così la sanità si prende (quasi) tutto il bilancio della Regione

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CATANZARO Un “totem” sempre ingombrante. Il dato del “peso” esorbitante della sanità sul Bilancio di previsione della Regione Calabria è ormai storicizzato, immutato e immutabile da anni, e anche l’ultimo documento contabile, quello per il triennio 2025-27 approvato nei giorni scorsi dalla Giunta e ora all’esame del Consiglio regionale, lo conferma: da sola – come anticipato ieri dal Corriere della Calabriala sanità assorbe il 64% della manovra complessiva, per la precisione 4,4 miliardi sui 6,8 totali, e anche con il “paradosso dei paradossi”. Perché – si legge nella relazione della Giunta all’ultimo Bilancio – la manovra nella sua parte di risorse autonome «deve comunque soccorrere il bilancio della sanità».  Un paradosso, che testimonia quanto la sanità sia una zavorra che ingessa le casse della Regione con la previsione di spese in alcune voci ragguardevole, come i circa 290 milioni di mobilità passiva – cioè quanto la Regione spende per le cure dei calabresi in altre regioni – previsti per ciascuna dei tre anni della manovra. Un po’ di numeri.

Il finanziamento del fabbisogno sanitario regionale

Il fabbisogno sanitario regionale – riporta ancora la relazione al Bilancio – è stimato, nell’anno 2025 complessivamente in 3,991,5 miliardi (in 4.121.39 milioni nel 2026 e in 4.287,34 milioni nell’anno 2027), ed è finanziato attraverso diversi canali: tra questi, quota parte del gettito Irap, corrispondente a 114,39 milioni circa; parte del gettito dell’addizionale regionale Irpef stimato in 186,55 milioni; fondo sanitario di parte corrente, definito al momento in 3.643,3 milioni di euro nell’anno 2025 (3.773.2 milioni di euro nel 2026 e 3.939,2 milioni nel 2027) e finanziato da una quota di compartecipazione regionale all’Iva una stima della mobilità attiva per 36,9 milioni; la quota premiale (8 milioni). Nel perimetro sanitario confluiscono anche le quote delle addizionali regionali Irpef e Irap, destinate al ripiano dei disavanzi, quantificate complessivamente in 116,87 milioni circa per le annualità considerate nel bilancio di previsione 2025-2027. «Nel 2025 – prosegue la relazione – le entrate del perimetro sanitario, comprese anche quelle tributarie, extra tributarie e la fiscalità regionale ammontano complessivamente a 4,401 miliardi, equivalenti a circa il 64,5 per cento delle entrate complessive del bilancio di competenza della Regione».

La spesa da realizzare con le risorse con vincolo di destinazione

La voce più rilevante del Bilancio – si ribadisce nella relazione della Giunta – «è rappresentata dalla spesa per la sanità, che include le risorse del fondo sanitario determinato ai sensi del decreto legislativo numero 56/2000, nonché tutte le ulteriori somme assegnate con vincolo di destinazione (fondi per la realizzazione degli obiettivi prioritari, payback, la medicina penitenziaria, l’acquisto di farmaci innovativi, etc.). Tali risorse ammontano complessivamente, in termini di competenza, a oltre 4,4 miliardi di euro e rappresentano circa il 64,3 per cento degli stanziamenti di competenza allocati nella parte effettiva del bilancio». Il Fondo sanitario regionale, pari a 3,9 miliardi, è distribuito secondo diverse voci tra cui i fondi da trasferire alle Asp (3,560 miliardi) e la mobilità passiva (289,326 milioni). «È appena il caso di precisare infine – conclude la relazione – che il bilancio finanziato con le risorse autonome, di dimensioni ben più ridotte rispetto a quello sanitario, deve comunque soccorrere il bilancio della sanità, non solo attraverso la destinazione delle entrate della fiscalità regionale (116,9 milioni di euro), ma anche con il costo del servizio del debito relativo sia ai mutui contratti per il ripiano dei disavanzi che alle anticipazioni di liquidità ex Dl 35/2013 (circa 44 milioni), con il finanziamento di alcune leggi regionali rientranti nel perimetro che non possono trovare copertura sul Fsn, ivi incluso il costo per indennizzare gli emotrasfusi ex legge 210/92 (8 milioni per ciascuno degli anni ricompresi nel bilancio, nonché la quota regionale delle rette socio-sanitarie (29 milioni circa)». (a. cant.)

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