dopo il Superbonus si cercano nuove strade

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Presentato il report dell’Osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia nel Lazio, promosso da Federlazio. Quello che emerge è che dopo il Superbonus il settore cerca nuove strade. Nel biennio 2023-24 si è registrata una crescita, ma con una dinamica diversa dal biennio precedente durante il quale non solo era stato recuperato pienamente il terreno perduto nel periodo pandemico, ma si erano raggiunti ottimi risultati, con livelli di attività, ricavi e occupazione superiori a quelli del 2019. In questi ultimi due anni invece la crescita è stata moderata e concentrata soprattutto sulle aziende di grandi dimensioni, che operano sia nel pubblico che nel privato e che hanno saputo sfruttare le opportunità legate al Pnrr e al Giubileo.

Le piccole imprese del Lazio invece, che operano per lo più nel mercato privato e nel settore delle ristrutturazioni edilizie, hanno vissuto un rallentamento che ha portato a una riduzione delle attività e dei ricavi. Ciò è testimoniato dagli andamenti degli indici della produzione edilizia, che in Italia (2022-2023) sono cresciuti di 14,7 punti, per poi calare nel primo trimestre del 2024 e recuperare nei mesi successivi. All’incremento della produzione è corrisposta una crescita dell’occupazione che, a livello nazionale, nel secondo semestre del 2024 è superiore di oltre 70.000 unità rispetto a quella di fine 2022 e a livello regionale di ben 20.000 unità. 

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Il giro di affari è stato determinato quasi in via esclusiva dall’incremento degli investimenti pubblici con i fondi del Pnrr. Nel Lazio in particolare, su 16,5 miliardi previsti dal Pnrr, oltre 5 miliardi sono stati destinati a investimenti infrastrutturali. A Latina invece, su un totale di 1,4 miliardi, 476 milioni, pari al 34%. 

Analizzando il decennio 2012- 20023, in provincia di Latina il numero di imprese edili attivi risulta in crescita del 4%, per un totale di 6.434 unità nel 2023, ma con una frenata rispetto all’anno precedente. 

Per quanto riguarda ancora il Lazio, il numero degli occupati nel 2023 è di 14.800 unità, in recupero se paragonato al 2021 ma inferiore al 2012. Il valore degli investimenti in opere pubbliche risulta in aumento del 42% rispetto al 2022, con un picco di 1,3 miliardi. Tra il 1 gennaio 2021 e il 30 giugno 2024 sono stati infatti incentivati oltre 38.500 interventi, per 9,3 miliardi legati al Superbonus 110.

Nel mercato immobiliare della regione c’è una forte crescita tra il 2012 e il 2022, ma una contrazione tra il 2022 e il 2023, chiudendo il 2023 con circa 68.000 atti. La stessa dinamica interessa anche la provincia di Latina, dove il mercato è cresciuto tra il 2012 e il 2022 ma risulta in contrazione nell’anno successivo. Nel 2023, con un totale di 5.515 compravendite, si registra una flessione importante del 12,8% rispetto alle 6.322 dell’anno precedente. 

Il 40% delle 200 piccole e medie imprese intervistate nell’indagine di Federlazio ha registrato un incremento delle proprie attività nel corso del 2023 rispetto al 2022, mentre il 27% ha segnalato una flessione. Il saldo complessivo di opinioni si attesta quindi al +13%, in netto calo rispetto al +62% registrato l’anno precedente, segnando una diminuzione di 49 punti. La crescita significativa del giro d’affari ha riguardato principalmente le imprese con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro, che evidenziano un saldo positivo del +60%. L’analisi dei singoli segmenti di mercato mostra dinamiche positive nei bandi pubblici

(saldo +50%) e nell’edilizia alberghiera (saldo +26%). In controtendenza invece il comparto delle ristrutturazioni dell’edilizia privata (-8%).

Tra i fattori che hanno inciso negativamente sull’andamento delle attività spicca  la modifica delle norme di accesso al Superbonus 110%, con un punteggio medio di 3,4 su 5. Seguono l’inefficienza burocratica, l’aumento dei vincoli normativi e le complicazioni nelle procedure di aggiudicazione dei bandi. Analizzando infine le aspettative per i prossimi mesi, il 33% delle imprese prevede una crescita, mentre il 23% attende una contrazione. Si allarga però la forbice tra le realtà di maggiori dimensioni e le piccole imprese, che invece registrano un saldo negativo del 6,7%.

 



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