«Spesa farmaceutica, la Regione deve far decadere i direttori Asl»

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BARI – La Regione ha «dimenticato» di attuare le sue stesse norme in materia di spesa farmaceutica, che prevedono – oltre a un monitoraggio più stretto – anche la decadenza dei direttori generali delle Asl. A ricordarlo sono stati i giudici della Corte dei conti che nei giorni scorsi hanno depositato i referti sul controllo relativo ai bilanci 2020-2022 delle aziende ospedaliere e sanitarie.

Il tema ha animato per mesi il dibattito politico: la legge regionale 7/2022, voluta da Fabiano Amati e in vigore da quest’anno, prevede appunto la decadenza dei direttori generali che non hanno rispettato i tetti previsti per il 2023. Nello specifico nessuna Asl ha rispettato il tetto della spesa diretta (quella relativa agli ospedali), mentre tutte (tranne la Asl Bat) hanno rispettato la spesa convenzionata (quella fatta attraverso le farmacie).

Ad agosto la Regione ha avviato il procedimento di decadenza chiedendo ai direttori generali interessati (cioè tutti tranne quelli nel frattempo non più in carica) le proprie controdeduzioni. Su questa base a novembre il dipartimento Salute guidato da Vito Montanaro ha concluso il procedimento con una relazione consegnata al governatore Michele Emiliano. Ne emergono due aspetti: il primo è che il tetto per la spesa diretta non è comprimibile (perché dipende dai pazienti che si presentano in ospedale, ai quali non possono essere certo negati i farmaci), e comunque nessuna Regione italiana lo rispetta. Il secondo è che l’aumento di spesa registrato in Puglia (2023) è più basso della media italiana, che – per la sola spesa convenzionata – è anche complessivamente più bassa del tetto percentuale fissato a livello nazionale. Un trend confermato anche per il 2024 dai dati Aifa aggiornati a ottobre: ne consegue – secondo il dipartimento Salute – che i tetti di spesa fissati dalla giunta andrebbero rivisti per fotografare meglio la situazione.

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La relazione di Montanaro non traccia conclusioni, lasciando la decisione al governatore Michele Emiliano. Ma seguendone il ragionamento, l’unico direttore generale a rischio di decadenza sarebbe, proprio per il mancato rispetto del tetto di spesa convenzionata, Tiziana Di Matteo (Bat) il cui incarico è in scadenza nei prossimi mesi. A quel punto sarebbe più pratico soprassedere. Solo che proprio nella relazione relativa alla Asl Bat i magistrati contabili (che già hanno «parificato» con riserva il bilancio 2023) richiamano la Regione a «a dare puntuale applicazione alle misure legislative (anche a carattere sanzionatorio)». Tra queste, oltre la decadenza del direttore generale, ci sono le segnalazioni disciplinari per i medici che non rispettano le linee guida in materia di prescrizione farmaceutica, ma anche l’istituzione in ogni Asl delle cabine di regia che devono occuparsi del monitoraggio della spesa e della predisposizione di una relazione bimestrale. E non tutte le Asl si sono attrezzate.

La diffida della Corte dei conti arriva proprio mentre la giunta regionale deve prendere decisioni importanti sui manager della sanità. Decisioni che possono indirettamente risolvere la questione relativa alla spesa farmaceutica. Nella prossima seduta dovrebbe infatti essere approvato l’avviso pubblico per le candidature relative ai direttori delle Asl in scadenza e del Policlinico di Foggia (dopo le dimissioni di Giuseppe Pasqualone), e dovrebbe essere anche nominato il nuovo direttore generale della Asl Bari. Per i «Riuniti» di Foggia, in attesa del nuovo direttore, sembrerebbe in arrivo un commissario. Per la Asl Bari la scelta di Emiliano dovrebbe essere l’attuale direttore amministrativo, Luigi Fruscio, che da sei mesi svolge le funzioni di direttore generale.

Nel frattempo la scorsa settimana la giunta ha ripescato Flavio Roseto, l’ex direttore generale della Asl Brindisi che si è dimesso a febbraio 2023 salvo provare due giorni dopo a ritirare le dimissioni. Roseto è stato nominato direttore generale della Life Science Foundation, una cassaforte da 40 milioni creata dalla Regione nel 2023 che dovrebbe gestire e attrezzare il nuovo polo scientifico di Lecce con cui dare lo slancio alla nuova scuola di Medicina del Salento. Nel cda della fondazione, con Emiliano e i rettori delle Università di Bari e Lecce, c’è anche l’ex capo di gabinetto (ora parlamentare) Claudio Stefanazzi. Roseto ha preso a sorpresa il posto di Felice Ungaro, il dirigente regionale che ha seguito la fase di startup della Fondazione e che era in predicato di diventarne direttore generale.



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