La Russia pensa alle criptovalute per eludere le sanzioni occidentali

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per le aziende

 


Mosca apre alle monete digitali con un pacchetto di norme che permettono alle aziende russe di utilizzare bitcoin per le transazioni internazionali. Un tentativo di aggirare le restrizioni di America ed Europa, mentre si accende la sfida per il predominio del mondo cripto


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Per le transazioni commerciali con l’estero “è possibile utilizzare i bitcoin che abbiamo estratto qui in Russia”, ha detto il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov in un’intervista andata in onda su Russia 24 il giorno di Natale. Secondo il ministro, le aziende russe hanno già iniziato a utilizzare bitcoin e altre valute digitali nei pagamenti internazionali in virtù di un “regime sperimentale” avviato dal Cremlino per eludere le sanzioni occidentali applicate all’indomani dell’invasione in Ucraina. Misure che hanno complicato parecchio gli scambi commerciali della Russia con i suoi principali partner, come Cina, Turchia, India ed Emirati Arabi Uniti: paesi le cui banche – sotto la pressione delle autorità occidentali – sono sempre più caute nell’accettare flussi finanziari provenienti da Mosca.

 

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Molti pagamenti infatti sono ancora effettuati in dollari ed euro, e passano attraverso il sistema internazionale Swift, una rete di messaggistica finanziaria utilizzata da migliaia di istituti di credito sparsi nel mondo per dare seguito ai pagamenti internazionali. Nel marzo 2022, diverse banche russe sono state rimosse da questo sistema, in modo da disconnettere la Russia dal sistema finanziario internazionale e danneggiare l’accesso ai pagamenti globali da parte delle aziende.

   

È questo il quadro nel quale le criptovalute si inseriscono da protagoniste. Queste monete digitali infatti non vengono scambiate direttamente sulla rete Swift in quanto operano principalmente su blockchain decentralizzate. Le loro transazioni, quindi, non sono controllate da una banca centrale, bensì da una serie di computer sparsi per il mondo. Un sistema che consente alla Russia di eludere gli ostacoli finanziari imposti dall’Occidente, tutelando gli scambi e i pagamenti con i propri partner commerciali.

 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il 30 luglio, la Duma (il parlamento russo) ha approvato una legge che consente alle aziende di gestire pagamenti in criptovalute per le transazioni commerciali internazionali. Una misura fortemente voluta da Elvira Nabiullina, governatore della Banca Centrale russa, che si inserisce in un pacchetto di norme che include anche una dettagliata regolamentazione sul cripto mining (il processo di generazione di nuove criptovalute), consentendo dal primo novembre ad aziende e imprenditori di intraprendere questa attività, previa registrazione ufficiale in un apposito registro curato dal Servizio fiscale federale. 

  

La Russia spicca infatti tra i principali leader mondiali di estrazione di criptovalute, soprattutto di Bitcoin. Secondo stime ufficiali, l’attività arriva a consumare circa 16 miliardi di chilowattora all’anno, pari a circa l’1,5 per cento del consumo elettrico russo. Proprio per questo Mosca è arrivata addirittura a vietare il mining – come riporta l’agenzia di stampa Tass – in 10 regioni fino al 2031 per evitare carenze di energia elettrica durante l’inverno. Tra queste ci sono anche Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, regioni ucraine annesse al territorio Russo dopo i “referendum farsa” di fine 2022.

 

Rimane dunque da capire se lo sforzo russo nel veicolare i propri flussi finanziari attraverso valute alternative sarà ben accettato e corrisposto anche dai propri partner commerciali. Le transazioni mediante criptovalute, però, “sono già in atto” ha assicurato il ministro Siluanov, secondo cui “devono essere ampliate e sviluppate ulteriormente. Sono sicuro che ciò accadrà l’anno prossimo”, aggiungendo poi che i pagamenti internazionali in valute digitali rappresentano il futuro. Un pensiero analogo a quello maturato da Donald Trump nel corso della sua ultima campagna elettorale: il tycoon ha promesso al mondo cripto numerosi vantaggi e addirittura la creazione di una riserva nazionale strategica di Bitcoin. L’arrivo del magnate repubblicano alla Casa Bianca è vicino, e all’orizzonte si fa sempre più concreta l’idea di una sfida fra occidente e oriente anche per il predominio sulle criptovalute. Un terreno da gioco ancora tutto da costruire.





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