Gino Castaldo. La critica a Springsteen non è mettersi in mostra

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Caro Marco, scusa il disturbo. Di solito non rispondo alle critiche, al di là del fatto che siano più o meno ragionevoli, ma quello che hai scritto mi ha dato da pensare, ha stimolato alcune riflessioni, e quindi ho pensato di approfittarne. Intanto grazie per le parole di stima, anche se poi nello sviluppo del discorso non ne ho trovato traccia, anzi. La riflessione ha a che vedere con una sorta di disformismo che in genere è tipica degli hater, e non certo delle tue riflessioni, eppure… Diciamo meglio, ha a che vedere con l’attitudine a mettere le cose in cattiva luce con artifici retorici del tipo… “parlare male di Springsteen è di moda”, com’è già indicato nel titolo. Ovvio che quanto segue è già viziato da questa affermazione, qualsiasi cosa io abbia detto l’ho fatto perché è di moda, quindi, è già screditato in partenza. Oltretutto è un’affermazione del tutto falsa. Non è affatto di moda, almeno nei principali media, che è il territorio in cui mi muovo. A conferma di ciò, mi sono arrivati, come non accade mai, molti messaggi di solidarietà da colleghi e addetti ai lavori. Se poi in alcune cerchie di blogger o fan va di moda, non mi riguarda e non mi pare che giustifichi un incipit del genere. Parlo di questo perché va al di là delle considerazioni sul mio pensiero, che sono tutte legittime, e ci mancherebbe altro. Insomma puoi anche sostenere che dico un sacco di stronzate, ma almeno fallo nel merito delle cose che racconto. C’è una frase che mi ha colpito: “per mettersi in mostra”. Ecco il punto: non capisco perché non si pensi alla prima e più immediata spiegazione sul motivo che spinge qualcuno a scrivere un pezzo: il bisogno di farlo, per motivi interiori, personali, di condivisione. Ci deve essere invece necessariamente una ragione “altra”, più infida, più subdola. Nel mio caso è il “mettersi in mostra”. Caro Marco, su questo mi dispiace deluderti, non ho alcun bisogno di mettermi in mostra, e comunque non è mai stato il mio modo di agire. Non l’ho fatto neanche quando ero uno sconosciuto principiante, figurati ora. A volte penso esattamente il contrario, esito a scrivere certe cose, perché di questi tempi le “reazioni” sono spesso fastidiose, essere notato può essere una bella rottura di coglioni, esattamente come è successo in questo caso.

Ma veniamo ai contenuti. Il pezzo, “inutile e povero” come dici (per fortuna che c’era la stima se no finivo al rogo…), partiva da alcune considerazioni che tu rigetti, e su questo niente da dire, nel senso che ovviamente puoi pensare quello che ti pare, ma trovare Road diary interessante perché non vuole essere null’altro che un diario, questo sì è un’inutile tautologia, sembra il rovescio esatto di quello che dici quando sostieni che è di moda parlarne male. Al contrario, sembrerebbe, non è pensabile in ogni caso avanzare un dubbio, giusto? Poi, scusa, e detto senza offesa, mi ha fatto sorridere quando affermi che “è tutta una ruga”. Che c’è di male a tenersi in forma alla sua età, dici? Niente, infatti non c’è assolutamente niente di male e te lo posso ben dire io che ho all’incirca la stessa età, solo che leggendoti sembrerebbe che io abbia affermato che c’è qualcosa di male. Mai fatto, anzi, l’ho ammirato in passato e continuo ad ammirarlo per la sua gestione dell’età e della forma fisica. Io parlavo di tutt’altro, del fatto che vedere la sua faccia, e quindi la sua espressione, totalmente “falsificata” da un più che generoso lifting, mi sembra terribile, francamente inaccettabile. E questa è un’opinione sulla quale si può essere d’accordo o meno. È un fatto. Indignarsi o meno è una libera scelta, negarlo significa non vedere. Perché questo è il punto: esprimere pensiero, essere d’accordo o in disaccordo, ma esprimendo pensiero, e non pregiudizi, sospetti, e via dicendo. C’è un tipo che in un sito ha scritto paginate e paginate sull’argomento, partendo dall’affermazione: “premetto di non aver letto il pezzo, ma a quanto mi dicono…” e giù commenti a sfascio. Capisci in che deriva ci muoviamo tutti noi e perché dovremmo tutti cercare di essere un poco più attenti? Io trovo bellissimo discutere. Non ho mai preteso di avere ragione sempre, ma difendo la supremazia del pensiero. Sono anzi contento di leggere un commento che discute quello che dico e magari scoprire che ha ragione. Dimmi qualcosa di intelligente e sarò felice di imparare.

Scusa ancora, in finale mi permetto una piccola digressione. Quando nacque Repubblica, cinquant’anni fa, mi chiamarono per chiedermi di collaborare. Io risposi: “grazie dell’invito, ci devo pensare…”. Sai perché? Non era presunzione, ero uno sconosciuto ragazzino giornalista alle prime armi. Dissi che ci dovevo pensare perché all’epoca la cosa più importante era la questione morale. Era giusto o no? La convenienza personale era un tema secondario. Io sono cresciuto in questa cultura. Figurati se oggi dopo 50 anni, dopo tutto quello che ho fatto in questi 50 anni, alla stessa età di Springsteen, potrei mai scrivere un pezzo solo per mettermi in mostra…

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Gino Castaldo

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