introduce una stretta sulle consulenze esterne della Rai, “con esclusione dei costi per consulenze relative a operazioni di carattere strategico”.

Per il 2026, la società sarà tenuta a realizzare una riduzione pari almeno al 2 per cento rispetto al corrispondente ammontare sostenuto nella media del triennio 2021-2023. Per il 2027, la riduzione sarà elevata al 4 per cento. Inoltre, coerentemente con gli obiettivi previsti dal piano industriale 2024-2026, nel corso dell’anno 2025, la Rai sarà chiamata a mettere in atto misure di contenimento dei costi esterni tali da realizzare, negli anni 2026 e 2027, una riduzione dell’ammontare complessivo degli stessi, al netto dell’inflazione registrata nei medesimi anni, pari almeno al 2 per cento rispetto all’ammontare dei corrispondenti costi sostenuti nel 2024. I risparmi derivanti dalle misure saranno al conseguimento degli obiettivi del contratto nazionale di servizio per il periodo 2023-2028.

Gli amministratori della Rai daranno conto delle misure adottate nella relazione sulla gestione allegata al bilancio degli esercizi 2025, 2026 e 2027. Rispetto al testo iniziale inserito in manovra, è stato espunto il periodo ai sensi del quale spettava al collegio sindacale il compito di verificare che fossero correttamente individuate le voci di bilancio “riconducibili alle categorie di spesa interessate dalle riduzioni” in oggetto.

 



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