cosa c’è nella manovra che fa (ancora) litigare la maggioranza

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Un cammino con diversi “inciampi” e poi il sì alla fiducia alla Camera, adesso il testo della manovra approda in Senato. L’ok definitivo è atteso per il 28 dicembre. Cosa c’è nel testo che sta per diventare legge, cosa cambia in concreto per i cittadini e perché le acque nella maggioranza non possono ancora dirsi calme.

Cosa c’è nella manovra 2025

Di seguito i principali punti della manovra 2025, che attende ancora l’ok definitivo del Senato. Il valore è di trenta miliardi. 

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La revisione del taglio del cuneo fiscale prevede per i dipendenti con reddito fino a 20mila euro il riconoscimento di un bonus, per quelli tra 20 e 40mila una detrazione con decalage. Per l’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni. Gli interventi su cuneo e Irpef da soli assorbono oltre 17 miliardi. 

Ci sono risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti con la Carta “Dedicata a te”. Per le imprese arriva l’Ires premiale: ridotta di 4 punti per chi accantona almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinveste in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023).

Si amplia da 30 a 35mila euro il tetto di reddito da lavoro dipendente per accedere alla flat tax per la parte di lavoro autonomo. La web tax varrà solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni, la tassa sulle criptovalute resta al 26%.Aumentano le tasse su giochi e scommesse.

Cambiano le detrazioni, con una stretta per i redditi oltre i 75mila euro e l’introduzione del cosiddetto quoziente familiare. Per incentivare la natalità arriva anche il “bonus nuove nascite”, un’una tantum da mille euro per ogni nuovo nato in nuclei con Isee sotto 40mila euro. Viene esteso a tutti e reso strutturale il bonus nido (sempre per con Isee fino a 40mila euro). Si allargano i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due. Arriva il fondo “Dote famiglia” per le attività extra-scolastiche dei giovani da 6 a 14 anni in nuclei con Isee fino a 15mila euro. Nasce il Fondo per il sostegno e la valorizzazione degli oratori.

Previsto un mini incremento delle pensioni minime: da 614,77 euro a 617,9. Vengono prorogate le misure di flessibilità in uscita Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Viene anche rafforzato il bonus Maroni per chi sceglie di restare al lavoro. Chi è nel sistema contributivo potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni.

Viene prorogata per tre anni la maggiorazione del costo ammesso in deduzione per le nuove assunzioni, pari al 20%, elevato al 30% per giovani e donne. Prorogati per tre anni anche la detassazione dei premi di produttività (dal 10% al 5%). Il tetto dei fringe benefit sale a mille per tutti, duemila per chi ha figli; importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa. Sale dal 25 al 30% il limite di detassazione delle mance che i camerieri ricevono dai clienti. Arriva la proroga del fondo di garanzia per le Pmi. Previsto anche un Fondo con 3 milioni in 3 anni a sostegno delle imprese dell’indotto Ilva. Arriva un fondo ad hoc di 70 milioni per finanziare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili. Sale il fondo per le famiglie vittime incidenti lavoro e c’è anche una stretta contro l’abuso della Naspi.

Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus restano al 50% per le prime case, scendono al 36% per le altre, con tetto a 96mila euro. Stesso schema anche per il sismabonus, senza tetto di spesa. Prorogato il bonus mobili a 5mila euro. Rinnovate fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e le giovani coppie. Arriva il bonus per elettrodomestici con un contributo massimo del 30% del costo. Non potranno più essere portate in detrazione invece le caldaie a gas.

Nuove risorse per finanziare il fabbisogno sanitario nazionale standard, incrementato di 1,3 miliardi nel 2025. Una quota delle risorse è accantonata in vista dei rinnovi contrattuali 2028-2030. Aumentano le indennità di Pronto soccorso e quelle di medici e infermieri. Flat tax al 5% per gli straordinari degli infermieri. Dal 2025 tutte le ricette mediche saranno elettroniche. Risorse in più per la prevenzione del tumore al polmone. Incrementati i fondi del bonus psicologo, arriva il sostegno psicologico a scuola.

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Esclusi dal blocco del turnover si enti locali, forze dell’ordine, vigili del fuoco e ricercatori. Arriva anche il tetto ai compensi dei vertici degli enti che ricevono fondi pubblici. Per questi soggetti non ci sarà l’obbligo dei revisori del Mef ma una stretta sui controlli dei bilanci se gli aiuti statali sono “significativi”. Prevista una stretta per i costi della Rai, limitata alle consulenze esterne. Salta l’equiparazione dei compensi dei ministri non parlamentari con quelli dei colleghi eletti: avranno però un rimborso trasferte. Arriva il divieto di compensi esteri, la cosiddetta norma anti-Renzi, anche per i membri del governo.

Nella manovra spuntano anche un miliardo in più alla Tav e nuovi fondi destinati al Ponte sullo Stretto (1,5 miliardi). Proroga fino a 20 anni per le concessioni elettriche: il maggior gettito va a riduzione delle bollette. Le tasse d’imbarco salgono di 50 centesimi per i voli extra Ue.

Da dove arrivano i fondi? Dalla riorganizzazione delle detrazioni si ricava un miliardo, mentre dal capitolo banche-assicurazioni ne arrivano 3,5. Nel triennio 2025-2027 la spending review a carico dei ministeri prevede tagli per circa 7,7 miliardi.

Il centrodestra rivendica le misure portate a casa sul fronte della famiglia ma anche e soprattutto sul fisco a partire dal taglio del cuneo fiscale e all’Irpef a tre aliquote strutturali. Le opposizioni invece demoliscono il testo. Questa, dice il leader M5S Giuseppe Conte, è “una manovra repressiva per l’economia” con la quale “sbattete la porta in faccia alle persone in difficoltà in un modo ignobile”. “Non risolve i veri problemi del Paese”, sottolinea il leader di Avs Nicola Fratoianni. “Meno spesa pubblica e più tasse per tutti”, la riassume il parlamentare Dem Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera.

Manovra 2025, le multe per i no vax dividono ancora la maggioranza

Forza Italia e la Lega tornano a dividersi su una proposta di modifica del Pd, che chiede di andare avanti sulle multe no vax. Il partito di Matteo Salvini l’ha spuntata inserendo nel decreto milleproroghe una norma che “salva” chi non ha rispettato l’obbligo di vaccinazione anti Covid. Il PD chiede però di procedere con le sanzioni e ha il supporto di sette parlamentari azzurri che si smarcano e votano a favore delle multe nonostante il parere contrario del governo. Un segnale. E una premessa, forse, di quanto potrà accadere quando il Milleproroghe approderà, probabilmente in Senato, e gli azzurri hanno già annunciato che si faranno sentire. 



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