Dopo mesi di lavoro, lo scorso 10 dicembre ha ufficialmente visto la luce la Fondazione della Seta E.T.S. (Ente del Terzo Settore), capolavoro di collaborazione e pensiero “alto” e lungimirante che ha visto Fondazione Setificio, Associazione Ex Allievi Setificio e Associazione per il Museo della Seta unire le forze con l’obiettivo comune di valorizzare e promuovere il patrimonio storico e culturale tessile del nostro territorio, oltre che la formazione scolastica di chi avrà il compito di portarlo avanti in futuro.
Una novità che rappresenta il primo caso in Italia di fusione trasformativa tra enti, ma anche un unicum nel panorama comasco, da sempre piuttosto restio alle collaborazioni, che invece ha visto unirsi oltre cento soci tra enti pubblici, associazioni di categoria, società, realtà industriali e privati in un progetto davvero ambizioso capace di coinvolgerli tutti.
Tutti tranne uno, il Comune di Como, unico tra i soci a non aver voluto incredibilmente sottoscrivere la nascita della Fondazione per ragioni legate alla struttura del nuovo organigramma che oggi vede un consiglio di amministrazione composto da poco meno di venti membri (di cui nessuno percepirà alcun emolumento). Troppi, secondo Palazzo Cernezzi che aveva proposto un Cda ridotto e una serie di sottocommissioni che, a detta degli addetti ai lavori, avrebbero reso farraginoso il sistema e avrebbero escluso buona parte di chi ha dato un contributo sostanziale alla nascita e alla crescita dei tre enti fondatori. Una defezione che, però, seppur con rammarico non ha fermato la nascita della Fondazione della Seta che oggi, per voce del neo eletto presidente Graziano Brenna, già presidente della Fondazione Setificio, racconta la propria genesi e i progetti futuri.
Quale è stata la spinta che ha portato Fondazione Setificio, Associazione Ex Allievi Setificio e Associazione per il Museo della Seta a pensare di unirsi in una nuova Fondazione?
In realtà sono anni che collaboriamo attivamente portando avanti progetti comuni per valorizzare il nostro patrimonio serico grazie ai quali abbiamo ottenuto anche importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, come la nomina di Como a Città Creativa Unesco, un tributo importante a tutto il sapere artigianale comasco nel quale la seta riveste un ruolo sicuramente di rilievo. La spinta definitiva, però, l’ha data la pandemia di Covid, un momento complesso che ha messo in difficoltà il Museo della Seta a causa dell’impossibilità di aprire ai visitatori. Ecco, in quella occasione particolare gli altri due enti “vicini di casa”, Fondazione Setificio, Associazione Ex Allievi Setificio, hanno contribuito a mantenere alta l’asticella e ad accompagnare il Museo fuori da quel periodo difficile.
Oggi però questa collaborazione ha finalmente una veste ufficiale capace di riunire sotto un unico nome praticamente tutti i soggetti del territorio che, a diverso titolo, hanno a che fare con il mondo serico.
Abbiamo solo realizzato un sogno nato più di trent’anni fa, nel 1995, quando in un momento di calo di iscrizioni al Setificio e con il rischio concreto di un accorpamento della scuola a un altro istituto, l’industriale tessile Giannino Brenna ebbe l’idea di rilanciarlo e sostenerlo dando vita alla Fondazione Setificio coinvolgendo imprese e istituti di credito pronti a scommettere su questo progetto al punto da raccogliere, in pochi mesi, un miliardo e mezzo di lire. Ecco, da questa idea è nato tutto il percorso che ci ha portati fin qui e sono sicuro che quello che abbiamo realizzato oggi, Giannino Brenna lo vedeva già.
Qual è il plusvalore di una Fondazione come questa per i vostri progetti futuri?
Come Fondazione potremo accedere a bandi riservati agli enti del terzo settore, entrare nell’elenco dei beneficiari del 5 per mille, promuovere iniziative di raccolta fondi e svolgere molte altre attività fino a oggi precluse ai soci fondatori.
Quale sarà il primo progetto a cui pensate di lavorare nella vostra nuova veste?
Con l’I.T.I.S. “Paolo Carcano” vorremmo creare un progetto, il primo in Italia in un istituto superiore, per far sì che la scuola non sia solo un luogo in cui si viene valutati per lo studio, ma una realtà in grado di intercettare davvero le fragilità psicologiche dei giovani per poi sostenerle in maniera strutturata e concreta. Non so se sarà il primo, ma sicuramente si tratta di qualcosa in cui tutti crediamo profondamente.
Sapete di aver fatto un piccolo miracolo dando vita a questa Fondazione, vero?
La cosa più bella è stato il clima di felicità e soddisfazione di tutti per aver raggiunto questo obiettivo che corona anni di lavoro fatto insieme, una cosa difficile da vedere a Como. Perché in questa Fondazione non manca nessuno, ci sono l’Amministrazione Provinciale, la Camera di Commercio di Como e Lecco, le associazioni di categoria come Confindustria, Confcommercio e Confartigianato, il CNA Lario e Brianza, l’Associazione Italiana Disegnatori Tessili, l’I.S.I.S Paolo Carcano, oltre a industrie tessili, imprenditori e privati cittadini.
Mi dispiace rovinare il clima di festa, ma mi tocca farle notare che qualcuno manca, però.
Abbiamo provato in tutti i modi a trovare una mediazione ma, purtroppo, la realtà è che oggi il Comune di Como ha scelto di rimanere fuori dalla Fondazione della Seta. Una cosa che non doveva succedere e un’assenza che porto nel cuore e che mi fa male. Concretamente, continueremo a fare progetti insieme e ne stiamo già portando avanti alcuni e, sarò anche un inguaribile ottimista, ma con buonsenso e buona volontà da parte di tutto sono certo che ci sarà un riavvicinamento.
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