Il villaggio nuragico di Ruinas, un tesoro archeologico inserito nello scenario naturale di Arzana

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Cuore dell’Ogliastra, avvolto da abbondanti corsi d’acqua e alberi secolari. Il comune nuorese di Arzana è tutto questo, ma non solo: la sua memoria collettiva e le tradizioni si tramandano nelle prelibatezze gastronomiche, nella longevità della popolazione – tanto che il centro è considerato una cosiddetta “blue zone”, ossia tra le aree del mondo con concentrazione maggiore di centenari – e nelle testimonianze di una forte presenza umana fin da tempi remoti, con necropoli e insediamenti come il villaggio nuragico di Ruinas.

A circa 30 chilometri dall’odierno abitato, il villaggio nuragico di Ruinas si caratterizza non solo per essere il secondo più alto della Sardegna con i suoi 1200 metri, ma anche per un vissuto particolarmente attivo fin dall’origine, identificabile con il periodo dell’Età del Bronzo (1855-900 a.C.).In principio deputato forse a centro di riferimento per pastori della zona, si pensa che l’insediamento fosse dotato di pozzi, fontane e numerose capanne, di cui attualmente rimangono osservabili resti di oltre 200 esemplari.

“Si estende un vasto campo di rovine, nel quale si scorgono nettamente gli avanzi di circa 200 costruzioni circolari e s’intravedono i resti di altre 20, mentre molte si suppongono nascoste da cumuli di macerie che si vedono qua o là. Il nuraghe domina il villaggio, le cui costruzioni, tutte di pianta circolare sono sparse senz’ordine per tutto il territorio”. Con queste parole lo studioso Orazio Ferreli descrive in modo incantato l’insediamento di Ruinas e il nucleo a cui esso fece riferimento fin dalla nascita, ossia l’omonimo nuraghe. Attualmente unico a essere rimasto in piedi e in buone condizioni, il nuraghe Ruinas mostra tutt’oggi al visitatore una struttura trilobata, – cioè costituita da corpo centrale con copertura a cerchi concentrici decrescenti verso l’alto e 3 torri secondarie – e segni di un cortile irregolare circoscritto in passato da un bastione.

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Importante testimonianza superstite, in principio il nuraghe Ruinas faceva in realtà capo a un complesso formato da una tomba dei giganti, un pozzo sacro e il villaggio di notevole estensione, dotato prevalentemente di abitazioni circolari e un edificio a pianta rettangolare di grandi dimensioni forse adibito a riunioni. Una conformazione talmente articolata da aver portato all’individuazione di vere e proprie aree specifiche chiamate Bidda Silisè, Cortes de Maceddu e Adana, a seguito di un interessante progetto di riscoperta e valorizzazione.

Avviate nel 2004 dalla Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro, le operazioni di scavo nell’area di Ruinas hanno portato alla luce varie attestazioni, da anelli d’argento a una spada votiva fino a una statuetta in bronzo di 12 centimetri raffigurante un nudo maschile con mani protese in avanti. Un’eterogeneità tale da aver individuato inoltre reperti addirittura risalenti all’età Imperiale – tra 238 e 456 d.C. circa – e forse medievale, frangente che si legherebbe anche a una leggenda con protagoniste proprio le aree di Bidda Silisè, Cortes de Maceddu e Adana. Stando a questo racconto, si dice infatti che nel ‘400 esse furono abbandonate per una violenta epidemia di peste e che gli abitanti non sapendo dove andare furono accolti da Arzana in cambio delle loro terre, elemento che farebbe intendere una continuità abitativa di Ruinas e suggerirebbe anche come tali zone siano entrate a far parte del raggio d’azione arzanese. A rafforzare il quadro già di per sé affascinante contribuisce infine anche l’area del cortile interno, nella quale è stata rivenuta ceramica detta “a pettine” – ossia di forma ovoidale con base appuntita e decorata prima della cottura con un pettine – e focolari forse riutilizzati in archi temporali diversi.

Il complesso archeologico di Ruinas si trova nel comune di Arzana, in provincia di Nuoro. Per raggiungerlo, sarà necessario, partendo da Arzana, percorrere la Strada Provinciale 23 per circa 3 chilometri e una volta giunti alla deviazione per la Strada Statale 389 si dovrà imboccare la Statale. Dopo averla percorsa per circa 24 chilometri, si scorgeranno le indicazioni per il Gennargentu di Arzana, grazie alle quali dopo 10 chilometri si giungerà a destinazione. Trattandosi di un sito non gestito, esso è liberamente visitabile.



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