Malamovida, Bergamaschini: «Centro città in balìa dei giovani violenti»

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CREMA – La malamovida si è scatenata di nuovo in piazza Garibaldi. Dopo la violenta rapina di sabato ai danni di due ventenni (con contorni ancora tutti da chiarire), il fine settimana ha riservato un’altra notte agitata dalle parti di Porta Serio, dove, alle soglie dell’alba di domenica, è andata in scena un’altra rissa, stavolta fortunatamente senza feriti. Il consigliere comunale leghista Andrea Bergamaschini, che già più volte in passato ha chiesto di alzare l’asticella della sicurezza in città, torna a sollecitare misure di controllo rafforzate.

«Come consigliere della Lega — premette — esprimo preoccupazione per questi episodi di violenza che non possono lasciare indifferenti e, anzi, mettono in evidenza la necessità di garantire una maggiore sicurezza per i cittadini, soprattutto nelle aree centrali e maggiormente frequentate della città». Quindi si rivolge direttamente all’amministrazione comunale: «È fondamentale — dichiara — comprendere quale sia l’attuale organizzazione della sicurezza nei luoghi sensibili durante le ore serali e notturne. A tal proposito, chiedo pubblicamente alcuni chiarimenti agli amministratori».

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La lista degli interrogativi suona come un autentico cahier de doléances: «Quali misure di presidio attualmente sono in atto? Esistono pattugliamenti regolari da parte della polizia locale o altre forme di controllo nelle piazze più frequentate come piazza Garibaldi? Qual è lo stato attuale del sistema di videosorveglianza? Le telecamere presenti in città sono funzionanti ed efficaci nel monitoraggio e nell’identificazione di comportamenti criminosi?». Non solo: «Come si collabora con la polizia locale per prevenire episodi come questo? È stata predisposta una mappatura dei luoghi più critici?».

Bergamaschini, quindi, allarga il respiro della riflessione: «Gli episodi accaduti in piazza Garibaldi non devono essere trattati come eventi isolati, ma come un campanello d’allarme che richiede una riflessione seria sull’efficacia delle misure di sicurezza adottate fino a oggi. Solo dopo aver ricevuto risposte chiare e trasparenti, sarà possibile avanzare proposte concrete e mirate per migliorare la sicurezza della nostra città». Insomma: la Lega non abbassa la guardia e si dice pronta a collaborare con l’amministrazione.

«In ogni caso — conclude Bergamaschini — ribadiamo la necessità di un approccio più incisivo da parte dell’amministrazione comunale. I cittadini di Crema hanno il diritto di sentirsi sicuri, sia nelle aree centrali che in periferia, sia di giorno che di notte. Come rappresentante della Lega, continuerò a vigilare e a sollecitare risposte adeguate, affinché episodi del genere non si ripetano». Il sindaco Fabio Bergamaschi ha preannunciato di essere disponibile ad affrontare il tema «anche in commissione Sicurezza» a fronte della presentazione di una formale interrogazione.

Il tavolo organizzato in municipio per la firma del patto per la sicurezza urbana

IL PATTO URBANO PER LA SICUREZZA

Lo scorso 23 ottobre è stato firmato in municipio il patto per la sicurezza. Principale obiettivo «promuovere la vivibilità e la qualità della vita nel contesto urbano della città» ha evidenziato il prefetto Antonio Gianelli, che ha siglato l’accordo con il sindaco Fabio Bergamaschi. All’incontro che ha suggellato l’intesa hanno partecipato anche il questore Ottavio Aragona, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Paolo Sambataro, e quello della Guardia di Finanza, colonnello Massimo Dell’Anna. Il sindaco ha definito il documento «una cornice di riferimento importante per una gestione potenziata della sicurezza urbana, che non solo risponde alle esigenze di tutela dei nostri cittadini, ma promuove al contempo la coesione e l’inclusione sociale».

Un paio di settimane fa il consigliere comunale di Fratelli d’Italia (ed ex poliziotto) Giuseppe Torrisi aveva sollecitato l’immediata attuazione del patto: «È il momento di applicare quanto sottoscritto – ha dichiarato –, ad esempio predisporre progetti che possano assicurare il videocontrollo dei luoghi a rischio anche sul piano dei fenomeni di degrado urbano e di microcriminalità diffusa. Mi riferisco a nuove telecamere o ad ammodernare gli attuali impianti. Se nel caso vanno uniformati a quelli più recenti, evitando che alcune aree territoriali a rischio presentino una carenza di apparati rispetto ad altre, nelle quali, invece, se ne registra un numero elevato».

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Il primo cittadino, nel consiglio comunale di fine novembre, ha reso nota la volontà di ‘blindare’ largo Falcone e Borsellino, una delle zone più ‘calde’ della movida. «L’area verrà proposta tra le zone prioritarie da mettere sotto la lente nella prossima riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Una misura rafforzativa, quale ulteriore attività messa in atto a seguito dell’adozione del Patto per la sicurezza urbana».





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