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Lo Scaleup Act: caratteristiche e obiettivi

Il Scaleup Act si configura come una nuova era per le startup italiane, dando seguito all’ormai datato Startup Act, introdotto con il Decreto Crescita nel 2012. La sua attuazione, avvenuta il 18 dicembre 2024, segna un’importante svolta per l’ecosistema dell’innovazione in Italia, ponendo al centro della discussione un approccio più strutturato e sostenibile per promuovere la crescita delle scaleup. In particolare, l’iniziativa mira a colmare il divario con modelli esteri più consolidati, come quello americano, ponendo l’accento non sul numero delle startup, ma sulla capacità di queste di evolversi in scaleup.

Fra le aree di intervento strategiche su cui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) intende concentrare le proprie politiche, emergono settori di cruciale importanza come il farmaceutico, la blue economy, la space economy e l’industria della difesa. In quest’ottica, il ministro Adolfo Urso ha posto l’accento su come l’Italia abbia finalmente avviato un processo di avanzamento verso una politica industriale e tecnologica innovativa, creando un ambiente più favorevole per l’imprenditoria.

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Il pacchetto normativo che compone lo Scaleup Act si articola in tre principali normative: il DDL Concorrenza, il PDL Centemero e la Legge di Bilancio. L’approvazione di queste misure non solo rappresenta una riqualificazione della normativa preesistente, ma innalza anche gli standard per la creazione e la crescita delle startup in Italia, aprendo nuove opportunità per gli investitori e promuovendo un ecosistema più dinamico. Attraverso lo Scaleup Act, si avvia un processo che potrebbe cambiare radicalmente il panorama imprenditoriale italiano, puntando a rendere l’Italia un autentico centro di innovazione a livello europeo.

Interventi del Governo e nuove normative

Nell’ambito del nuovo Scaleup Act, il Governo ha introdotto una serie di misure legislative fondamentali, tre delle quali emergono come centrali: il DDL Concorrenza, il PDL Centemero e la Legge di Bilancio. Il primo, noto ora come Legge “Concorrenza”, è entrato in vigore il 18 dicembre 2024, rappresentando un passo significativo verso la modernizzazione del sistema imprenditoriale italiano. Questa legge stabilisce misure concrete per incentivare la crescita e sostenere le startup, permettendo un allineamento con altre economie europee più avanzate.

Le innovazioni più rilevanti incluse nella Legge Concorrenza comprendono l’introduzione di un incentivo de minimis per gli investitori nel settore pre-seed, aumentando la percentuale della detrazione fiscale dal 50% al 65%. Questa agevolazione è ora immediatamente fruibile al momento della sottoscrizione di strumenti come il SAFE e non è soggetta a perdita in caso di fallimento nelle prime fasi di vita delle imprese. Inoltre, gli incentivi per le PMI innovative necessitano di stabilire più parametri di accesso, promuovendo un’efficace selezione delle imprese partecipanti.

Un’altra novità di rilievo riguarda la possibilità per i Fondi Pensione e le Casse di Previdenza di allocare investimenti in fondi di venture capital autorizzati, con l’intento di stimolare l’afflusso di capitale nel settore. Queste normative rappresentano un cambio di passo significativo, stabilendo un obbligo di allocazione di almeno il 5% del portafoglio verso investimenti in capitale di rischio, che salirà al 10% dal 2026. Tale evoluzione è vista come un catalizzatore per incrementare l’interesse e il volume degli investimenti nelle startup italiane, contrastando una storica avversione al rischio da parte degli investitori nazionali.

Accanto a queste misure, il Governo ha anche risposto alle esigenze espresse dalle associazioni di categoria, facilitando un ambiente normativo che possa favorire lo sviluppo imprenditoriale. Questa sinergia tra le parti permette di affrontare questioni storiche come la burocrazia e le complessità normative, garantendo alle nuove iniziative un contesto favorevole per prosperare.

Incentivi per investitori e misure fiscali

Il pacchetto normativo del Scaleup Act si distingue per l’inserimento di significativi incentivi destinati agli investitori, che rappresentano una svolta importante e attesa nel panorama delle startup italiane. Tra le misure più rilevanti figura l’aumento della detrazione fiscale per gli investitori pre-seed, che passa dal 50% al 65%, metaforicamente un allineamento ai migliori standard europei. Questa detrazione può essere immediatamente fruita attraverso strumenti come il SAFE, conferendo un supporto sostanziale durante le delicate fasi iniziali di un’impresa.

Inoltre, è stata introdotta una protezione per gli investitori che, nel caso di un fallimento o di problemi di sostenibilità nei primi tre anni, non perderanno la detrazione fiscale. Questa innovazione garantisce maggiore sicurezza per quelli che decidono di investire in startup, incoraggiando un ambiente più propenso al rischio. In tali contesti, la creazione di un fondo di garanzia sul venture capital rappresenta una netta evoluzione, permettendo ai fondi di investire in startup senza preoccuparsi eccessivamente delle perdite potenziali.

Un altro aspetto cruciale è l’impegno richiesto ai Fondi Pensione e alle Casse di Previdenza, che dovranno destinare una percentuale minima obbligatoria del loro portafoglio a investimenti in capitale di rischio, fissata al 5% entro il 2025, per salire al 10% nel 2026. Questa mossa è significativa, poiché rompe la storica avversione degli investitori italiani al rischio, finalmente dando ossigeno alle startup in crescita e promuovendo una cultura del venture capital più radicata e accettata.

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Per completare il quadro, è fondamentale notare l’adeguamento degli incentivi alle piccole e medie imprese, ora più strategici e definiti, garantendo così un approccio che mira non solo a promuovere l’innovazione ma anche a stabilire un legame diretto con la crescita economica nazionale. In questo modo, gli investimenti nelle startup non sono più considerati un’operazione di nicchia, ma parte integrante di un ecosistema economico in espansione e interconnesso.

Commenti e suggerimenti da parte degli operatori

Durante l’incontro sullo Scaleup Act, i rappresentanti del settore hanno avuto l’occasione di condividere le loro opinioni sulle nuove normative e sulle necessità future dell’ecosistema innovativo. Amedeo Giurazza, president della Commissione venture capital dell’AIFI, ha sollecitato una revisione della legge sulla crisi d’impresa, evidenziando la discordanza con l’articolo 31 del vecchio Startup Act, che prevedeva una deroga per le startup innovative. Giurazza sostiene che l’approccio attuale non si adatta alle particolari necessità delle startup. L’idea di mantenere una gestione della crisi più flessibile è fondamentale, specialmente per non penalizzare gli investitori che potrebbero temere per la loro reputazione.

È emersa anche l’esigenza di rivedere la normativa sul Golden Power, poiché i requisiti burocratici attualmente in vigore appaiono come un freno per le startup, distogliendo la loro attenzione dalle attività aziendali. Francesco Cerruti, di Italia Tech Alliance, ha ribadito l’importanza di un ambiente normativo che favorisca la creatività imprenditoriale, mentre Chiara Petrioli di Innovup ha messo in evidenza come il Governo stia finalmente ascoltando le necessità della comunità imprenditoriale.

Da parte sua, Marco Trombetti, fondatore di Translated, ha portato un punto di vista provocatorio, affermando che per stimolare l’innovazione è essenziale “chiedere scusa prima di chiedere permesso”. Ha enfatizzato che l’Italia possiede risorse uniche e vantaggi competitivi, specialmente nel settore tecnologico. Trombetti ha sollevato interrogativi cruciali riguardo alla capacità dell’Italia di trattenere e coltivare talento, essenziale per lo sviluppo dell’ecosistema. Dichiarazioni come queste sottolineano la necessità di un nuovo paradigma che incoraggi l’innovazione e riduca gli ostacoli burocratici che le startup si trovano ad affrontare. L’incontro, dunque, non solo ha messo in luce gli aspetti positivi delle nuove normative, ma ha anche stimolato una riflessione critica sui miglioramenti necessari per costruire un ambiente in cui le startup italiane possano prosperare.

Prospettive future per le startup italiane

Le prospettive per le startup italiane alla luce del nuovo Scaleup Act paiono promettenti, grazie a un contesto normativo rivisitato e a misure di supporto più incisive. Con l’obiettivo di trasformarsi in un vero hub per l’innovazione, l’Italia si prepara ad affrontare sfide significative, ma anche a cogliere opportunità senza precedenti. La creazione di un ambiente più favorevole al venture capital e l’incremento della collaborazione tra pubblico e privato potrebbero rappresentare elementi fondamentali per la crescita del settore. I recenti miglioramenti normativi e le misure fiscali adottate offrono un terreno fertile per la nascita e l’espansione delle scaleup, ponendo l’accento sulla sostenibilità e sull’accesso al capitale.

In particolare, è attesa una maggiore affluenza di investimenti, soprattutto in settori strategici come il farmaceutico, la blue economy e la space economy, che hanno mostrato potenziale di crescita significativo. La partecipazione attiva dei Fondi Pensione e delle Casse di Previdenza nell’investimento in venture capital, ora obbligata, potrebbe contribuire a una fluidità dei capitali e favorire startup con idee innovative e disruptive. Tale evoluzione permetterà alle aziende emergenti di affrontare periodi critici con risorse finanziarie adeguate, rendendo le startup meno vulnerabili ai normali alti e bassi di mercato.

Non dimentichiamo, però, che la capacità di attrarre e trattenere talenti sarà cruciale per il successo del Scaleup Act. L’ecosistema italiano deve lavorare per garantire che i 50 giovani innovatori, citati come fondamentali da esponenti del settore, siano attratti e motivati a rimanere nel paese. Le politiche educative e le agevolazioni fiscali possono offrire supporto, ma è fondamentale promuovere un ambiente che valorizzi la creatività, la rischiosità e l’intraprendenza. In tale contesto, sarà essenziale monitorare l’impatto delle nuove normative a medio e lungo termine e apportare correttivi laddove necessario, affinché l’Italia possa davvero emergere come un punto di riferimento nel panorama europeo dell’innovazione.

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