allarme di Federconsumatori e Sunia sulla trasparenza e sicurezza

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Modena, 20 dicembre 2024 – Meglio di Bologna, dove il fenomeno è letteralmente esploso, ma comunque sopra la soglia di allerta. È un report a tinte fosche quello che Federconsumatori e Sunia, dal titolo ’Notte fonda a Modena’, consegnano all’amministrazione comunale sul tema degli affitti turistici in città. Indagine che conferma l’urgenza di accendere i riflettori su questo tipo di alloggi in città. E tanto l’associazione dei consumatori quanto il sindacato degli inquilini, riuniti ieri mattina nella sede di via Mar Ionio 23 per far risuonare il loro accorato grido di allarme, si aspettano che dal Comune giunga qualche reazione.

Emblematico è il caso del sedicente host privato che a Modena gestisce una rete di 48 appartamenti, di fascia medio alta, per un valore di mercato non inferiore a 10 milioni di euro. “Di chi è la proprietà effettiva?”, obietta il presidente di Federconsumatori di Modena Marzio Govoni. “Dell’host che impropriamente si definisce privato o di una pluralità di proprietari che fanno gestire il loro immobile conto terzi? E nella gestione commerciale di questi beni siamo certi che il lavoro sia tutto regolare?”.

Tante domande e nessuna sentenza da parte di Federconsumatori e Sunia, ma il ragionevole dubbio che se non dovesse aumentare la trasparenza delle piattaforme di affitto breve come Airbnb, Subito.it e Booking anche Modena potrebbe tramutarsi in una città albergo con tutti i problemi di vivibilità e ordine pubblico che le città di respiro metropolitano già sperimentano quotidianamente.

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Scendendo nei dettagli dell’analisi targata Federconsumatori-Sunia, si registra una crescita dei Cin. I Cin, codici indentificativi nazionali, nascono per contrastare l’abusivismo e l’evasione fiscale nel settore degli affitti brevi e turistici. A Modena e provincia, secondo il ministero del Turismo, l’incremento dei Cin negli ultimi tre mesi è stata fortissima: si è passati dal 21% del 10 settembre al 79,6% del 16 dicembre.

La verifica sui tre portali più grandi. Il 72% degli immobili di Modena (appartamenti e camere in affitto al di sotto dei 30 giorni) risulta in possesso di Cin. Airbnb, l’operatore più grande, ha l’80% degli immobili con Cin, Booking ha una media del 70%, Subito.it, addirittura, non ha nessun Cin rilasciato.

Rispetto agli obblighi sulle dotazioni di sicurezza, già attivi ma per i quali scattano le sanzioni il 1° gennaio 2025, la situazione di Modena è assai negativa: nessun immobile è perfettamente in regola. Nel complesso solo il 24% è dotato di un estintore all’interno dell’unità immobiliare o sul pianerottolo. Percentuale quasi identica per i rilevatori di monossido di carbonio: sono presenti nel 25% degli immobili. Gli impianti antincendio, infine, ancorché non obbligatori, sono dichiarati dal 13% degli operatori.

Uno sguardo su Carpi: nel secondo centro più grande per numero di abitanti della provincia, il numero degli affitti brevi e turistici è modesto. Dall’indagine emerge che sono 80/90 gli immobili destinati a questo particolare uso.

“A Modena non c’è una vera e propria emergenza affitti brevi, ma la deriva che possiamo osservare nella vicina Bologna incombe: è incontestabile infatti che anche la nostra città sia diventata una meta di grandi flussi turistici”, sottolinea Marcello Beccati, segretario di Sunia Modena. “È altrettanto evidente che occorrerebbe una legislazione nazionale capace di conferire alle amministrazioni locali poteri maggiori di controllo e sanzione. Ma purtroppo, questa non sembra la strada scelta dal governo in carica”.

Sull’indagine di Federconsumatori è intervenuta Confcommercio: “L’amministrazione comunale dia vita al comitato tecnico annunciato lo scorso 10 agosto: c’è bisogno di un luogo istituzionale nel quale discutere su quali strumenti mettere in campo per arginare un fenomeno fuori controllo”. Servono poi, continua l’associazione dei categoria, “controlli mirati da parte della polizia municipale perché appare incredibile, come emerge dall’indagine di Federconsumatori, che gran parte degli affitti brevi sia sprovvisto di basici ma fondamentali dispositivi a tutela della sicurezza di chi viene ospitato”.



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