I diritti negati in Corea del sud

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“Di notte, il 3 dicembre scorso, il presidente Yoon Seok-yeol è apparso in televisione criticando il partito di opposizione su diverse questioni. Tra queste c’erano i tagli, che lui ha definito “oltraggiosi”, al bilancio. Yoon ha detto testualmente: “Il nostro Parlamento è diventato un covo di criminali che usa la dittatura legislativa per paralizzare i sistemi giudiziario e amministrativo’. Poi, a sorpresa, ha dichiarato la legge marziale. Quello che è accaduto dopo indica chiaramente che si trattava di un tentativo di colpo di Stato”. A parlare è Mikyung Ryu, responsabile dell’area internazionale della Kctu, la confederazione dei sindacati della Corea del Sud.

È lei che prova a spiegarci cosa sta succedendo in un Paese che nelle ultime settimane pare piombato nel caos più totale. Dopo il tentativo fallito di legge marziale, è infatti arrivata la richiesta di impeachment per il presidente conservatore Yoon. Il premier Han ha allora assunto l’interim in attesa della decisione della Corte Costituzionale, mentre anche il capo di stato maggiore dell’esercito veniva arrestato. E’ di oggi (27 dicembre 2024) la notizia dell’impeachment anche per il presidente ad interim appena nominato. 

Il 10 dicembre scorso, il Parlamento coreano ha approvato la legge di bilancio con un emendamento dell’opposizione, ma contro la volontà della maggioranza e del Ppp, il partito del premier. Lo scontro sui conti pubblici è una delle molle che ha fatto scattare la richiesta di legge marziale. Cosa significa “contro la maggioranza di governo”? E qual è, in merito, l’opinione del sindacato

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Mikyung Ryu

L'”oltraggio al bilancio” menzionato da Yoon si riferisce al violento conflitto politico in atto. Sebbene le discussioni sul bilancio siano sempre feroci, questa volta entrambe le parti si sono rifiutate di scendere a qualsiasi compromesso. Lo scontro è iniziato con una proposta del governo che si concentrava su tagli fiscali per i più ricchi e su misure di austerità. Esattamente l’opposto di quanto chiedeva la Kctu, cioè aumentare le entrate fiscali ed estendere i servizi sociali.

Fin dall’inizio del suo mandato, Yoon ha ridotto le tasse per le grandi aziende e per i redditi alti. Poi, per far fronte alla perdita di entrate, ha anche introdotto un’austerità sconsiderata. E non è neanche riuscito ad aumentare la spesa per il welfare sociale, nonostante le crescenti necessità dettate dal cambiamento climatico e dall’invecchiamento della popolazione. Il Partito democratico all’opposizione ha invece cercato di utilizzare i tagli al bilancio come leva per spingere il governo ad azzerare i “fondi per le attività speciali” di procuratori, polizia e ufficio presidenziale. Tuttavia, senza alcun dialogo politico non si è trovato un accordo. Dopo l’impeachment di Yoon, però, c’è ora l’urgente bisogno di un bilancio supplementare che aumenti la spesa pubblica per il welfare.

La Kctu, anche prima della legge marziale, ha accusato il presidente di tentare di controllare l’informazione pubblica e le emittenti televisive. In che modo?
La Corea del Sud ha tre emittenti pubbliche simili alla Rai: Kbs, Mbc ed Ebs. L’Esecutivo Yoon ha utilizzato vari metodi irregolari e abusato del proprio potere per prenderne il controllo. Hanno rimosso forzatamente il presidente della Commissione per le comunicazioni prima della scadenza del mandato e nominato al suo posto un loro uomo. Il nuovo presidente ha licenziato le figure chiave delle emittenti, sostituendole con figure filogovernative, ed ha anche nominato un amico personale del presidente a capo della Kbs.

Ma c’è di più. La Kctu e il sindacato affiliato dei lavoratori dei media si sono battuti a lungo per sostenere un disegno di legge che garantisca l’indipendenza delle televisioni pubbliche. L’obiettivo è ampliare i consigli di amministrazione, distribuire i diritti di nomina dei direttori tra accademici, professionisti del settore e comitati di spettatori, e consentire la partecipazione pubblica nella selezione dei presidenti. La legge è stata approvata due volte dall’Assemblea nazionale, ma Yoon e il Ppp hanno posto il veto. Anche se, in realtà, anche il precedente governo guidato da Moon Jae-in non ha sostenuto questa riforma.

Il movimento sindacale è però da tempo in conflitto con Yoon Seok-yeol. Quali sono le emergenze e i problemi più gravi del mondo del lavoro coreano?
L’amministrazione Yoon è ossessionata dai sindacati sin dal primo giorno. Ci dipingono come gruppi di interesse che infrangono la legge, e criminalizzano i nostri iscritti. Dalla fine del 2022 in poi alcuni alti funzionari governativi, incluso il presidente, hanno iniziato una campagna diffamatoria contro i sindacati, definendoci “una delle grandi piaghe da eradicare”. Hanno abusato del loro potere per interferire con le nostre attività, prendendo di mira soprattutto il sindacato dei lavoratori delle costruzioni, uno dei più rappresentativi all’interno della Kctu. Hanno istituito una squadra investigativa speciale per interrogarne tutti i funzionari, e contrastato attività sindacali perfettamente legittime, come la contrattazione collettiva e l’organizzazione delle manifestazioni.

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È stata una vera e propria campagna di persecuzione giudiziaria che ha anche provocato il suicidio di un nostro membro. E poi Yoon ha anche esercitato due volte il diritto di veto presidenziale per annullare le modifiche alla legge sulle relazioni sindacali e di regolazione del lavoro, approvate dall’Assemblea nazionale una nostra battaglia che è durata decenni. La riforma avrebbe garantito il diritto alla contrattazione collettiva per i lavoratori in subappalto e limitato le richieste di risarcimento danni contro chi sciopera. Non è un caso se quando è stata dichiarata la legge marziale, è stato ordinato l’arresto immediato anche per il presidente della Kctu.

In questo contesto, i problemi che da tempo affliggono i lavoratori restano irrisolti. Ad esempio, l’alto numero di incidenti mortali che colpiscono soprattutto chi lavora in subappalto e i migranti. L’approccio lassista del Governo ha portato a episodi gravi, come l’incendio in una fabbrica di produzione di batterie al litio, che il 24 giugno ha causato la morte di 23 lavoratori, 19 dei quali migranti. Anche gli orari di lavoro continuano a essere un tema, malgrado la riduzione graduale della media annuale di ore lavorate. Nonostante la strenua opposizione della Kctu e della società civile, il Governo Yoon ha infatti promosso una riforma che aumenta gli straordinari fino a un totale di 69 ore settimanali. Il problema persiste soprattutto nel trasporto merci e nella logistica terrestre, e causa anche decessi per superlavoro.

In Corea del Sud, tra l’altro, si registra uno dei maggiori divari retributivi di genere tra i Paesi dell’Ocse, e persistono molte discriminazioni. Recentemente si è anche assistito a una serie di proteste contro la violenza sulle donne e i femminicidi, fenomeni in crescita. Qual è la condizione delle donne nel mondo del lavoro e nella società coreana?

Una delle principali promesse elettorali di Yoon è stata l’abolizione del Ministero dell’uguaglianza di genere, negando l’esistenza di una discriminazione sistemica delle donne. Forse anche per questo le recenti proteste per chiedere l’impeachment hanno visto una straordinaria partecipazione femminile. D’altro canto, il divario retributivo di genere in Corea è del 31,9%, mentre a livello globale siamo intorno al 19%. La forbice tra il tasso di occupazione maschile e femminile si è ridotta negli ultimi 20 anni, ma resta comunque molto alta: 71,5% per gli uomini, 52,9 per le donne. Molte coreane, poi, tendono a lasciare il mercato del lavoro dopo il parto, e le opportunità di lavoro regolare per le madri sono davvero poche. Questo spiega anche il nostro tasso di natalità: 0,74%, il più basso al mondo.

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Noi però crediamo fermamente che il sindacato sia lo strumento più efficace per prevenire e risolvere questi problemi. La Kctu, attraverso il suo comitato per le donne, ha condotto programmi di formazione specifici, e nella contrattazione collettiva punta molto sull’uguaglianza di genere nei luoghi di lavoro. Inoltre, il sindacato delle costruzioni affiliato alla Kctu, tradizionalmente dominato dagli uomini, ha ampliato l’accesso nel settore, offrendo formazione professionale per le donne e migliorando le condizioni lavorative affinché possano lavorare senza discriminazioni o molestie sessuali. Grazie alla campagna dell’Unione dei lavoratori metalmeccanici coreani (Kmwu), poi, per la prima volta Hyundai Motor ha assunto 6 lavoratrici attraverso un concorso pubblico. Oggi, Hyundai impiega circa 28.000 operai, di cui solo 500 sono donne, molte delle quali erano precedentemente in subappalto e sono state regolarizzate solo grazie a sentenze giudiziarie. Con la forza del del sindacato, però, le donne possono essere più forti e portare uguaglianza nei luoghi di lavoro.

 



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