Bozza (FI) “Oggi abbiamo ricordato Angelo Tomelleri, il primo presidente della Regione” – Veneto


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(Arv) Venezia 11 dic, 2024 -       Ricordato quest’oggi nel corso di una conferenza stampa promossa dal consigliere regionale Alberto Bozza (FI) la figura di Angelo Tomelleri, primo presidente della Regione del Veneto. “Ricordiamo una grande figura della politica veronese, veneta e nazionale, un grande precursore – ha ricordato Bozza – Fu colui che diede vita alla Regione del veneto e che nei suoi dieci anni di presidenza ha fatto la storia di questa istituzione lasciando ancora oggi in eredità quelle impostazioni programmatiche e di sviluppo che caratterizzarono il suo mandato. Dobbiamo ricordare il suo pensiero, la lungimiranza di idee e la pragmaticità nel darne attuazione. Oggi abbiamo voluto dedicare un riconoscimento non solo istituzionale, ma anche personale del grande Angelo Tomelleri che ha scritto grandi pagine, che ricorderemo l’anno prossimo a Verona in un convegno a lui dedicato”. Sulla necessità di approfondire la figura del primo presidente della Regione ha insistito anche il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti: “Proprio nel decennio che lo vide alla guida della Regione, Tomelleri si avvicinò sempre più ad Antonio Bisaglia, il leader doroteo che nel 1982 disse in una intervista non  caso ripresa da Ilvo Diamanti: ‘il Veneto sarebbe maturo per uno Stato federalista, ma questo Stato, centralista e burocratico, alla mia regione l’autonomia non la concederà mai’ affermazione su cui riflettere:  questo è uno degli aspetti da approfondire nel pensiero di quella classe dirigente  i cui Tomelleri  fu massima espressione: straordinariamente lungimirante, pensiamo appunto all’ideale autonomista, ma anche salda nei propri principi tanto da poter resistere alle spinte eversive di quell’estremismo terrorista che in Veneto ebbe un ruolo non marginale negli anni di piombo. Quelli di Tomelleri alla guida della Regione del Veneto furono certamente anni difficili e senza dubbio drammatici, lacerati dalla strategia terroristica, in un decennio inaugurato nel 1971 dalla rottura degli accordi di Bretton Woods, e successivamente  segnati dalla crisi energetica che, dopo la Guerra dello Yom Kippur, pose fine al ciclo di sviluppo economico che aveva caratterizzato l’Occidente negli anni cinquanta e sessanta, con conseguenze pesantissime dell’austerity e un’inflazione devastante che in Italia colpì i ceti più deboli”. La complessità del periodo delle prime due legislature è stata ricordata dall’on. Luciano Righi, assessore nella Giunta la seconda legislatura di Tomelleri: “Anni difficili, complessi, ma anche una stagione in cui i partiti preparavano e selezionavano la classe dirigente politica e Tomelleri ne era un esempio – ha spiegato Righi – un uomo pragmatico, che sapeva far funzionare al meglio la macchina istituzionale, coinvolgendo anche la burocrazia rendendola partecipe dei processi. Un uomo che sapeva ascoltare, sapeva mediare e dare risposte alle domande provenienti dagli attori sociali: era un interlocutore ideale della società civile. Assieme abbiamo affrontato con coraggio la stagione del terrorismo affrontando però anche la quotidianità e non è un caso se assieme abbiamo dato vita alla legislatura che ha varato il più alto numero di leggi della Regione”.  Anche Silvano Zavetti, presidente dei consiglieri comunali emeriti ha voluto ricordare “la capacità pragmatica di Tomelleri, uomo che sapeva risolvere i problemi anche contraddittori mediando tra le varie anime ma individuando soluzioni in cui tutti trovavano una risposta alle loro esigenze e domande”. Luigi Covolo, dell’Associazione dei Consiglieri regionali del veneto ha rimarcato la singolarità di questa figura “che varò il primo piano regionale di sviluppo, il primo piano sanitario, il piano delle grandi infrastrutture: ricordiamo un grande personaggio che ha dato molto al Veneto contribuendo in maniera determinante allo sviluppo della nostra terra”. Commosso il figlio Carlo Tomelleri che a nome della madre e della sorella ha ringraziato quanti hanno portato la loro testimonianza ammettendo “l’emozione che si prova in queste sale, in questo palazzo che ha visto l’impegno di mio padre, un impegno vissuto come una autentica missione per la quale ancora oggi ricevo sinceri attestati di stima come quest’oggi”.

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