L’IA in azienda è più etica se in Cda ci sono donne: ecco perché

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Anche i Consigli di Amministrazione (CdA) si trovano di fronte a sfide inedite legate alla crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale (IA) e di altre tecnologie emergenti. In questo contesto, la diversità di genere e la presenza femminile nei CdA si rivelano non solo un imperativo etico ma anche un fattore chiave per affrontare con successo la trasformazione digitale.

Secondo una ricerca di Boston Consulting Group (“To Be a Responsible AI Leader, Focus on Being Responsible”), le aziende con una significativa rappresentanza femminile nel CdA sono il 40% più propense a implementare politiche etiche e responsabili. Tale propensione riveste un ruolo importante nella introduzione e governance dell’IA, che porta con sé importanti valutazioni e decisioni su queste dimensioni.

Le donne stanno sempre più emergendo come protagoniste nella promozione di una governance responsabile e inclusiva dell’IA, contribuendo a integrare l’innovazione tecnologica con una visione etica, trasparente e sostenibile.

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Intelligenza artificiale: la nuova sfida per i CdA

La digitalizzazione ha trasformato radicalmente i processi decisionali e i modelli di governance, introducendo nuove opportunità ma anche significative complessità. Come riportato nel rapporto di Deloitte “Bringing Digital to the Boardroom”, l’IA e le tecnologie digitali offrono strumenti potenti per migliorare la trasparenza, ottimizzare le decisioni strategiche e valutare gli scenari di rischio. Tuttavia, il loro utilizzo pone interrogativi etici e operativi che richiedono una governance adeguata.

I CdA sono chiamati a svolgere un ruolo sempre più attivo di indirizzo delle tecnologie emergenti, garantendo che siano utilizzate in modo sicuro, responsabile e in linea con i valori aziendali. Questo implica non solo adottare una visione strategica delle opportunità offerte dall’IA, ma anche affrontare questioni complesse come i bias algoritmici (che possono amplificare le disuguaglianze sociali e compromettere l’equità dei processi decisionali) o la sicurezza dei dati.

In particolare, l’IA può avere un impatto diretto sui CdA su tematiche quali:

  • Gestione del rischio e compliance: monitoraggio dei rischi aziendali tramite strumenti di analisi predittiva; analisi di grandi volumi di documenti per assicurare la compliance normativa e procedurale
  • Strategia e innovazione: analisi dei trend di mercato, dei comportamenti dei clienti e dei competitors
  • Performance ed efficienza operativa: realizzazione programmi di automatizzazione dei processi e di misurazione della produttività
  • Protezione dei dati: rilevamento delle minacce ed analisi delle vulnerabilità
  • Sostenibilità: identificazione e monitoraggio delle metriche ESG
  • Gestione del personale e dei talenti: supporto ai programmi di sviluppo competenze (upskilling) e/o riconversione del personale (reskilling)
  • Supporto ai processi decisionali e di governance.

Diversità e innovazione: un binomio vincente

La presenza di donne nei CdA è un elemento determinante per promuovere una governance tecnologica efficace. La diversità di genere e di competenze, infatti, è stata associata a una maggiore capacità di innovazione e a performance aziendali superiori.

Secondo il report di McKinsey & Company “Delivering through Diversity”, i CdA con una significativa rappresentanza femminile affrontano con maggiore energia le sfide legate alla digitalizzazione. Possono quindi essere considerati più inclini a integrare l’innovazione, inclusa l’IA, nei processi aziendali.

Le donne apportano prospettive che arricchiscono il dibattito strategico, favorendo un approccio più equilibrato e inclusivo all’innovazione. In particolare, l’attenzione alla sostenibilità e all’etica consente di affrontare le sfide tecnologiche con una visione che integra responsabilità sociale e competitività aziendale.

Preparare leader per il futuro digitale

Lo studio di Deloitte “Women in the boardroom: A global perspective” evidenzia come in Italia la presenza femminile nei CdA sia raddoppiata negli ultimi 10 anni, superando il 40%. Questo risultato è merito di interventi legislativi specifici adottati nel corso di quel periodo? Sicuramente si, ma non va trascurato l’effetto di iniziative mirate di empowerment e networking.

Il programma di formazione avanzata InTheBoardroom

Un esempio significativo in tal senso è InTheBoardroom, programma di formazione avanzata promosso da Valore D, con l’obiettivo di preparare una nuova generazione di leader per i CdA, fornendo competenze specifiche in ambiti come strategia, sostenibilità, finanza e tecnologie digitali.

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In un contesto in cui l’adozione dell’IA e la digitalizzazione stanno ridefinendo i modelli di governance, questo tipo di programmi assume un ruolo cruciale per garantire che i CdA siano pronti a rispondere alle sfide del futuro. Attraverso moduli formativi dedicati, il contatto diretto con esperti qualificati, la possibilità di networking e la visibilità su opportunità di accesso a CdA, i partecipanti acquisiscono tra l’altro conoscenze approfondite sull’uso strategico delle tecnologie emergenti e sull’importanza di una loro governance responsabile.

Iniziative di queto tipo non solo promuovono la diversità nei CdA, ma forniscono anche gli strumenti necessari per contribuire attivamente all’evoluzione digitale delle organizzazioni.

Una visione strategia per il futuro

L’integrazione dell’IA nei CdA non è solo una questione tecnologica, ma richiede una visione strategica che unisca innovazione, etica e sostenibilità. La diversità di genere si conferma un fattore determinante per affrontare queste sfide, portando valore aggiunto non solo in termini di performance aziendali, ma anche di responsabilità sociale e competitività.

Promuovere la diversità nei CdA e sostenere iniziative dedicate a questo obiettivo sono passi fondamentali per costruire un ecosistema aziendale inclusivo e preparato ad affrontare le sfide della trasformazione digitale. Investire nella formazione tecnologica delle donne significa non solo colmare il divario di genere, ma anche garantire un futuro in cui l’IA sia al servizio di un progresso equo e sostenibile.



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