Con il 2025 il taglio ai bonus dell’edilizia è generalizzato e deciso dalla legge di Bilancio 2025, ormai giunta alla sua versione definitiva. Viene votata in Aula alla Camera oggi, venerdì 20 dicembre (con voto di fiducia), e non ci sarà spazio per correzioni al Senato.
Dunque, i giochi sono fatti e le novità che entreranno in vigore dal prossimo 1° gennaio sono scritte e definitive. Il quadro è quello che era stato disegnato dal governo con il Ddl approvato in Consiglio dei ministri, con la sola aggiunta dello stop dei bonus per le caldaie (esclusi i sistemi ibridi) che utilizzano combustibili fossili.
Bonus ristrutturazioni
Il bonus ristrutturazioni è mantenuto al 50% per il 2025, ma solo per le prime case; per le seconde case scende al 36%. Nel biennio 2026-27 la detrazione è al 30% e al 36% per le abitazioni principali. Si applica fino a un ammontare complessivo spese non superiore a 96mila euro per unità immobiliare.
Bonus mobili
Il bonus mobili resta al 50% con limite di spesa a 5mila euro anche nel 2025. Dunque, per tutto il 2025, applicando l’incentivo fiscale si può totalizzare al massimo un beneficio pari a 2.500 euro (50% del tetto di 5mila euro). La detrazione non cambia né nelle aliquote né nella sostanza: continua ad essere applicata all’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla “A” per i forni, alla “E” per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, e alla “F” per i frigoriferi e i congelatori. L’agevolazione resta legata ai lavori che beneficiano del bonus per le ristrutturazioni edilizie (elencati all’articolo 16-bis del testo unico delle imposte sui redditi) e di conseguenza anche a quelli finalizzati alla riduzione del rischio sismico (per approfondire si veda la circolare 17/E del 2023, pagine 91 e 92).
Ecobonus
Anche l’ecobonus si attesta al 50% nel 2025, ma solo per le prime case, per poi scendere al 36% nel biennio 2026-27. Per abitazioni che non sono prime case, la detrazione scende al 36% nel 2025 e al 30% nel 2026 e 2027. Un taglio drastico quello deciso con il disegno di legge di Bilancio 2025 . «Tali aliquote si applicano per tutte le tipologie di interventi agevolati, compresi quelli che, fino al 2024, davano luogo ad una detrazione più elevata, quali, ad esempio: gli interventi realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali e gli interventi su parti comuni di edifici condominiali finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica», viene specificato nella relazione illustrativa che accompagna la Manovra.
Dunque, le aliquote fisse: nel 2025 al 50% per le prime case e al 36% negli altri casi (e relativo décalage per il biennio successivo) si applicano a tutti gli interventi elencati all’articolo 14 del Dl 63 del 2013.
Una sforbiciata importante è riserbata ai bonus per lavori condominiali. Il taglio è di 15 punti percentuali nel 2025 per le prime case e del 29% per le altre abitazioni relativamente agli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio.
Ma, un taglio ancor più importante lo subiscono gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali che coinvolgono l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda. In questo caso la detrazione scende dal 70 al 50% per le prime case nel 2025 e al 36% negli altri casi. Ancora più marcato il taglio della detrazione che fino al 2024 era al 75%, applicata da chi raggiungeva lo standard di qualità media con gli interventi di riqualificazione energetica finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva nei condomìni.
Va ancora peggio per gli interventi che contemporaneamente puntavano all’efficientamento energetico e al miglioramento sismico con aliquote che erano dell’80-85% a seconda del numero di classi simiche che si riuscivano a scalare. Anche in questo caso la detrazione scende al 50% nel 2025 per le prime case e al 36% negli altri casi per poi calare a picco nel 2026-27, raggiungendo quota 36% per le prime case e 30% per la abitazioni non principali.
Sismabonus
Il sismabonus non ha mai avuto aliquote così basse. Con la Manovra 2025 il taglio dei bonus casa è netto e forte. L’adozione di misure antisismiche, l’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica beneficeranno di una detrazione dall’imposta lorda pari al 36% delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30% delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96mila euro per unità immobiliare.
Va meglio solo per le prime case, per le quali la detrazione sale al 50% nel 2025 per poi calare al 36% nel biennio 2026-27. Anche in questo caso, il tetto di spesa è di 96mila euro. Le nuove aliquote valgono anche per i lavori antisismici eseguiti sugli edifici ubicati nella zona sismica 3.
Vengono annullati dal 2025 i bonus antisismici al 70 e all’80% riservati ai lavori che avessero determinato il passaggio rispettivamente ad una o due classi sismiche inferiori. Eliminate anche le detrazioni al 75 e 85% riservate ai lavori antisismici sulle parti comuni degli edifici condominiali. Le nuove detrazioni al 50% per le abitazioni principali e al 36% per le seconde case, che poi scendono rispettivamente al 36% e 30% nel 2026 e nel 2027, sono applicate anche alle spese effettuate per la classificazione e verifica sismica degli immobili.
Tali aliquote si applicano anche agli istituti autonomi per le case popolari e, in generale, all’edilizia residenziale pubblica e al cosiddetto sismabonus acquisti, calcolato sempre su un ammontare massimo di spesa pari a 96mila euro per ciascuna unità immobiliare. Si tratta – va precisato – del bonus per chi acquista edifici nati da demolizione e ricostruzione con l’obiettivo di riduzione del rischio sismico, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano, entro trenta mesi dalla data di conclusione dei lavori, alla successiva alienazione dell’immobile.
Incentivi per le caldaie
Per ottemperare ai nuovi indirizzi della nuova direttiva Epbd, dal 2025 si fermano gli incentivi fiscali per l’acquisto di caldaie alimentate da combustibili fossili, ossia le caldaie a condensazione attualmente incentivate. Possono continuare ad accedere ai bonus i sistemi ibridi, composti da caldaia a condensazione e pompa di calore.
Superbonus
In Manovra ci sono anche modifiche al Superbonus. Più nel dettaglio, per gli interventi effettuati nei condomini e su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate e per interventi effettuati da organizzazioni non lucrative, di volontariato e da associazioni di promozione sociale, il superbonus al 65% spetta solo se al 15 ottobre 2024, risulti: presentata la Cila e adottata la deliberazione dell’assemblea per i lavori condominiali e, relativamente ai lavori di demolizione e ricostruzione, sia sia stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
pubblicato il:
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link