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TERAMO – “Il caso De Felice, a differenza di quello che vuol far credere il presidente Sospiri, è tutt’altro che risolto: continua a sussistere una pesante anomalia di cui chiederemo parere all’Anac, sul doppio incarico da dirigente capogabinetto dell’ufficio di presidenza e da presidente della fondazione Crea, con evidenti funzioni anche organizzative e gestionali”.
Torna alla carica, interpellato da Abruzzoweb, il consigliere regionale del Partito democratico, Sandro Mariani, presidente della commissione Garanzia, e ancora una volta sul caso della nomina, a metà novembre, come dirigente capo di Gabinetto del consiglio regionale, di Bruno De Felice, fedelissimo del presidente dell’assemblea regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia. De Felice è però nello stesso tempo, nominato a marzo, poco prima delle elezioni regionali., presidente del Crea, la Fondazione Eventi del Consiglio regionale, ente privatistico ma controllato e finanziato dal pubblico creato in seno all’Ufficio di presidenza alla fine del 2023.
Il Crea è bersaglio di polemiche non solo da parte delle opposizioni, con in testa oltre che Mariani, il vicepresidente del consiglio, il dem Antonio Blasioli, ma anche nel centrodestra di Marco Marsilio, di Fi, considerato un “giocattolo” con un ampio margine di autonomia, con facoltà di gestire ingenti risorse per cultura ed eventi con affidamenti diretti di fatto in mano a Sospiri e dell’assessore regionale alla Cultura e al Sociale Roberto Santangelo, nella scorsa legislatura vice presidente del Consiglio, e che ha piazzato come componente del cda al fianco di De Felice, il suo capo segretaria Stefano Cappetti. Terza componente è Incoronata D’Amico, su indicazione del consigliere segretario dell’ufficio di presidenza Luca De Renzis, di Fdi, ma solo dopo dure polemiche.
Sandro Mariani ribadisce a questa testata che è stata messa in piedi “una ‘macchina per eventi’, che sembra essere stata pensata soprattutto per sottrarre il controllo da parte dell’ufficio di presidenza e dunque del consiglio regionale, che pure socio unico della Fondazione”, e denuncia anche un problema di trasparenza, visto che sul “sito della fondazione Crea, alla sezione Amministrazione trasparente, mancano un numero importante di atti. Chiederemo dunque, e renderemo pubblica la rendicontazione puntuale di tutti gli eventi che sono stati realizzati nel 2024”.
Ma ancor prima il tema riguarda appunto la “conferibilità” dell’incarico di dirigente capo di gabinetto per De Felice, che secondo le opposizioni avrebbe addirittura profili di danno erariale tanto che invieranno un esposto alla Corte dei conti.
Occorre dunque riavvolgere il nastro e ripercorrere le puntate precedenti: solo dopo la nomina di De Felice a dirigente capo dio gabinetto, è arrivato un parere dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, chiesto prudenzialmente dal neo direttore amministrativo del Consiglio regionale, Michela Leacche, ancor prima che entrasse in carica, al posto di Paolo Costanzi, diventato capo del Dipartimento Cultura e Sociale.
Ebbene, l’Anac ha stabilito che la nomina a dirigente di capo gabinetto è inconferibile, perché tra le sue funzioni c’erano anche compiti gestionali come “l’organizzazione e gestione delle uscite del gonfalone” e sulla “gestione giuridica del personale assegnato al Gabinetto e alle segreterie politiche”, che non si addicono al ruolo politico del capo di gabinetto. E così l’Ufficio di presidenza, su iniziativa di Sospiri, con i voti della maggioranza di centrodestra e il voto contrario del centrosinistra, rappresentato da Blasioli e dal consigliere segretario Erika Alessandrini del Movimento 5 stelle, ha approvato tre giorni fa una deliberazione che rimuove i rilievi indicati da Anac, sottraendo le funzioni contestate a De Felice e affidandole ai Servizi interni alla tecnostruttura dell’Ente.
Nella nota dell’Uccio stampa del Consiglio a nome di Sospiri si è precisato poi che “non esiste un solo passaggio della Delibera ANAC n. 4910/2024 in cui si evinca l’attribuzione di inconferibilità o incompatibilità dell’incarico affidato all’attuale Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale. Il parere dell’Autorità, richiesto per altro in autonomia dalla nostra struttura, si limita a delineare i confini normativi entro i quali questo particolare tipo di figura dirigenziale può agire. Nello specifico Anac segnala due sole competenze affidate con delibera dell’Ufficio di Presidenza al Capo di Gabinetto che apparirebbero disallineate con la disciplina normativa vigente, e cioè l’organizzazione e gestione delle uscite del gonfalone e la gestione giuridica del personale assegnato al Gabinetto e alle segreterie politiche”.
Tutto bene quel che finisce bene? Niente affatto torna alla carica Mariani: “l’Anac si è espresso limitatamente al quesito che gli era stato posto, e non ha avuto nulla da obiettare sul ruolo di De Felice come presidente del Crea, semplicemente perché non gli è stato chiesto. Ed è quello che ora farò, nella veste di presidente della commissione Vigilanza. C’è infatti la molto concreta ipotesi che il vero conflitto di interesse, ben più consistente rispetto alle funzioni gestionali sul personale e il gonfalone ora sanate, riguardi proprio il ruolo della presidenza del Crea, tenuto conto che la fondazione non ha nemmeno un direttore, e dunque le funzioni gestionali, le stesse contestate per altri aspetti dall’Anac, sono, ritengo, tutte in capo a De Felice”.
Ma c’è anche un altro aspetto che merita un approfondimento da parte dell’Anticorruzione: “di fatto la nomina di De Felice da parte di Sospiri è avvenuta il 15 novembre, senza nemmeno attendere il parere dell’Anac, e intanto però De Felice ha firmato atti, in una situazione di inconferibilità, e poco vale aver approvato ex post una delibera che ha ridimensionato le funzioni del dirigente capo di gabinetto”.
Questo come altri rilievi sono stati fatti due giorni fa anche da Blasioli, in una lunga e dettagliata nota, che collima in più di un punto con la posizione di Mariani, arrivando ad ipotizzare il danno erariale.
Sotto accusa da parte delle opposizioni anche il ruolo che il neo direttore amministrativo e responsabile dell’anticorruzione Leacche, ha avuto nel gestire burocraticamente la vicenda. inviando la richiesta di parere all’Anac, come responsabile anti corruzione, ed anziché aspettare il parere ha proceduto a ratificare il decreto di nomina di Sospiri. Poi la marcia indietro, con il provvedimento che ha rimosso le funzioni gestionali contestate dall’Anac. E a questo proposito si chiede Blasioli: “il direttore amministrativo che deve tutelare con il suo lavoro anche le responsabilità dell’Ufficio di Presidenza, una volta diventato direttore amministrativo può ancora ricoprire il ruolo di responsabile dell’Anticorruzione che gli era stato affidato?”.
Per il resto, al di là della caso De Felice, Mariani torna a promettere battaglia contro la Fondazione Crea.
“Parliamo di un ente strumentale che è stato creato ad hoc prima delle elezioni di marzo e così di fatto, prima anomalia, il Consiglio regionale è diventato un’organizzatore di eventi, cosa che prima non era. E per di più appunto ‘tramite’ una fondazione che agisce in autonomia, senza che il Consiglio regionale, attraverso l’Ufficio di presidenza, possa esercitare la sua necessaria funzione di garanzia e controllo, a maggior ragione tenuto conto che nel cda di questa fondazione sono stati esclusi rappresentanti dell’opposizione”.
Non solo, “le competenze organizzative e di indirizzo delle manifestazioni e degli eventi organizzati sono intanto passati sotto il dipartimento cultura della Giunta, sottraendosi al controllo del Consiglio regionale e dell’Ufficio di presidenza.
Entrando nel merito poi dell’attività del Crea, conclude Mariani, “constatiamo che ad essere sostenuti e finanziati con questo meccanismo siano stati finora essenzialmente eventi cari in particolare a Marsilio e Sospiri, come ad esempio la Notte dei serpenti e il Festival dannunziano di Pescara. Si è creato un corto circuito nella gestione di manifestazioni, che hanno complessivamente costi milionari, e sembra che tutto sia stato architettato per bypassare ogni monitoraggio e controllo da parte del Consiglio regionale, che pure paradossalmente è il socio unico del Crea”.
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