Dal rapporto emerge che sono stati 362.421 i donatori; 14mila i volontari; 3.673 le farmacie distribuite in 101 province di tutto il territorio nazionale e nella Repubblica di San Marino che hanno partecipato alla Giornata della raccolta del farmaco del 14 febbraio. Trenta le aziende coinvolte nelle donazioni, 5 i partner logistici. Nel 2015, il rapporto tra costi totali e ammontare economico dei farmaci erogati è stato pari al 6,02%. Nel 2014, questo rapporto era pari al 7,32%, nel 2013 al 9,59%.
«La compressione dei costi – si legge nel Bilancio – indica la solidità finanziaria e patrimoniale di Banco farmaceutico e deriva da una gestione attenta e dall’adeguatezza strutturale dell’opera». In 16 anni di attività , secondo i dati aggiornati a giugno 2016, Banco farmaceutico ha raccolto complessivamente oltre 7,7 milioni di farmaci, per un controvalore economico superiore a 50 milioni di euro. Il 2015 ha visto, tra l’altro, il debutto di DoLine: l’applicazione realizzata in collaborazione con la Fondazione Telecom Italia, che consente di acquistare e donare farmaci attraverso tablet e smartphone ampliando così la possibilità di partecipazione dei cittadini e permettendo a Banco farmaceutico di rispondere con maggiore prontezza ed efficienza in caso di calamità sociali o naturali.
In Italia «oltre 4 milioni di persone devono fare i conti con la povertà sanitaria», ha detto Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco farmaceutico onlus, che l’anno scorso è riuscito ad aiutare circa 500mila di questi poveri. «Secondo un’elaborazione dell’Osservatorio Donazione Farmaci di Banco Farmaceutico sugli ultimi dati Istat disponibili – ha proseguito Gradnik – gli indigenti possono spendere solo 69 euro l’anno per curarsi (52 euro in medicinali), a fronte dei 444 euro (206,20 in medicinali) del resto degli italiani. Il 3,9% della popolazione, poi, ha dovuto rinunciare a curarsi del tutto». Questa condizione «riguarda, ormai, sempre più persone che, da una situazione reddituale normale, si sono ritrovati nel baratro dell’indigenza. Sono i nuovi poveri: anziani soli, disoccupati, famiglie che non riescono più ad arrivare a fine mese». L’impegno del Banco farmaceutico, ha spiegato ancora, è considerato «dall’89% dei cittadini utile per consentire ai bisognosi di curarsi, mentre il 74% di quelli che ci hanno aiutato dichiara di voler continuare a sostenerci in futuro». Per Gradnik, la presentazione al ministero della Salute è «occasione per tener viva l’attenzione delle istituzioni su questo dramma e per ribadire quanto sia indispensabile il contributo del mondo assistenziale e caritativo nel tenere in piedi il Paese, prendendosi gratuitamente cura, ogni giorno, dei più bisognosi».
Il Bilancio sociale di Banco Farmaceutico  – ha affermato Francesco Marsico, responsabile area nazionale Caritas italiana – «ci dice due cose importanti: che le istituzioni sociali sanno essere efficaci nell’utilizzo delle risorse, e che generano valore non solo in termini economici, ma di innovatività , diffusività di comportamenti solidali, in una parola di costruzione coesione sociale».  Marsico si sofferma, fra l’altro, sul dato della «progressiva sostenibilità di Banco farmaceutico, che cresce di anno in anno; dal 2013 al 2015 il costo totale di Banco decresce dal 9.59% al 6.02%. Vale a dire fa di più e costa di meno». «Non credo – osserva – si tratti solo di economie di scala, immagino piuttosto competenze acquisite, virtuosità sistemica e allargamento dell’area di sostenitori, volontari, reti territoriali che alleggeriscono il conto economico e migliorano la performance operativa. E questo, con una capacità anticiclica, vale a dire nonostante gli anni della crisi. Sarebbe bello se ogni istituzione, soggetto sociale e comunità sapesse fare lo stesso nel nostro paese».
«Senza organizzazioni come il Banco farmaceutico, sarebbe molto più difficile, se non impossibile, riuscire a soddisfare le richieste di aiuto che riceviamo in ogni situazione, dai centri per persone migranti alle unità di strada per i nuovi poveri», ha detto questa mattina a Roma Francesco Rocca, presidente nazionale di Croce rossa italiana. «Realtà come Croce rossa e Banco farmaceutico che operano sul territorio e che si prendono cura delle persone vulnerabili – ha proseguito – riescono ad arrivare in quelle zone d’ombra dove vivono nuovi poveri, senza fissa dimora e migranti che altrimenti rischierebbero di diventare sempre più invisibili e di essere messi ai margini della nostra società ». Evitare gli sprechi, sensibilizzare i cittadini e far arrivare i farmaci a chi ha bisogno: questa la mission condivisa da Croce rossa e Banco farmaceutico.
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