Poco fa una squadra di finanzieri delle Fiamme gialle ha raggiunto la zona sul Gran Sasso in cui dovrebbero trovarsi i due escursionisti riminesi Luca Perazzini e Cristian Gualdi, ma, non trovando nulla sono tornati indietro, date le condizioni meteorologiche non ancora buone nell’area.
Sono sempre appese a un filo le speranze di ritrovare vivi gli alpinisti romagnoli dispersi sul Gran Sasso da domenica 22 dicembre. Le squadre del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza sono giunte a Fonte Cerreto (base della partenza della funivia per Campo Imperatore) per coordinare la ripresa delle attività di ricerca dei due alpinisti.
Nella giornata di oggi si escludono eventuali tentativi via terra. Il rischio valanghe è marcato (rischio 3 su una scala di 5) e questo non permette di far operare le squadre del Soccorso Alpino in sicurezza (con sci o ramponi ai piedi). Le condizioni meteo sono ancora sfavorevoli ma è previsto un miglioramento dall’ora di pranzo di oggi.
Se tale miglioramento fosse confermato, nel primo pomeriggio dovrebbe essere possibile un sorvolo in elicottero dell’area in cui dovrebbero trovarsi i due alpinisti.
Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico: “Non possiamo mettere a rischio la vita dei soccorritori”
“Non possiamo mettere a repentaglio la vita di decine di soccorritori. Chi fa soccorso sa che bisogna lavorare con sicurezza”. Lo afferma Daniele Perilli, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico, a proposito delle ricerche. “Stiamo valutando cosa fare. Dobbiamo avere una finestra di bel tempo. Faremo tutto il possibile”, aggiunge Perilli. Le ricerche sono riprese questa mattina ma la situazione, come conferma Perilli, non è ancora del tutto agevole.
Sebbene il guasto alla funivia che collega Campo Imperatore (2100 metri) alla base di località Fonte Cerreto (1115 metri) nella frazione aquilana di Assergi, sia stato riparato, “le condizioni meteo restano proibitive – riferisce il Soccorso alpino – un breve momento di vento debole ha consentito il funzionamento della funivia con il conseguente rientro a valle dei soccorritori”.
C’è attesa per ripresa operazioni di soccorso
Le ricerche dei due dispersi riprenderanno non appena le condizioni meteo in quota lo consentiranno.
Il gruppo sceso a valle ieri è composto da 11 tecnici del Soccorso alpino e 8 lavoratori del rifugio “Lo zio”. Il gruppo del Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) è rimasto bloccato nell’ostello, nel corso delle ricerche dei 2 alpinisti dispersi da domenica, scivolati nel Vallone dell’inferno.
L’Università dell’Aquila ha inviato un messaggio di vicinanza: “In questo momento di grande difficoltà, ci stringiamo idealmente a loro e alle famiglie, condividendo la loro angoscia e augurando con tutto il cuore un esito positivo”.
I due escursionisti romagnoli di 42 e 48 anni bloccati da domenica 22 dicembre nel canalone Valle dell’Inferno a quanto pare, sono scivolati nel tentativo di raggiungere il Corno Grande (2914 metri). Uno di loro sarebbe anche ferito. Per loro si teme il peggio ma la speranza non è ancora svanita.
La guida alpina: “C’è ancora speranza”
Luca Perazzini, 42 anni, e Cristian Gualdi, di 48 anni, i due alpinisti emiliani, scivolati in un canalone sul Gran Sasso a quota 2.700 metri, dove sono bloccati da domenica pomeriggio in attesa dei soccorsi (ansa)
Dopo una prima richiesta di aiuti con il telefono, dei due escursionisti si sono persi poi i contatti. Il rischio più grande per loro per ora è rappresentato dall’ipotermia. Nel frattempo sono arrivati in Abruzzo i familiari dei due dispersi.
Le operazioni di soccorso
Le avverse condizioni meteorologiche di lunedì avevano impedito alle squadre dei volontari del soccorso alpino e speleologico dell’Abruzzo e dei finanzieri del Sagf di poter arrivare in quota con l’elicottero. Le squadre sono partite da terra ma poi hanno dovuto interrompere le ricerche. Il giorno successivo alle 6:30 una squadra del Soccorso Alpino, rimasta in quota per tutta la notte in pronta partenza in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo, è partita alla volta del Rifugio Duca degli Abruzzi (2400 metri) per poi tentare un nuovo avvicinamento verso i due alpinisti.
Fortissime raffiche di vento, nebbia, visibilità nulla, precipitazioni e neve hanno poi impedito ai soccorritori di proseguire fino al punto dove presumibilmente sono finiti i due alpinisti. Le condizioni sul Gran Sasso restano proibitive, anche a causa degli accumuli di neve fresca delle ultime ore e delle forti raffiche di vento. Si ritenterà un avvicinamento non appena sarà possibile far operare i soccorritori in condizioni di sicurezza.
Alle 13 di lunedì gli impianti di risalita di Campo Imperatore sono stati chiusi per forte vento, quando le raffiche raggiungevano i 100 km orari. Il vento proveniente da sud-est, che ha mantenuto una temperatura intorno ai -5°C, ha fatto rilevare precipitazioni a carattere di forte temporale fino a 1500 metri di quota. Intorno alle 3 è arrivata la Bora che ha ulteriormente abbassato la temperatura; ha cominciato a nevicare anche a bassa quota, intorno ai 600 metri.
Il sindaco, pensiero costante in Abruzzo per Luca e Cristian
“Santarcangelo vive con apprensione e speranza queste ore e basta guardare i social per comprendere come la comunità abbia il pensiero costantemente in Abruzzo”. Così Filippo Sacchetti, sindaco del borgo del Riminese dove abitavano Luca Perazzini e Cristian Gualdi, i due amici alpinisti dispersi da domenica sul Gran Sasso. Le loro ricerche sono state interrotte per le condizioni proibitive del meteo in quota e si attende un miglioramento per la ripresa dei soccorsi. “Anche nel giorno di Natale speriamo che le condizioni meteo mettano in condizione il soccorso di poter fare il massimo sforzo per avanzare con le ricerche – auspica il sindaco – Non sono riuscito a mettermi in contatto con le famiglie, che in questi giorni sono sul posto per seguire direttamente gli sviluppi”.
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