Il concetto del conscious travelling è in voga da molti anni ormai, ma più che una moda è uno stile di vita adatto al viaggiare nel ventunesimo secolo. Che sia in aereo, treno, macchina o autobus, sappiamo ormai che viaggiare, non solo inquina il nostro pianeta, ma comporta anche tanti altri disagi, tra cui quello culturale. Un aspetto questo del viaggiare, che è stato trascurato per moltissimi anni e che solo di recente ha preso consapevolezza nelle menti di molti.
Abbiamo visto le proteste in Spagna, iniziate ad aprile di quest’anno nelle Isole Canarie, dove decine di migliaia di persone si sono riunite per protestare contro gli impatti negativi del turismo di massa.
A Barcellona, i residenti hanno spruzzato i turisti con pistole ad acqua, mentre a Maiorca, i locali si sono radunati sui teli da mare per esprimere la loro solidarietà verso le spiagge sovraffollate dai turisti. I viaggiatori sono stati sottoposti a una serie di nuove normative, tra cui restrizioni su dove sia permesso scattare selfie, tasse per l’ingresso nelle città, multe per chi partecipa a escursioni in infradito e, in alcune famose destinazioni turistiche, sindaci che esortano i turisti a evitare la zona.
Tutti questi fatti dimostrano che il turismo di massa sta diventando un vero problema, non solo in Spagna, ma in tutta Europa, con governi impegnati a trovare possibili soluzioni.
Viaggiare in modo consapevole significa essere presenti con la mente in ogni aspetto del viaggio, generando un impatto positivo e duraturo sull’ambiente e sulle comunità locali.
Questo implica una maggiore consapevolezza riguardo le conseguenze di ogni nostra azione: mangiare in un ristorante, spostarsi da un luogo all’altro, interagire con le persone del posto, ogni azione lascia una traccia e l’obiettivo è che queste tracce siano positive.
Viaggiare consapevolmente non porta solo benefici alle persone e ai luoghi che visitiamo, ma anche a noi stessi. Sostenere attività locali, mangiare e dormire in strutture del posto può rendere il viaggio più economico. Inoltre, le interazioni dirette con la gente del luogo, l’immersione nella cultura e la scoperta di tradizioni locali offrono un’esperienza più ricca e soddisfacente.
Hans Sessions è un artista autodidatta di Lugano, conosciuto anche come skater dei Warriors.
«Ho iniziato a fare arte dopo la carriera da skater, ma sono nato in una famiglia di artisti: mio padre è un pittore e mia madre una fotografa. Quindi crescendo in questo ambiente artistico, negli anni ho capito che questa era una bella direzione da prendere», ha detto Han ai microfoni della RSI.
Il 39enne ticinese definisce la sua arte «urgente e intuitiva», non segue uno stile preciso ma esplora varie tecniche, utilizzando sempre soggetti diversi: dalle piante, all’uomo o ancora ai luoghi; i suoi collages, prodotti utilizzando materiali di recupero e ispirandosi a culture diverse sono in continua evoluzione, crescendo insieme all’artista.
La sua arte viene esposta un po’ dappertutto nel mondo, infatti la sua ultima esibizione è stata a Hangzhou, in Cina. «Ho avuto la fortuna di essere invitato dalla città di Hangzhou, una città di più di 10 milioni di abitanti vicino a Shanghai e a portare lì un progetto culturale sulla Svizzera. Questa è la terza volta che mi invitano a esporre la mia arte ed è sempre un’esperienza molto bella per me», ha detto Han.
Il giovane “cittadino del mondo”, come si definisce lui stesso, grazie alla sua multiculturalità e al fatto di viaggiare spesso per esibire la sua arte, ha presto realizzato l’impatto di questi viaggi sul pianeta. Non solo da un punto di vista ecologico, ma anche culturale. Per lui il viaggio dev’essere sempre sostenibile e comportare uno scambio, detto in parole sue: «quando viaggi, porti sempre con te un po’ di cultura, impari qualcosa di nuovo, che poi porti a casa con te e a tua volta lasci qualcosa di tuo. Un viaggio dovrebbe sempre avere uno scopo ben preciso e non essere solo una sorta di esplorazione libera».
L’artista ci tiene molto a sottolineare l’importanza dell’approccio con gli altri quando si viaggia e si visitano posti nuovi. Lui si definisce un nomade, che grazie alla sua arte è riuscito a scavare nelle aree più profonde e grigie dell’animo umano. Un’esperienza che secondo lui può essere benefica per tutti, in quanto aiuterebbe la gente a scoprire molto di più su se stessa.
Il fatto di andare in un luogo nuovo volendosi comportare come a casa propria, o aspettandosi che la gente del posto parli la nostra lingua, senza sforzarsi a voler comunicare diversamente da come si e abituati, questo per Han è una «sorta di colonialismo». Per lui, la missione dell’essere umano su questa terra è quella di esplorare e di avere una vita appagante.
Nell’intervista per RSI ci spiega che una persona, che è cresciuta in montagna, ad esempio, potrebbe non aver mai avuto l’opportunità di osservare un delfino. Sebbene ciò non cambi il corso della sua vita, un’esperienza del genere potrebbe renderla più interessante o arricchente. Tuttavia, il modo in cui si affrontano queste nuove situazioni è fondamentale. È importante contribuire alla conservazione di tali creature, attraverso donazioni o supportando organizzazioni dedicate. In questo modo, non solo si vive l’esperienza, ma si contribuisce attivamente alla protezione di queste specie. Occorre, però, considerare che ogni intervento umano potrebbe anche comportare un impatto negativo su di esse.
Sicuramente scoprire luoghi nuovi ci arricchisce interiormente, ma prima di intraprendere il prossimo viaggio, è importante riflettere sull’impatto che avrà su di noi, sulle persone e sull’ecosistema del luogo che intendiamo visitare.
«L’umanità è straordinariamente ricca e interessante sotto ogni punto di vista. Ogni cultura ha un valore unico e speciale, e ogni luogo offre esperienze irripetibili. Pertanto, è difficile scegliere un solo posto, poiché non si tratta tanto del luogo in sé, quanto di ciò che le persone del posto sono disposte a condividere e dello scambio che si può instaurare con loro. Non è tanto l’attrattiva di una destinazione, quanto il fatto che qualcuno ti inviti a visitarla e tu accetti questo invito a cuore aperto. Ciò che conta davvero è la luminosità dell’anima delle persone che incontriamo.» – Han Sessions, cittadino del mondo.
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