Una notizia così merita un brindisi, rigorosamente con bollicine italiane: l’Italia nel 2024 ha superato il miliardo di bottiglie di spumanti prodotte e commercializzate. Esattamente 1,015 miliardi (+ 8% sul 2023). Il dato spinge i vini bianchi allo storico sorpasso sui vini rossi sui mercati esteri. I vini sparkling sono decisamente in controtendenza, riuscendo a non risentire di crisi economiche, conflitti e a difficoltà ormai strutturali del settore. Gli ordini per le feste hanno accelerato il successo: nelle prossime tre settimane saranno stappate 251 milioni di bottiglie all’estero (+9% sul 2023) e 104 milioni in Italia (+2%). Successo tanto più gratificante considerando il sensibile calo del mercato dello champagne, che chiuderà a -8%.
L’EFFETTO SPRITZ
I numeri del vigneto Italia arrivano dall’Osservatorio Uiv-Ismea. Andando a scavare nelle ragioni delle ottime performaces dei vini mossi italiani (rispetto ai fermi e a birre e spiriti), c’è anche l’exploit della moda dello Spritz all’estero, in forte crescita in tutte le aree chiave della domanda a partire dagli Usa. Secondo le stime dell’Osservatorio la “tendenza Spritz” si è tradotta in 2,8 miliardi di cocktail a base di spumante italiano (in particolare Prosecco e altri Charmat), per un totale di circa 340 milioni di bottiglie dedicate al mix. Un fattore determinante per l’export di quest’anno, che si profila in una crescita stimata a volume del 9%, merito in particolare l’ennesimo exploit del Prosecco.
«Dei tanti traguardi raggiunti in questi anni dallo spumante – afferma Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana – questo è tra i più significativi. Lo sparkling italiano vince sui competitor stranieri perché è pop e si rivolge a target trasversali, e perché in diversi casi è abbinabile a una tendenza cocktail che dagli Usa sta ormai diventando globale».
Clamoroso anche il cambio al vertice dell’export italiano di vino. L’Osservatorio Uiv, basandosi sui dati Istat relativi al terzo trimestre di quest’anno, rileva che per la prima volta le bottiglie di spumante dirette all’estero (528 milioni) superano quelle di rossi e rosati (524 milioni) e allungano ulteriormente sui bianchi (460 milioni). Un sorpasso destinato a consolidarsi alla luce della corsa delle bollicine, la cui produzione è quintuplicata nel giro di vent’anni.
Così lo spumante – fa notare Uiv – è l’assoluto protagonista della crescita dell’export italiano di vino (quasi 6 miliardi di euro) registrata nei primi 9 mesi di quest’anno. Secondo l’Osservatorio, l’Italia si sta quindi sempre più trasformando in uno Sparkling Wine Country, con gli spumanti già in testa rispetto a bianchi e rossi tricolori in numerosi Paesi: non solo più Regno Unito, ma anche Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Spagna, Russia. Negli Stati Uniti (38% per i bianchi, 37% per gli spumanti), il sorpasso sarà cosa fatta entro capodanno.
Una considerazione particolare – straordinaria, la definisce Uiv – è che se dici spumante, non puoi che fare il nome del Prosecco (con le denominazioni Conegliano Valdobbiadene, Asolo e Prosecco Doc). Vale il 75% del totale spumante (1,3 miliardi di euro da gennaio a settembre) prodotto in un fazzoletto di terra: 40.000 ettari, appena il 6% del totale della vigna nazionale, originando però il 22% dei 6 miliardi di export targato Italia. È però anche vero che se una volta i vini spumanti venivano prodotti solo sopra il Po, oggi si fanno bollicine in tutta Italia, con 70 denominazioni a origine controllata e 17 a origine controllata garantita.
Sui consumi in Italia, interessante le analisi di Ceves-Uni (Centro analisi mercati e consumi e osservatorio economico) che rileva vendite stazionarie rispetto lo scorso anni delle bottiglie di primo prezzo e in crescita i volumi delle etichette premium di Franciacorta, Trento, Alta Langa, Valdobbiadene e di conseguenza incremento del giro d’affari. «Stiamo però già registrando in questi giorni e senza attendere l’arrivo del Natale – afferma Giampiero Comolli, presidente di Ceves-Uni – anche le prime vendite promozionali di confezioni miste bolle-panettone. Il trend di fine anno sembra avere un ritmo simile a quello del 2023, volumi misurati ma più valore».
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