Raccolta differenziata: Veneto leader, Italia sempre più virtuosa

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Il nuovo rapporto “Rifiuti urbani” di Ispra evidenzia un miglioramento delle performance soprattutto al Sud

Nel 2023, la crescita del Pil italiano e quello della produzione nazionale di rifiuti urbani hanno fatto registrare la stessa percentuale di crescita: +0,7%.
E, dei quasi 29,3 milioni di tonnellate di rifiuti che abbiamo prodotto, 2 su 3 (il 66,6%) sono finiti nei circuiti della raccolta differenziata, contro il 65,2% del 2022, con una crescita di 211 mila tonnellate differenziate.
Una crescita continua, quella sottolineata dal nuovo rapportoRifiuti urbani” di Ispra, che testimonia come nel nostro Paese sia in atto l’attesa rivoluzione culturale nel segno della virtuosità nel trattamento dei rifiuti.
Perché se ci sono realtà, a partire dal Veneto, che si confermano leader nel panorama nazionale, nell’ultimo anno i principali progressi sono arrivati dalle regioni meridionali, che hanno iniziato a colmare i ritardi.

Veneto leader nella raccolta differenziata

Se si guarda alle grandi ripartizioni geografiche, le percentuali di raccolta differenziata del 2023 sono state del 73,4% nelle regioni settentrionali, del 62,3% in quelle del Centro Italia e del 58,9% al Sud, che però ha limato il divario rispettivamente del 4,5% con il Nord e del 3,8% con le realtà centrali.

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A livello regionale, la quota più alta di rifiuto differenziato, il 77,7%, è ancora quella raccolta in Veneto.
“L’aspetto importante – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin – è che i dati continuano a essere sempre più performanti. E certificano l’eccellenza in un settore in cui da anni lavoriamo in maniera puntuale, con investimenti e scelte innovative”.

Non a caso, anche la provincia al primo posto è veneta: a Treviso, la differenziata arriva all’89,1%, con Mantova all’87% e un’altra realtà veneta, Belluno, terza con l’85,8%.
Padova
e Venezia, insieme a Milano, sono indicate quindi tra gli esempi virtuosi nella classifica delle città sopra i 200 mila abitanti, guidata da Bologna, che sfiora il 73%.
In generale, quasi il 71% dei comuni ha superato il 65% e in tutte le province o città metropolitane la raccolta differenziata è arrivata oltre il 30%.
Tornando infine alle regioni, si posizionano sul podio l’Emilia-Romagna, col 77,1%, e la Sardegna, al 76,3%. In coda, invece, Calabria (54,8%), Sicilia (55,2%) e Lazio (55,4%).

Dove finiscono i rifiuti in Italia

L’Italia, come ha sottolineato il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta, si sta dunque impegnando concretamente ad attuare un vero modello di economia circolare, attraverso la crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale. Una tendenza confermata anche dai dati relativi alle quote di rifiuti che non vengono conferite allo smaltimento in forma differenziata.

Così, la quota di riciclaggio dei rifiuti urbani è salita, nell’ultimo anno, dal 49,2% al 50,8%, superando il 50% richiesto dall’Ue per il 2020, potendo così inseguire il prossimo obiettivo comunitario: il 65% fissato per il 2030. In discarica viene invece smaltito il 15,8% dei rifiuti: 4,6 milioni di tonnellate rispetto alle 5,2 del 2022, di cui il 75,3% (era il 70,7%) viene riciclato e il 9,6% (dal 9,3%) avviato a recupero energetico.

In questo ambito, il traguardo europeo è fissato al 2035, quando la quota dovrà essere pari al massimo al 10%.
Va comunque sottolineato che, tranne alluminio e vetro, per tutte le frazioni merceologiche è aumentato il recupero. Situazione analoga, questa, a quella registrata nel settore specifico degli imballaggi, in cui l’Italia è particolarmente virtuosa, avendo già raggiunto praticamente tutti i target 2025. L’unico materiale che non è ancora in linea con la quota di riciclaggio prevista dalla Ue per il prossimo anno è la plastica, comunque al 48% rispetto al 50%, con un incremento annuo del +1,4%. In generale, le quantità di imballaggi riciclate sono cresciute in un anno del +1,3%, sfiorando i 10,5 milioni di tonnellate, con le migliori performance per la carta (+7,9%) seguita dall’acciaio (+2,4%). Aumenta leggermente il legno (+0,8%), mentre calano l’alluminio (-1,5%) e soprattutto il vetro (-10,8%).

Alberto Minazzi

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