Come era nell’aria e prevedibile, anche questo 2024 andrà in archivio con risultati certamente non positivi per il mercato outdoor, in un contesto peraltro generale che riguarda indistintamente tutti i settori dell’articolo sportivo. Per analizzare più approfonditamente e con dati alla mano il consuntivo di questa annata, vi rimandiamo ai primi mesi del 2025, quando avremo a disposizione due importanti ricerche di mercato: la prima è quella realizzata proprio dalla nostra redazione, divenuta ormai un consueto e molto atteso appuntamento, che ogni anno cerchiamo di affinare e rendere ancora più ricco e “profondo” nell’analisi. Parliamo ovviamente della nostra inchiesta “La carica dei 101” dedicata alla distribuzione italiana, partita negli ultimi giorni del mese di dicembre e che riguarda altrettanti negozi significativi dell’outdoor industry. Qualora vogliate far parte del nostro panel o anche intervenire nel dibattito che seguirà coinvolgendo brand, agenti e altri operatori, potete contattarci (redazione@outdoormag.it) e saremo ben lieti di coinvolgervi in questo fondamentale lavoro utile a tutto il settore.
La seconda analisi di cui parlavamo riguarda lo State of Trade realizzato annualmente dall’European Outdoor Group. Il suo limite è però sempre stato la tempistica, essendo solitamente rilasciato un anno dopo rispetto all’annata in osservazione. Un ritardo obiettivamente eccessivo che pare in via di risoluzione grazie all’adozione di una nuova piattaforma, tanto che il prossimo report relativo al 2024 appunto dovrebbe essere condiviso già a febbraio. Nell’attesa è comunque significativo analizzare quello relativo al 2023, presentato da EOG in occasione del recente ISPO, del quale vi parliamo alle pagine 14-15. I numeri mostrano un calo complessivo del mercato dell’11,5% in valore e del 21% in volume, dopo un 2022, lo ricordiamo, invece decisamente positivo con un valore di fatturato generale (sell in) che aveva raggiunto i 6,1 miliardi di euro.
Il calo riguarda tutte le tipologie di prodotto. Con diminuzioni abbastanza simili tra abbigliamento (-14,5% in valore e -18% in volume) e calzature (-13,5% in valore e -23% in volume), che insieme valgono ben il 64% dell’intero mercato outdoor. A livello di aree geografiche, colpiscono particolarmente i veri e propri “tonfi” di due mercati tradizionalmente forti e trainanti per il nostro settore. Vale a dire l’area DACH e la Scandinavia. Con una diminuzione davvero “fragorosa” in termini di unità che, per entrambe, è nell’ordine del 24%, mentre in valore è rispettivamente del 16% e del 20%. Particolare il caso dei Paesi del Sud Europa, che comprendono oltre all’Italia anche Francia, Spagna e Portogallo. Se il risultato in termini di unità vendute è similare (-23%), il fatturato totale è risultato meno penalizzato e di poco inferiore al 10%. Questo ci conferma che c’è stato un significativo aumento dei prezzi di listino in queste aree.
Archiviati dunque due anni di deciso ridimensionamento del mercato dopo i due precedenti di grande espansione, c’è attesa, curiosità e fermento per capire come saranno il 2025 e il 2026. Confidando innanzitutto in un assestamento (che pare ormai assodato), ma soprattutto nel ritorno a una crescita più sana e graduale. Sappiamo che gli elementi in grado di determinarla sono molteplici. Tra questi ce ne sono un paio un po’ più impalpabili e concettuali, ma a nostro parere assai importanti. Mi riferisco all’entusiasmo e all’unità d’intenti dell’industry. Due fattori di cui talvolta colpevolmente si di dimentica e che devono essere coltivati e alimentati a più livelli da tutti gli operatori. Noi, come parte integrante di un settore che viviamo e comunichiamo con passione da oltre due decadi, pensiamo di aver contribuito a costruire alcuni tasselli importanti del mosaico futuro dell’outdoor italiano e non solo. Oltre che con il lavoro quotidiano sui nostri media, con gli ORBDAYS di Riva del Garda, giunti all’11esima edizione e divenuti l’happening indiscusso per la stagione estiva, che per il 2025 punta a un ulteriore crescita anche in chiave internazionale.
Grande novità è invece il progetto Prowinter Outdoor, nel quale il gruppo MagNet è un protagonista attivo e decisivo insieme a Fiera Bolzano e all’Italian Outodor Group di Assosport. I risultati e le premesse sono già andati oltre la aspettative. Con un programma ricco di novità, oltre 100 nuovi brand coinvolti (tra i quali la maggior parte dei big del settore) in aggiunta a quelli già storicamente presenti del mondo sci e winter sport. Ai quali si aggiungono 400 retailer (per oltre 800 persone) specializzati outdoor pre-registrati grazie a un intenso e capillare opera di coinvolgimento da parte della nostra segreteria organizzativa. Numeri e risultati non casuali. Frutto di un lavoro e di un “commitment” iniziato 20 anni fa e che confermano la tesi richiamata dal titolo di questo editoriale: dai periodi di crisi nascono sempre nuove idee e opportunità.
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