Guida e alcol, da alcolock al ritiro patente: tutto quello che c’è da sapere sul Codice della Strada

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Il nuovo Codice della Strada, nei giorni scorsi, è diventato legge e, come previsto, resta uno dei temi di attualità più discussi. Voluto dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, per “ridurre le stragi sulle strade italiane”, il testo in vigore cambierà, molto probabilmente, le abitudini di tanti italiani perché “sgarrare”, che sia per l’uso al volante dello smartphone, della guida sotto gli effetti di sostanze stupefacenti o, come approfondiremo in particolar modo in questo articolo, degli alcolici, può costare molto caro.
Ne avevamo già parlato su WineNews, analizzando la legge, in merito all’inasprimento delle sanzioni per contrastare la guida in stato di ebbrezza, ma, considerando anche la portata di questa novità (che, segnalano molti addetti ai lavori, enotecari, ristoratori e così via, in questi giorni di festa, fondamentali per i consumi, con la paura delle sanzioni e dei controlli, sta un po’ frenando i brindisi), torniamo sull’argomento per andare nel “cuore” della questione.
Il punto saliente rimane, però, sempre il solito: meglio bere poco, prima di guidare, o meglio ancora selezionare chi guiderà e per quella sera si sacrificherà e farà “l’astemio di turno”. O magari concedersi serenamente un calice, ma sempre mangiando qualcosa, bevendo molta acqua, aspettando un po’, dopo il consumo, prima di rimettersi alla guida, e magari dotarsi di un etilometro portatile per controllarsi prima di prendere il volante. Perché se il limite di 0,5 grammi per litro (g/l) rimane invariato per i guidatori “esperti” (i neopatentati si devono fermare a “zero”), superare questa soglia può avere conseguenze pesanti man mano che il tasso alcolemico sale.
Ma andiamo con ordine. Con un tasso limite inferiore a 0,5 g/l (come spiega anche il compendio firmato da Alessio Ribaudo, esperto della materia e giornalista per il quotidiano “Corriere della Sera”) non succede nulla al guidatore che, quindi, mantiene “in salvo” la propria patente. Le prime conseguenze arrivano, invece, quando viene superato lo 0,5 g/l e il tasso alcolemico non supera gli 0,8 g/l: in questo caso la sanzione amministrativa va da 543 a 2.170 euro e non ci sarà nessuna possibilità di sconto, quindi “no” al 30% in meno per il pagamento entro 5 giorni. La patente, in questa soglia, sarà sospesa da 3 a 6 mesi, la decurtazione dei punti è pari a 10. Si inaspriscono, e di molto, le sanzioni quando il tasso alcolemico è superiore a 0,8 g/l fino a 1,5 g/l. La multa va da 800 a 3.200 euro, è previsto l’arresto fino a sei mesi con la sospensione della patente da sei mesi ad un anno, mentre i punti decurtati (10) restano invariati. Da questo momento, cioè superati gli 0,8 grammi per litro, sarà obbligatorio installare l’alcolock, una delle grandi novità della legge che approfondiremo più avanti. L’ultimo “scaglione” è previsto nel momento in cui viene oltrepassato il tasso di 1,5 g/l. L’aver alzato il gomito, in questo caso, porta a delle conseguenze ancora più pesanti e quindi a sanzioni da 1.500 fino a 6.000 euro, l’arresto da sei mesi ad un anno, la sospensione della patente da uno a due anni, e il taglio di 10 punti dalla patente. Se si viene fermati per due volte in due anni, con un tasso “over” 1,5 g/l è prevista la revoca della patente. Da evidenziare che, nel caso l’auto non sia del guidatore, la durata della sospensione della patente viene raddoppiata.
Abbiamo accennato prima all’alcolock (che “entra” quando vengono superati gli 0,8 g/l), un dispositivo capace di rilevare il tasso alcolico di chi si mette alla guida prima di accendere la macchina. Soffiando in questo strumento se il guidatore non è astemio (0,0 g/l) il motore non si accenderà. Spetterà al conducente la spesa del montaggio dell’alcolock e colui che sarà condannato, a pena definitiva, dovrà installarlo obbligatoriamente a spese sue, e le officine autorizzate si occuperanno dell’installazione. Sulle tempistiche di utilizzo per l’alcolock, i condannati lo dovranno tenere nella propria auto per due anni (per chi ha “soffiato” tra gli 0,8 e 1,5 grammi per litro) con l’utilizzo che sale a tre anni, minimo, per chi è stato sorpreso con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l. Farsi trovare alla guida del mezzo senza alcolock significa ricevere una multa da 158 a 638 euro, a cui si somma la sospensione della patente da uno a sei mesi, sanzioni che aumentano di un terzo se si è trovati in stato di ebbrezza. Raddoppio delle pene se l’alcolock viene manomesso o se si rompono i sigilli.
Guidare ubriachi può provocare anche incidenti e, in caso di scontro stradale, scatta il raddoppio delle sanzioni pecunarie ed accessorie, il fermo amministrativo dell’auto per la durata di 180 giorni, salvo che sia di proprietà di terze persone, mentre il ritiro della patente arriverà solo se il tasso alcolemico oltrepassa 1,5 g/l.
Rifiutare l’alcol test non è la soluzione giusta, perché le conseguenze sono identiche a quelle previste per chi supera gli 1,5 g/l. I neopatentati (e quindi coloro che hanno ottenuto la patente da meno di tre anni) non possono bere, se il tasso alcolemico rientra tra 0 e 0,5 g/l la multa va da 168 a 678 euro (con decurtazione di 5 punti), e le sanzioni saranno ancora più dure se viene superato questo limite, per non parlare dell’eventualità che un neopatentato provochi una collisione da ubriaco: in questo caso, se il tasso alcolemico è superiore a zero, ma sotto gli 0,5 g/l, la multa va da 336 a 1.356 euro con 5 punti tolti dalla patente che saliranno a 20 (tra 0,5 e 0,8 g/l) con un tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro. In questa eventualità la sanzione lievita da 1.448 a 5.786 euro, e la sospensione della patente da 8 a 16 mesi con il fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni.
Anche i conducenti professionali – è il caso degli autisti di autobus, camion o taxi – non possono superare gli 0,0 g/l. Se trovati alla guida in stato di ebbrezza, oltre alle sanzioni decretate ai conducenti privati, il rischio può estendersi alla perdita della qualifica professionale. Come avevamo riportato, nel disegno di legge, presentato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il 28 settembre 2023, veniva ricordato che le principali cause di incidente stradale restano la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (per il 39,7% dei casi), ma che, comunque, la guida in stato di ebbrezza è considerata uno dei comportamenti più pericolosi. Su un totale di 52.459 incidenti con lesioni registrati dai Carabinieri e dalla Polizia Stradale (Anno 2021, ndr), sono 5.085 quelli in cui almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti è risultato essere in stato di ebbrezza, quindi il 9,7% degli incidenti è correlato all’alcol, percentuale in aumento sul 2020 (era il 9,2%).
La “stretta” messa in atto ha trovato favorevoli e contrari, di certo c’è che “guida e alcol” sono due temi che non vanno d’accordo: si tratta di un aspetto su cui progredire, la prevenzione è importante, e che dovrebbe andare, di pari passo, con il miglioramento della sicurezza di determinate strade e delle infrastrutture, altri argomenti “chiave”, ma sovente trascurati, quando si parla di sicurezza stradale.


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