Meloni cerca l’asse con i Paesi del Nord sulle spese militari: «Sommare gli sforzi»

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di
Marco Galluzzo, inviato a Saariselkä<br>(Finlandia)&nbsp;<br>

La premier in Lapponia, le aperture dei «Paesi frugali». Il primo ministro finlandese:«Credo che riusciremo a combinare la esigenze»

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SAaRISELKÄ (FINLANDIA)–  Visto che si tratta di un vertice sul concetto di sicurezza allargato, dalle guerre ibride ad un diverso sistema di esercito, in ogni caso per la costruzione di un deterrente efficace europeo, e dunque di un salto di qualità reale nelle capacità dell’Unione, Giorgia Meloni approfitta della due giorni in Lapponia per cercare un asse con Paesi che un tempo venivano definiti frugali, ma che oggi potrebbero avere lo stesso interesse dell’Italia, quello di fare debito comune per aumentare le spese militari che sostengono la Nato.

È un argomento delicato, che la premier affronta nel vertice con il governo finlandese, svedese e greco, in un inedito formato. I contributi alla Nato sono un tema della ribalta per le intenzioni dichiarate di Donald Trump, quelle di chiedere agli europei di salire al 5% del Pil per contribuire al bilancio dell’Alleanza. E il tema del debito comune non è più un tabù da queste parti, lo hanno violato i danesi pochi giorni fa.




















































Ospiti del premier Petteri Orpo, Giorgia Meloni, i premier di Grecia Kyriakos Mitsotakis e di Svezia Ulf Kristersson e l’Alta rappresentante dell’Ue per la politica estera Kaja Kallas, si sono incontrati a Saariselkä anche per discutere di questo, circondati dai boschi di una cittadina turistica della Lapponia che sta 250 chilometri oltre il circolo polare artico e a 50 chilometri dal confine con la Russia.

La vicinanza con Mosca fa capolino nei singoli dossier del vertice, la Finlandia condivide con la Federazione russa oltre 1.300 km di frontiera, e ne discutono i leader che si incontrano di mattina per una prima sessione di lavori, accompagnati nella foto di famiglia dal caratteristico Babbo Natale. 

Fonti diplomatiche italiane mettono in risalto proprio il formato del vertice, che mette attorno al tavolo quelli che una volta erano i «frugali» del Nord e i «pigs» del Sud, spesso su fronti opposti sui temi finanziari. E invece «dobbiamo fare in modo che venga compreso che c’è un problema comune di sicurezza. Credo che riusciremo a combinare le differenti esigenze», assicura Orpo. Sembra un’altra apertura dopo quella danese. Oggi «tutti sono d’accordo sulla necessità di aumentare l’impegno in sicurezza», confermano le fonti italiane, che rimarcano come la Meloni punti al finanziamento comune. Nella discussione «non si è entrati nel dettaglio di eurobond o di scorporo delle spese in difesa, ma si è affrontato il tema da posizioni meno distanti: è un inizio. Tutti cercano un sistema che consenta di aumentare le spese senza far soffrire i bilanci, e ci sono delle idee».

Un altro tema del vertice è stato militare in senso stretto: ovvero come spese, programmi e singole industrie nazionali possono dialogare in modo diverso dal passato, per evitare duplicazioni e andare verso un nucleo di difesa comune, «bisogna unirsi di più, occorre che le spese a livello nazionale, europeo e di Nato dialoghino meglio».

Ma si è discusso anche di migranti, priorità di Grecia e Italia. «Meloni ha ribadito l’importanza di risolvere a livello europeo il tema dei Paesi sicuri, questione che non riguarda solo l’Italia». E secondo fonti italiane ormai c’è «un buon numero» di Paesi che hanno la «volontà» di «anticipare il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo».

Prima che il vertice cominci Meloni fa una sintesi: «Abbiamo bisogno di più sicurezza e qui ci sono Paesi che sono stati spesso su fronti molto diversi. Le guerre diventano ibride e le minacce si moltiplicano, dobbiamo mettere insieme gli sforzi. Questa è la priorità», ha detto una premier quasi afona per l’influenza. Un’indisposizione che nel pomeriggio le farà saltare il giro con gli altri leader sulle slitte trainate dalle renne.

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