Durante le feste natalizie, la generosità sembra scaldare gli animi, ma spesso non arriva al portafoglio. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), negli ultimi dieci anni a Torino e in Piemonte, nonostante i cambiamenti economici, le incertezze legate alla pandemia o le tensioni globali, un dato è rimasto invariato: le donazioni agli enti del terzo settore, le ex onlus, continuano a calare in modo costante.
Dal 2014 al 2022, l’indice di generosità dei contribuenti piemontesi è sceso drasticamente. I donatori sono passati da 70.000 a 46.000, e l’ammontare delle donazioni è diminuito da 20 a 15 milioni di euro. Questo calo non è attribuibile a eventi specifici come lo “scandalo del pandoro Balocco” o l'”effetto Ferragni”, ma sembra piuttosto riflettere una crescente sfiducia verso le organizzazioni del terzo settore. Secondo l’Istituto Italiano del Dono, un italiano su due non si fida di queste istituzioni, posizionando l’Italia all’89esimo posto nella classifica mondiale della generosità.
Solidarietà in Piemonte. Fonte: Agenzia delle Entrate
L’analisi statistica del MEF si concentra sulle donazioni dichiarate nell’IRPEF, che sono deducibili fino al 10% del reddito complessivo, con un massimo di 30.000 euro annui. Tuttavia, questa analisi esclude le donazioni informali e il 5×1000, che nel 2022 ha visto gli italiani destinare oltre 529 milioni di euro ad enti impegnati in attività di interesse sociale. Tra le associazioni più sostenute, spicca la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, che ha ricevuto 12 milioni di euro.
Il calo delle donazioni rappresenta una sfida per le organizzazioni del terzo settore, che svolgono un ruolo cruciale nel rispondere a bisogni sociali spesso trascurati o difficili da affrontare per lo Stato. Realtà come Casa Oz, UGI, Sermig, Murialdo for Onlus e la Consulta per le Persone in Difficoltà contano in modo significativo sulle erogazioni liberali dei cittadini, che rappresentano il 60% delle loro risorse. Negli ultimi anni, il 5×1000 ha assunto un ruolo crescente, passando dal 31% al 39% delle entrate, mentre i lasciti testamentari, seppur promettenti, interessano ancora solo l’1% delle organizzazioni. Questi dati evidenziano l’importanza di promuovere una cultura della solidarietà per garantire un futuro sostenibile al terzo settore.
Ivan Nissoli, presidente dell’Istituto Italiano del Dono, sottolinea al Corriere Torino che il calo delle donazioni non implica necessariamente una diminuzione della cultura del dono, ma piuttosto una trasformazione delle modalità di donazione in risposta ai cambiamenti economici e sociali. Le raccolte fondi, infatti, non sono semplici prelievi economici, ma relazioni di collaborazione tra le organizzazioni e i loro sostenitori.
Anche il volontariato ha subito un calo del 16%, sebbene la partecipazione dei giovanissimi sia in aumento. Attualmente, circa il 7% della popolazione è coinvolto in attività di volontariato. Questo dato suggerisce che, nonostante la diminuzione complessiva, esiste una nuova generazione pronta a impegnarsi per il bene comune.
In contrasto con il calo delle donazioni al non profit, le erogazioni ai partiti politici sono aumentate. Sebbene solo circa 600 piemontesi donino ai partiti, l’ammontare delle donazioni è quasi raddoppiato dal 2014, passando da 1,3 milioni a 2 milioni di euro. Le società di persone, invece, contribuiscono poco al terzo settore, con donazioni che ammontano a soli 173.000 euro. Questo scenario complesso e sfaccettato solleva domande cruciali sulla direzione che la generosità e la fiducia pubblica stanno prendendo in Italia. Mentre le sfide economiche e sociali continuano a evolversi, sarà fondamentale monitorare come queste tendenze influenzeranno il futuro del terzo settore e della partecipazione civica.
Questi numeri raccontano una realtà in evoluzione, dove generosità e fiducia si intrecciano con nuove dinamiche sociali ed economiche. Il futuro del terzo settore e della partecipazione civica passa attraverso la capacità di rispondere a queste sfide, adattandosi ai cambiamenti per mantenere vivo il sostegno alle iniziative che fanno la differenza.
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