In Italia, la storia delle accise sui carburanti si intreccia con eventi storici e decisioni politiche che si estendono per decenni. Le accise, imposte originariamente per scopi specifici e temporanei, sono state introdotte in momenti di crisi o per finanziare progetti urgenti. Tuttavia, una volta istituite, hanno dimostrato una notevole persistenza, rimanendo in vigore ben oltre la risoluzione delle circostanze che ne avevano giustificato la creazione. Questa persistenza si deve a diversi fattori. In primo luogo, le accise sulla benzina sono diventate una fonte di entrate stabile e significativa per lo Stato, contribuendo in modo importante al bilancio nazionale. Rimuovere o ridurre queste tasse avrebbe quindi un impatto significativo sulle finanze pubbliche, richiedendo la ricerca di altre fonti di entrate per compensare la perdita.
Così il taglio delle accise sui carburanti è diventato un argomento caldo nel dibattito politico, spesso utilizzato come terreno di campagna elettorale. I partiti politici e i candidati le utilizzano regolarmente come punto di discussione, promettendo riduzioni o riforme come parte delle loro campagne. Tuttavia, una volta al potere, si trovano di fronte alla complessità di modificare una struttura fiscale così radicata: l’unico governo che è riuscito a ridurle per un periodo limitato è stato il governo Draghi nel 2022, ma poi nel 2023 l’esecutivo Meloni ha tagliato lo sconto e si è ritornati al livello precedente sia per la benzina che per GPL e gasolio. Per la benzina le accise fino al 30 novembre 2022 erano di 478,40 euro per mille litri, dal 1° dicembre 2022 sono salite a 578,40 euro per mille litri. Per il GPL le accise sui carburanti sono passate da 182,61 euro per mille chilogrammi a 216,67 euro. Infine, per il gasolio le accise pesavano per 367,40 euro per mille litri e sono salite a 467,40 euro per mille litri.
Come sono calcolate le accise e quanto incidono sul prezzo della benzina
Le accise sui carburanti in Italia sono molteplici e possono variare a seconda di diversi fattori, inclusi gli obiettivi ambientali e le necessità di bilancio dello Stato. Nel 2024, le principali accise includono:
- Accisa Base: Imposizione standard applicata a ogni litro di carburante.
- Accise Regionali: Tasse aggiuntive applicate in alcune regioni.
- Accisa per Fini Ambientali: Imposta destinata a finanziare progetti per la tutela dell’ambiente.
- IVA (Imposta sul Valore Aggiunto): Calcolata in percentuale sul prezzo del carburante, inclusa l’accisa.
L’incidenza delle accise sul prezzo finale del carburante è notevole. Per il 2024, si stima che le accise, compresa l’IVA, possano costituire fino al 50-60% del prezzo alla pompa. Questo rende l’Italia uno dei paesi europei con il più alto carico fiscale sui carburanti.
L’elenco delle accise sulla benzina e quando sono state istituite
Nonostante dal 1995 l’accisa sulla benzina sia una voce unica, possiamo scomporla in una lista di ben 18 voci che si sono aggiunte nel corso del tempo e sono arrivate a comporre il costo attuale in Italia del carburante. Le accise sulla benzina rappresentano il 38% del costo totale, mentre l’IVA costituisce un ulteriore 18% (per un totale del 56%). Per quanto riguarda il diesel, le accise pesano per il 35% e l’IVA per il 18%, arrivando a un totale del 53% del prezzo finale. Ovviamente per le aziende l’iva non è un costo, mentre per un privato o per un lavoratore autonomo senza gestione dell’iva è da considerare. Questi gli aumenti nel corso degli anni, dal dopoguerra a oggi, a cui in alcuni casi vanno aggiunte ulteriori accise regionali:
- Finanziamento della crisi di Suez (1956) – 0,00723 euro
- Ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro
- Ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro
- Ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro
- Ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro
- Ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro
- Finanziamento missione ONU in Libano (1982 – 1983) – 0,106 euro
- Finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro
- Rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) – 0,020 euro
- Acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro
- Ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro
- Finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071
- Finanziamento crisi migratoria libica (2011) – 0,040 euro
- Ricostruzione per alluvione che ha colpito Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro
- Finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro
- Finanziamento per ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro
- Finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro
- Finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024 euro
L’impatto delle accise sulle aziende e sul business travel
Per le aziende che dipendono da veicoli a benzina, come quelle nel settore dei trasporti, delle consegne, o che hanno flotte aziendali, le accise rappresentano una spesa operativa significativa. Questo può influire sulla loro capacità di mantenere prezzi competitivi e sulla loro redditività generale. Le imprese devono tenere conto delle accise nella loro pianificazione finanziaria e budgeting, specialmente in settori dove il trasporto è un fattore chiave. Anche per le aziende Per le aziende che richiedono viaggi d’affari frequenti, il costo del carburante può rappresentare una parte importante del budget di viaggio. Questo è particolarmente vero per le imprese che operano a livello nazionale e richiedono spostamenti frequenti tra regioni.
Strategie per ridurre l’impatto della benzina sui costi di viaggio
Per le aziende e per i consumatori che cercano di ridurre l’impatto delle accise sui loro costi di carburante, ci sono diverse opzioni:
- Veicoli Elettrici: L’acquisto di veicoli elettrici, esenti dalle accise sui carburanti tradizionali, rappresenta una scelta sempre più popolare.
- Acquisto di Carburante all’Estero: In alcune zone di confine, è possibile risparmiare acquistando carburante in paesi limitrofi con accise inferiori.
- Utilizzo di Biocarburanti: Alcuni biocarburanti possono godere di accise ridotte rispetto ai carburanti tradizionali.
- Sistemi di Car Sharing e Mobilità Sostenibile: L’utilizzo di servizi di car sharing o la scelta di mezzi di trasporto alternativi può ridurre la dipendenza dai carburanti tradizionali.
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