F1 News – In questi ultimi anni, la sostenibilità è divenuta un concetto chiave all’interno della Formula 1. In primo luogo infatti, la questione ha riguardato l’ottimizzazione delle gare in calendario, cercando di concentrare quanti più gran premi possibile nelle aree geografiche limitrofe, dato che la maggior parte delle emissioni prodotte dal Circus provengono dal trasporto aereo di merci e personale tecnico. A fianco di questi sforzi, non va dimenticata l’adozione, a partire dal 2026, di carburanti sostenibili al 100%, nel tentativo di incoraggiare l’intera industria automobilistica a percorrere questa strada.
Tuttavia, una delle aree più evidenti di spreco deve ancora essere affrontata, quella relativa ai numerosi set di pneumatici che restano inutilizzati nel corso di una stagione. La realtà di questa situazione è emersa in un documento informativo che Pirelli ha inviato alla Federazione e a Liberty Media giovedì e che riportava alcune interessanti statistiche della stagione 2024, tra cui il fatto che i pneumatici di F1 abbiano coperto in totale una distanza di 334.942,175 chilometri per 65.534 giri. Tra i dati però c’erano anche alcune cifre interessanti relative al numero di set consegnati e soprattutto a quanti non sono stati utilizzati.
Pirelli ha dichiarato infatti di aver fornito ai team un totale di 8016 set nuovi nel 2024, suddivisi in 6100 set di pneumatici slick e 1916 di gomma da bagnato (1428 intermedie e 488 full wet). Di questo totale, 2718 set non sono mai stati utilizzati, pari a circa il 34% dell’intera fornitura. Alcuni di questi erano pneumatici da pioggia che non sono mai stati necessari, ma c’era anche un discreto numero di pneumatici slick che non hanno mai visto la luce, ben 935, ovvero poco più del 15% del totale portato in gara. Inoltre, 948 set di pneumatici slick (15,5%) hanno completato da uno a tre giri, essendo stati utilizzati solo per le qualifiche o per le simulazioni di qualifica durante le prove.
Il numero di pneumatici totalmente inutilizzati fa riflettere se si considera che tutti questi pneumatici sono effettivamente risorse sprecate su due fronti: in primo luogo, c’è la questione dello sforzo e dei materiali, in termini di produzione e successiva necessità di distruggere e riciclare questi set. Dall’altra parte poi, bisogna tenere conto anche delle considerazioni relative ai trasporti, che comportano il trasporto di questa gomma in tutto il mondo per nulla. Non c’è da stupirsi perciò che la stessa Pirelli abbia osservato nel suo documento che “la questione di un utilizzo più efficiente degli pneumatici durante il weekend di gara rimane sul tavolo”.
Già nel 2024 in realtà c’è stato un netto passo avanti in materia di produzione di pneumatici. Grazie all’utilizzo di una politica strip-and-fit, che permette di rimettere a disposizione delle squadre in altri eventi le coperture già montate ma non utilizzate, è stato possibile risparmiare nel circa 3.500 pneumatici.
Ovviamente, è impossibile per la F1 arrivare a una situazione in cui non ci siano pneumatici da buttare, ma è chiaro che si può fare di più. Per quanto riguarda gli pneumatici da pioggia, ad esempio, si potrebbe prendere in considerazione l’idea di avere un solo tipo di pneumatico da bagnato. Ciò è dovuto al fatto che, allo stato attuale, le gomme full wet vengono raramente utilizzate, poiché le vetture non girano mai in condizioni atmosferiche critiche, pur essendo progettate per risolvere i problemi di aquaplaning in situazioni di pioggia estrema. Avere un unico pneumatico da bagnato per far fronte alla gamma di condizioni che vanno dall’umidità al punto in cui le auto non corrono più sarebbe una vittoria facile per ridurre la produzione di pneumatici. Per quanto riguarda le slick invece, è inevitabile che ci siano set utilizzati solo per tre giri o poco più a causa delle qualifiche.
Un tentativo di ridurre ulteriormente lo spreco di pneumatici inutilizzati si è avuto in due gare del 2023, con la sperimentazione dell’Alternative Tyre Allocation (ATA), riducendo da 13 a 11 il numero di set assegnati a ciascun pilota. Le regole obbligavano i piloti a utilizzare pneumatici duri in Q1, medi in Q2 e morbidi in Q3. Ma l’idea non ha ottenuto il sostegno necessario da parte dei team per diventare la norma all’inizio di quest’anno. Si temeva infatti che l’ATA potesse dare un vantaggio ai team più veloci, che si comportavano meglio con le mescole più dure in qualifica. Pirelli ha ritenuto che sia trattato di un’occasione mancata, come testimoniano le parole del responsabile Mario Isola: “La decisione di abbandonare questo formato, per me, non è stata quella giusta. Credo che se la direzione per il futuro è quella di ridurre l’impronta di carbonio del campionato, dobbiamo accettare di perdere qualcosa”.
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