Il grazie della città in un Consiglio comunale straordinario al Teatro Sociale di Città Alta
I flash (e le richieste di autografi) sono soprattutto per Marten de Roon, capitano dell’Atalanta, ma ci sono applausi per tutti i premiati. Al Teatro Sociale di Città Alta — in una seduta straordinaria del Consiglio comunale — va in scena la consegna di quattro medaglie d’oro (oltre a quella già assegnata all’Atalanta a maggio, dopo la vittoria dell’Europa League) e dieci benemerenze civiche. «Siete il cuore pulsante di Bergamo — dice la sindaca Elena Carnevali ai premiati —, la dimostrazione che con impegno, passione e dedizione si può lasciare un segno profondo nella città».
Il gruppo più numeroso a ricevere la benemerenza civica è quello dei volontari dell’alluvione del 9 settembre scorso «per la dedizione dimostrata nei momenti di emergenza». Sul palco salgono i rappresentanti di 18 gruppi in arrivo da tutta la provincia: furono in molti, in quelle settimane di settembre, a darsi da fare per liberare la città dal fango. È la sindaca, insieme alla presidente dell’Aula Romina Russo, a stringere mani e a consegnare pergamene e medaglie d’argento. «Non premiamo il successo personale fine a se stesso — dice la presidente —, ma il contributo dato alla comunità».
De Roon è premiato «per il suo straordinario impegno come capitano dell’Atalanta e per il profondo attaccamento verso Bergamo e la sua gente». In molti gli chiedono selfie e autografi sulle maglie: lui non si sottrae. E quando sale sul palco chiede alla sindaca di poter dire due parole. «È difficile — dice — spiegare quanto significhi per me stare qui e ricevere questa benemerenza. Poi racconta di quando, dieci anni fa, arrivò dall’Olanda e subito venne portato alla festa della Dea, «in mezzo a 10 mila persone in delirio. In quei momenti — racconta — mi ero chiesto “ma dove sono finito”. Dieci anni dopo, sono ancora qui felice con la mia famiglia. La città di Bergamo, che per me era sconosciuta, è diventata la nostra casa. Grazie per l’amore e l’affetto che sento ogni giorno dai tifosi. Il calcio qui ha un significato più grande: la Dea fa sognare. E nella buona e nella cattiva sorte il “Mola mia” torna sempre». Lui ringrazia anche l’Atalanta, la famiglia Percassi e il mister Gian Piero Gasperini, che lo ascolta in un palchetto del Sociale. E i tifosi, a due passi dal teatro, fanno trovare al capitano nerazzurro un maxi striscione sulla facciata della biblioteca Mai che dice: «Marten de Roon bergamasco vero».
Commuove poi la consegna di due benemerenze alla memoria. Una è per Roberto Pelucchi, «giornalista con la schiena dritta», scomparso prematuramente. È la sorella Paola a ritirare il premio. L’altra è per Raffaella Poggiani Keller, scomparsa da poco, che per più di trent’anni ha ricoperto il ruolo di funzionario archeologo della Soprintendenza. Per lei sale sul palco il fratello Carlo.
Benemerenze anche alla farmacista Donata Pelizzari («per l’impegno nella lotta alla povertà sanitaria»), a Fabio Galessi (che da 32 anni guida con puro spirito di servizio il Festival organistico internazionale) e alla società sportiva Ororosa Basket Bergamo Asd che promuove il basket femminile. Benemerenza anche al medico Gianmariano Marchesi («per la professionalità e l’umanità che hanno caratterizzato la sua carriera»), ad Arcigay Bergamo Cives («per la promozione dei diritti civili e nel contrasto alle discriminazioni») e a Giovanni Locatelli («per la sua lunga e appassionata carriera nel mondo del teatro»).
Chiude la cerimonia la consegna delle quattro medaglie d’oro. Pia Locatelli, che è stata parlamentare europea e italiana, viene premiata «per il costante impegno nella difesa dei diritti delle donne e delle pari opportunità». L’artista Gianriccardo Piccoli riceve la medaglia «per il suo straordinario contributo alla cultura e al prestigio di Bergamo», mentre l’Associazione famigliaAperta ODV «per il costante e generoso impegno a sostegno dei minori e delle loro famiglie». La quarta medaglia d’oro è per Aldo Ceccato, ritenuto uno dei più importanti direttori d’orchestra italiani della seconda metà del Novecento. «Ancora una volta Bergamo è riuscita a commuovermi», dice Ceccato sul palco, visibilmente emozionato. Poi si rivolge ad Elena Carnevali e a Romina Russo: «Sindaca, presidente, devo confessarvi una cosa: sono nato a Milano — spiega — e sono interista, però spero vinca l’Atalanta perché se lo merita». E strappa risate e l’applauso. «Si può diventare bergamaschi e chi lo diventa — dice la sindaca — porta con sé questa appartenenza per sempre, perché non è solo una questione di nascita, ma di un rapporto che si costruisce nel tempo, diventando indelebile».
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